martedì, dicembre 30, 2008

Cingomme Rock.

Un'altra recensione di Mario: il vecchio album "Bubblegum" della Mark Lanegan Band.

Gustatevilla!

;-)

lunedì, dicembre 29, 2008

Notizia dell'Anno?

(Da Corriere.it)

APERTA un'inchiesta ma lui è scappato

California: liposuzione
«contro la crisi energetica»

Medico estetico di Los Angeles trasformava il grasso prelevato dai pazienti in carburante

(Visto che è scappato, allora funziona?).
Una considerazione: ancora una volta gli USA sono favoriti dalla natura. I migliori giacimenti di ciccioni sono tutti lì, in America.


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Now playing: Fleet Foxes - Ragged Wood
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venerdì, dicembre 26, 2008

Contro i Talebani: erezioni libere in Afghanistan

(da Repubblica.it)

AFGHANISTAN: IL VIAGRA L'ARMA MIGLIORE CONTRO I TALEBANI

In Afghanistan dove i raid aerei falliscono, i commandos si rivelano inefficaci, il Viagra trionfa. La pillolina blu e' la migliore arma contro i talebani a disposizioni delle truppe statunitensi. E' quanto rivela in prima pagina il Washington Post, secondo cui gli agenti segreti per convincere la riluttante popolazione afghana a schierarsi contro gli ex studenti coranici regalano pillole di Viagra ai capi tribu'. Questi ultimi, riconoscenti agli americani per aver ritrovato l'antico vigore sessuale, schierano i propri uomini contro i talebani o quanto meno li isolano senza fornirgli piu sostegno di alcun tipo. Il giornale cita l'esperienza di un agente Usa che con quattro pillole blu ha conquistato il "capo sessantenne di un villaggio" del sud con "quattro giovani mogli" a collaborare ottenendo un flusso ininterrotto di informazioni sui movimenti dei talebani. "Prova una di queste. Le adorerai", disse l'agente al capo offrendogli la confezione di pillole miracolose, con "i complimenti dello Zio Sam". L'adescamento funziono'. Tornato quattro giorni dopo ricevette un'accoglienza entusiastica, dritte preziose e, ovviamente, "la richiesta di un'altra confezione di Viagra".

martedì, dicembre 23, 2008

Quest'anno niente Natale!



(Ansa)
MULTATA CARROZZA DI BABBO NATALE
TRENTO - Multata per intralcio al traffico e mancanza del libretto di circolazione: è successo alla carrozza di Babbo Natale che avrebbe dovuto accogliere ieri pomeriggio i partecipanti alla corsa dei Babbo Natale svoltasi in Valsugana. Il trattore sul cui rimorchio era stata montata la carrozza e che avrebbe dovuto raggiungere l'ingresso del parco termale di Levico, dove era stato posto l'arrivo della corsa non competitiva, è stato fermato dai carabinieri alle porte dei paese. Al conducente i militari hanno contestato la mancanza del libretto di circolazione e l'ingombro al traffico. Violazioni sanzionate con 250 euro di multa. Il carro con Babbo Natale, fra la sorpresa generale è giunto così in ritardo all'arrivo, dove era attesa dai 530 maratoneti, partiti da Caldonazzo, tutti rigorosamente vestiti di rosso.

lunedì, dicembre 22, 2008

Pancake vari (anche di carta)


Trilobiti?
Un po' di tempo fa un amico mi aveva consigliato di leggere Trilobiti, appunto, una raccolta di racconti, ma la cosa mi era passata di mente, a parte il titolo dell'opera, vista la sua stranezza.
Poi un giorno in una libreria l'ho trovato. Un'edizione molto bella a cura della "ISBN Edizioni", una nuova linea de Il Saggiatore, forse l'ultima vera novità in fatto di Marketing nel mondo dell'editoria: il formato riprende, secondo me, uno stile un po' retro simile a dei vecchi paperback (cioè edizioni economiche) con il bordo delle pagine colorate di rosso. E ci sono altre belle idee che probabilmente riprenderò in un altro post. L'autore di Trilobiti si chiama Breece D'J Pancake anzi si chiamava, visto che si è tolto la vita a 26 anni. Un piccolo autore di culto per molti personaggi della cultura americana (J. C. Oates, Tom Waits, per citarne solo qualcuno) che purtroppo ha "prodotto" solo quest'opera. Sono a metà del libro e devo dire che mi piace molto (un misto tra Carver e Hemingway). Lo consiglio a tutti, ma non aspettatevi ore di relax e disimpegno. Sono tutte storie crude e reali, ambientati nella parte degli Stati Uniti che è stata esclusa dal sogno americano. Per scrivere questo post ho fatto un po' di ricerche su Google e tra i risultati mi è pure saltata fuori la ricetta dei pancake. Mi sono ricordato me stesso una decina di anni fa, mentre ne inghiottivo a bizzeffe in un ristorante tra Austin e Frederiksburgh: the International House of Pancakes.
Se vi ho fatto venir fame, vi giro la ricetta.


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Now playing: Tom Waits - Frank's Wild Years
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sabato, dicembre 20, 2008

Oh Signore facci morire in uno Stato laico!


Una serie di episodi dell'ultimo periodo (il caso Eluana Englaro, l'attacco al Presidente della Camera da parte dell'Osservatore Romano), mi fanno pensare sempre più che forse non moriremo democristiani, ma di sicuro nemmeno in uno Stato laico. E tutto questo nonostante la gran parte dei politici che difendono gli interessi della Lobby Cattolica (direi che possiamo usare questo bel termine moderno per definire l'apparato di governo e gestione della Chiesa esclusi i Fedeli che la compongono) siano divorziati e quindi abbastanza poco in linea con le regole della casa.
Non è nemmeno una questione di destra e sinistra: gli ultimi eventi di "invasione" nella sfera politica del Vaticano non hanno visto alcuna levata di scudi da parte del Partito Democratico, forse a causa della sua componente "ex-Margherita". Ci vorrebbero dei veri Liberali, ma l'Italia non è una terra per questo tipo di genia. I pochi che abbiamo avuto sono nati troppo presto e in alcuni casi morti troppo giovani. In ogni caso non hanno coinvolto le masse. Se vi capita provate a leggere "La Rivoluzione Liberale. Saggio sulla lotta politica in Italia" di Piero Gobetti. E' un libro scritto intorno agli anni '20 e sembra che parli dei nostri giorni: la classe politica e la gente che la elegge è rimasta uguale. Con le stesse incapacità di sciogliere il Samsara del "se non frego la legge qualcun'altro lo farà al posto mio e io sarò fregato, comunque". E con pensieri così, ci meritiamo questa Politica che continua a sostenere il "potere temporale della Chiesa" perchè con tutti questi disonesti un po' di Religione non può che servire a controllare le coscienze, prima del voto.
Oh Signore fammi morire in uno Stato Laico!

lunedì, dicembre 15, 2008

Consigli per gli acquisti


Ho chiesto a Mario Selaschetti che collabora con questo blog di suggerirmi un "buon libro". Devo fare dei regali per il Natale e quest'anno vorrei farli (pure) intelligenti. Se poi avete amici che sono lettori appassionati, non c'è miglior regalo in termini di efficienza di un "buon libro". Anzi, considerando il coefficiente di efficienza di un regalo (la cui formula vi riporto in fondo al post*) e la propensione degli italiani alla lettura, direi che il libro batte qualsiasi altro regalo. Comunque, Mario ci pensa un secondo e mi dice - "Rabbia di Palahniuk è veramente bello..il classico libro che ti fa pentire di non saper scrivere". Per chi non conosce Chuck Palahniuk oltre a dirgli che da una sua opera è stato tratto il film "Fight Club", che ha avuto una vita zeppa di cose aspre e bizzarre, che non ama avverbi e orpelli nello scrivere e che ha iniziato a scrivere a 30 anni non posso che consigliare di colmare questa lacuna.

*Formula per l'Efficienza di un Regalo (F.E.R.)= Prezzo/(Data di Entrata nella Cantina - Data d'ingresso nella Casa)

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Now playing: White Stripes - Forever for Her (Is Over for Me)
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sabato, dicembre 13, 2008

Suggerimenti per i vari Cenoni delle Feste

Da qui a breve entreremo tutti, o quasi (ahimè), nel periodo più favorevole alla crescita del Colesterolo e al trionfo orgiastico dei Trigliceridi: il Cenone di Natale e Capodanno (Vigilie comprese).
Ecco quindi la segnalazione proveniente da una coppia composta dal fotografo italiano Iago Carazza e dall'antropologa tedesca Olga Ammann, nel libro appena uscito, "Die Letzten Papua" che ha potuto incontrare gli ultimi cannibali esistenti e operanti nella Jungla di Papua (un consiglio per gli amanti dei viaggi esotici che non badano alla cucina..). A quanto pare la carne più apprezzata sarebbe quella dei Giapponesi (e top dei top delle giapponesi, e immagino giovani, perché le vecchie probabilmente vanno meglio per il brodo..). Quella dei bianchi invece avrebbe, secondo gli amici cannibali, un odore troppo forte e un gusto salato. Che dire, un'altro degli inconvenienti della modernità.
Chissà se Carazza e Ammann si sono fermati lì per cena...

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Now playing: Fabrizio De André - 'A cimma (La cima)
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martedì, dicembre 09, 2008

La musica Reattiva

Anche il futuro della musica è qui: da ascoltatori passivi a compositori interattivi.
Incredibile. Guardate qui!

sabato, dicembre 06, 2008

YouPippoBaudoTube

Il futuro è già qui. L'altra sera, mentre mia moglie guardava una replica di Amici, mi sono messo a guardare spezzoni di Zelig da un iPod Touch che pescava contenuti da Youtube. Nella stanza avveniva di fatto uno scontro epocale: la tv generalista (ma sarebbe stata la stessa cosa con quella a pagamento ipersegmentata) contro la visione di pezzetti di trasmissione in streaming internet.
Temo non ci sarà scampo per la TV, intesa come palinsesto di trasmissioni. In 30 minuti, mentre la voce gracchiante della De Filippi portava avanti la trasmissione con i ritmi che lei e solo lei scandiva, io mi sono confezionato una trasmissione che partendo dal mitico Pino dei Palazzi arrivava sino a un documentario su Valentino Rossi (passando da Giovanni Vernia con Simoncelli). In pratica la mia trasmissione perfetta, fatta di contenuti e ritmi come io e solo io (forse) li voglio. E inoltre sulla rete si trovano anche protagonisti del mondo della tv che, però, proprio nell'universo in cui ancora si muovono, non potranno mai diventare famosi come lo sono tra i netsurfer (era dai tempi di Mosaic che non si scriveva un termine simile).
Un esempio? Chiedete a un telespettatore se conosce Germano Mosconi. Di sicuro vi dirà che non lo conosce.
Mentre voi, che leggete queste righe, di sicuro sapete chi è già da tempo.


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Now playing: Cocorosie - beautiful boyz
via FoxyTunes

mercoledì, dicembre 03, 2008

Muffe.

Lui guarda mentre sei girata.
Ti fissa lo scollo
Come vedi dal riflesso sul vetro
Manca poco a casa
Martedì non ha nulla da festeggiare
Nulla che ti lasci dimenticare
Cosa devi dimenticare
E quel senso di noia che ti pesa la vita
E che vorresti mettere a posto
Come le mutande tra le chiappe
Che ti danno un fastidio boia
Ma non quanto la copia di Guida TV
Che stringe tra le mani insieme alla sua voglia di metterti una mano
sulle tette
E l'abilità di saper passare senza troppa delusione o fatica
una vita davanti alla tv

(R. Buchago, Muffe)


Inviato da iPod

lunedì, dicembre 01, 2008

Pomeriggio di terrore a Palermo

da Corriere.it

Palermo, a 82 anni prende il viagra. La moglie impaurita chiama la polizia
La donna temeva che l'eccitazione potesse essere letale al marito
Gli agenti hanno trovato l'anziano infuriato. Ai poliziotti ha spiegato che era una questione tra lui e la consorte

sabato, novembre 29, 2008

Flusso d'incoscienza


Capita a volte di essere rapiti da una canzone. Un pezzo di un gruppo che non conosci ancora bene che magari stai ascoltando casualmente, perchè il tuo iPod sta sparando in modalità casuale, i brani dell'ultima playlist che ti ha prestato un amico (diciamo pure così, dai).
La canzone in questione si chiama Lon Chaney e il gruppo è quello dei Vetiver. Il pezzo in realtà è una cover, visto che l'originale è di Garland Jeffreys (un rocker che da solo meriterebbe 1000 post e che tra l'altro ha prodotto un disco di Edoardo Bennato del 1983..). Anche i Vetiver sono una piacevole scoperta con il loro folk da sabato pomeriggio, nel senso che potete metterli su mentre cercate un motivo per non annoiarvi dopo aver mangiato. Ma la mia curiosità si è spostata a grandi falcate sul protagonista della canzone: Lon Chaney. Il nome non mi era nuovo ma non ne conoscevo bene tutta la sua storia e così mi sono informato. Ho scoperto che Lon è stato di fatto il precursore di tutti i grandi attori dei film dell'orrore (da Bela Lugosi a Peter Cushing). Figlio di sordomuti, forse anche per questo, sviluppò una mimica facciale che lo rese famoso e di fatto tra i più grandi protagonista dell'epopea del cinema muto. Interpretò personaggi mostruosi e deformi, sottoponendosi anche a trattamenti dolorosi se necessario.
Arrivato il sonoro riuscì a interpretare solamente un film, perchè un cancro alla gola se lo portò via ancora giovane. Se guardo una delle sue foto, quella in cui non è coperto da una maschera, mi sembra proprio una brava persona.
Non pensate anche voi che in questa storia ci sia davvero qualcosa di poco casuale?

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Now playing: Vetiver - Lon Chaney
via FoxyTunes

lunedì, novembre 24, 2008

Ma chi li scrive i testi della vita?

Dal TGCOM.

"Flirt con la Carfagna?Siamo solo amici"L'onorevole Bocchino smentisce le voci"
Il deputato del Pdl taglia corto sul gossip circolato qualche settimana fa su una presunta "amicizia speciale" con il ministro delle Pari Opportunità. I due erano stati beccati a fare shopping a Roma, in centro.

giovedì, novembre 20, 2008

The Great Escape

Sono a casa malato. Non mi accadeva da anni (lo dico nel caso ci fosse qualche ispettore INPS o delle Risorse Umane della mia azienda fra i lettori). Così mi sono messo a ravanare tra i gruppi musicali che mi hanno accompagnato per qualche tratto della mia vita e ho ritrovato loro, i Blur.
E' incredibile come in questa nostra vita, si riesca a perdere il contatto anche con le cose belle che ci è capitato d'incontrare nel nostro percorso. Così mi sono messo ad ascoltare "The Great Escape" e l'ho ritrovato un capolavoro. Se non lo conoscete e volete assaggiare di persona ecco qui qualche spunto:
- The Universal
- Charmless man
- Country House
Adesso mi ributto sotto le coperte e mi sgranocchio un altro paio di Zerinol.
Quasi un peccato guarire subito...(ispettori INPS e uomini delle Risorse Umane fate finta di niente, mi raccomando)

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Now playing: Blur - Top Man
via FoxyTunes

mercoledì, novembre 19, 2008

Houdin-E

Facce slave
Barbe friulane
Avrei voglia di posare il mio culo
Contro le carnie
Per vedere il vento freddo
Passarmi sopra
A rischiarar le stelle

(R. Buchago, Bozze)

Inviato da iPod

domenica, novembre 16, 2008

Racconti solubili

Ansia, struzzi e coppe intercontinentali.


Sono più o meno una ventina di righe rosse sul muro a darmi la brutta notizia. Non appena il mio cervello riprende a dare una parvenza di senso a quel che mi circonda, scopro che la sveglia Oregon Scientific proietta sul muro le 3:00 di notte. Sono di nuovo sveglio. Il problema è che adesso mi ci vorrà un bel po' per riprendere il sonno (e domani devo partire all'alba). Tutta una tirata? Non lo faccio da quando avevo 20 anni. Cerco la ciabatta destra a tentoni nel buio. Sento solo silenzio e l'eco di una vettura randagia. Potrei anche accendere la luce tanto sono solo. Ricordo che quella notte non andammo a dormire perchè ci venne voglia di andare al mare. Studenti fuorisede che decidono, alle 10 di sera, di andare a Cervia a raccogliere un po' d'aria salata. Oggi non andrei nemmeno a Melegnano a fare il Telepass dopo il lavoro. Cosa c'è che mi manca adesso? Accendo una sigaretta, imprevista. Non lo so, ma ogni sera ho paura di affrontare il giorno dopo. Ho la sensazione che tutto il mondo sia più felice di me e che tutti, giornalaio all'angolo compreso, conoscano il modo corretto di portare avanti questa esistenza e che mi vogliano tenere fuori da questo segreto. La domenica sera mi monta un'ansia tremenda. Nel week-end sono talmente contento di non andare al lavoro che me lo dimentico completamente, a parte le settimane senza calcio, in cui ho così poco per distrarmi che qualche fastidiosa anticipazione mi scappa fuori lo stesso. Il pensiero del lunedì mattina è così opprimente che tutto sommato, quando lo vivi non è poi così male. Potrei mettermi su del tè e guardare SKY. C'è un documentario sul canale 405: "Animali selvaggi". Mentre uno struzzo inizia a correre nella prateria, penso -te ne prego signore fammi dimenticare che sto vivendo...oppure mandami una finale d'intercontinentale al giorno, di quelle vecchio tipo: alla mattina presto e con le trombette infernali del Giappone. Solo così potrebbe tornarmi la voglia di svegliarmi ancora. Forse.

sabato, novembre 15, 2008

G20: prime soluzioni contro la crisi

Mentre il G20 è riunito per discutere della protagonista indiscussa di questa prima parte di secolo: la Grande Crisi. Ed è forse per questo motivo che cominciano ad arrivare le prime proposte di soluzione a questo problema. Tra le tante eccone una molto interessante che arriva dall'Australia.

Fonte Corriere.it (ancora!)

The White Cockatoo, villaggio turistico di Mossman, nel nordest dell' Australia

Sesso libero per combattere la crisi
Il nuovo corso del resort australiano

Per tutto il mese di marzo organizzerà feste per nudisti dove i partecipanti potranno dedicarsi a orgie di gruppo.


Affrettatevi dunque!! Nonostante la crisi, sono pronto a scommettere che i posti finiranno subito.
Solo un'ultima cosa per gli eventuali clienti insoddisfatti: non andate in giro a dire che è stata una grande in....

;-)


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Now playing: Wolfgang Amadeus Mozart - Conc. per flauto ed arpa K299 in C mag - Allegro
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giovedì, novembre 13, 2008

Dico sempre ai miei figli "fatevi una posizione!"


Da Corriere.it

È successo in un supermercato del Suffolk , in Inghilterra Libro erotico in regalo ai bambini

Al termine di una gita da Sainsbury’s agli alunni è stato consegnato un opuscolo con illustrazioni di posizioni sessuali.

martedì, novembre 11, 2008

Il grande Bulacky è sempre dove si fa la storia.


Grande risultato del sondaggio "hai mai sentito delle voci nella testa?". Gli italiani si sono espressi decretando la vittoria della risposta: "No, i supereroi come me non possono diventare pazzi". D'ora in avanti dovremo dire che siamo un popolo di santi, poeti, navigatori e supereroi. A proposito, ho scovato del materiale inedito sulla vita del grande Bulacky, forse il più grande performer dei nostri tempi.
Ai posteri(ori) l'ardua sentenza...

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Now playing: Chesterfield Kings - The Hustler
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lunedì, novembre 10, 2008

Primo miracolo di Obama

dal Tgcom:

"Con Obama, Schwarzy salva matrimonio
Moglie:"Stop sesso se vittoria McCain
"

Fissazione orale

Sto ascoltando gli Arab Strap.
Solo e soltanto gli Arab Strap.
Se non li avete mai ascoltati, che aspettate?
Ascoltate gli Arab Strap, fate un favore a voi stessi..
Arab strap, arab strap, arab strap.
Dimenticavo, si sono già sciolti nel 2006.
Aidan Moffat, il cantante, oltre al nome buffo ha un bel sito.
Ecco qui. E un sito in cui fa la posta del cuore (e qualcos'altro).



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Now playing: Arab Strap - The Drinking Eye
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venerdì, novembre 07, 2008

Per l'amor di Dio!

Messaggio a tutti gli italiani.
Lasciate libero il telefono di Berlusconi questa sera dalle 22 alle 23 perchè come riporta il Corriere della Sera riceverà una telefonata dall'uomo abbronzato che ha recentemente vinto le elezioni in America.

Mi raccomando, ne va dell'onore della nostra patria.

giovedì, novembre 06, 2008

Scommettiamo?

Grande Obama, forse il primo Presidente del Mondo (dopo 8 anni di Bush
non solo in America c'era voglia di tornare a sperare), ma non e'
questo il punto. Sono pronto a scommettere ché dopo la prima visita di
Obama in Italia, il nostro mitico Cavaliere confessera' ad un
giornalista de Il Giornale (un attimo prima di svenire per i troppi
assensi fatti con la testa): "io e Barack abbiamo fatto la gara a chi
c'è l'ha più lungo e indovinate chi ha vinto?"

Inviato da iPod

mercoledì, novembre 05, 2008

Tracce di Buchago

> Leggo dalla stampa specializzata che sta per uscire anche in Italia
> l'ultima opera di Rodrigo Buchago. Oltre a dire che finalmente si
> colma un colpevole ritardo (ma del resto siamo il paese che impiega
> 50 anni a finire gli Ospedali), pubblico questo stralcio dedicato al
> grande poeta uruguaiano.
> Ringrazio Mimmo Sperchele per la traduzione e la segnalazione.
> Tratto da "Yo no soy lo que soy" di Jorge Parnadel, El Pais de La
> Plata, 12.8.1996
> "La sua poetica?" Mi chiede. E la mia risposta e' venga ché gliela
> mostro. Avverto interesse nella suo modo di rispondere "volentieri".
> Poi però resta folgorato da quel che vede. La mia poetica nuova
> fiammante fa sempre la sua porca figura. "Posso provarla?" Mi
> chiede. Certo, ma cerchi di essere delicato ché e nuova, gli grido.
> Vedo subito che qualcosa non va bene perché nel suo sguardo vedo
> prendere forma un' espressione sghemba come di uno a cui hanno
> infilato qualcosa di molto gelido nel .... (termine volgare, NdA) e
> poi piano piano iniziano a scaldarlo e a gonfiarlo. L'ho visto
> accelerare e poi iniziare a sudare freddo. La mia poetica lo stava
> mettendo a dura prova. Poi di colpo accade quella cosa ché non
> riesco a descrivere e tutto cambiò di botto in lui. Non e' facile
> descrivere certe cose del restò. E poi a dire il Vero non vedo più
> nessun lui, lì. Rimetto quella cosa piena di ombre nella scatola
> viola e Richiudo la porta. Poi ho iniziato a dimenticarmi di tutto.
>

B come Fiandre


Ok, forse non sono molto lucido. Forse ho esagerato con l'alcool, ma questa birra che ho appena finito di bere (almeno tre volte) è davvero fantastica. Si chiama Estivale (ma anche la Blonde) della birreria Rulles. Se vi piacciono le birre bionde con aromi di spezia (coriandolo, soprattutto) allora queste fanno per voi. Direi che è anche meglio della più famosa "Chouffe".
Adesso vado a far pipì..

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Now playing: Motorpsycho - Waiting for the one
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Now playing: John Lennon - (Just Like) Starting Over
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martedì, novembre 04, 2008

Gastronauta sarà lei!


Ho pensato a questo post a lungo perchè è dura fare una confessione del genere, ma il momento è diventato maturo...ebbene si, faccio parte dell'Anonima Kebabbisti. Ecco ora che ve l'ho detto già mi sento meglio. Se anche voi come me, siete devoti consumatori di kebab (per alcuni ortodossi Kebap) e volete sapere a che livello d'intossicazione siete giunti, rispondete a queste semplici domande:
- L'ultima volta che avete cenato normalmente di domenica c'era ancora la lira.
- Prendete sempre pizza Kebab e ci fate aggiungere la salsa bianca e quella piccante.
- Al ragazzo che vi prepara la pizza dite senza cipolla e con piccante.
Se avete risposto Si a tutte e tre allora siete anche voi della ghenga.
Le riunioni si tengono ogni lunedì sra nei locali della Canonica (ingresso dal retro).


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Now playing: James Taylor Quartet - Blues Stomp
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lunedì, novembre 03, 2008

Noia Terme.

Immerso
nella piscina piena
di acqua magica salso bromo iodica
proveniente da km e km qui sotto
per stare qui dentro con me
il miracolo caldo delle terme
sono talmente calmo
che la mia coscienza si arrende
Rido perchè vedo il mio errore fatale
adesso più evidente che mai
Rido perchè scorgo la mia mossa errata
adesso più evidente che mai
Ma mi consolo subito
Non è poi così strano
che la gente che ha inventato queste cose
abbia poi perso
un impero.

(R. Buchago, Bozze 1996)

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Now playing: Interpol - The Heinrich Maneuver
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sabato, novembre 01, 2008

E' brutto avere ragione

Scommetto che se vi dico Pippa Bacca non vi ricordate chi è.

Cliccate qui allora e torniamo indietro nel tempo.

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Now playing: My Dying Bride - Sear Me MCMXCIII
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giovedì, ottobre 30, 2008

Un anno passa in fretta

Io e te non ci conosciamo ancora
Ti vedo mentre passi, di braccia in braccia
dalla mamma alle nonne
dalle nonne alle zie
dalle zie alla mamma
Tuo fratello ti gira al largo come il topo dall'esca avvelenata
Ha già detto che puzzi
mentre ti osservava piangere durante il cambio del pannollino
Avremo tempo e modo di annusarci
con tutti quei lunghi pomeriggi
che diventano sera
che si spegneranno prima o poi
davanti alla televisione
Non mi fido di te, come di tuo fratello
So già che vi amerò alla follia e che mi farete soffrire
Perchè mi farete gioire tanto
Ma già così, dai primi momenti
devo dire che mi sei piaciuto tanto
E se continuerai a mangiare ogni 4 ore
e a non farti sentire troppo
tra una poppata e l'altra
Allora sono un uomo davvero fortunato.

(R. Buchago - Dimmi Parole Sporche 2008, trad. M. Selaschetti)

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Now playing: Seu Jorge - Life on Mars?
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domenica, ottobre 26, 2008

C'è del marcio in Danimarca


A Copenhagen dei ragazzi stavano fermi in mezzo allo Stroget con una freccia in mano per promuovere dei locali.
A Copenhagen pioveva e faceva un freddo da capitale del Nord.
A Copenhagen i locali sembrano dei pub inglesi.
A Copenhagen, nei pub, vendono le birre Tuborg e Carlsberg in versione "Brown" che è davvero buona ma non arriva in Italia.
A Copenhagen le aringhe non sanno di aringhe e sono buone.
A Copenhagen in ogni piatto ci mettono l'aneto e i capperi.
A Copenhagen non ho visto piante di capperi in giro.
A Copenaghen anche se piove non si usa l'ombrello.
A Copenhagen i tassisti sono tutti indiani o curdi e accettano le carte di credito.
A Copenhagen giravo con l'ombrello e mi guardavano strano.
A Copenhagen le ragazze girano in bici con le minigonne anche se piove ed è notte.
A Copenhagen il mare non profuma di mare.
A Copenhagen adesso ci sono stato pure io.

sabato, ottobre 18, 2008

Mario Selaschetti e Severgnini.

L'ineffabile Mario ha inviato un racconto alla rubrica del Corriere.it di Beppe Severgnini.
E l'hanno pure pubblicato. Guardate qui.
Ma li mortè!

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Now playing: Jacques Brel - Mon Enfance
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venerdì, ottobre 17, 2008

Ma chi scrive il copione della vita?


L'altro giorno è morto il figlio di Gerard Depardieu. Una vita di eccessi, ma non è questa la cosa che mi ha colpito. Piuttosto ho trovato bizzarra la struttura del copione della sua vita. Bizzarra a tal punto da farmi pensare a chi può averla scritta così: sicuramente un Dio amante della coerenza e della costanza, almeno per quanto concerne le afflizioni. Sì, perché Guillame Depardieu nel 2003 perse una gamba dopo un incidente con la moto a causa di una infezione presa all'Ospedale dove venne ricoverato (e non tanto per le ferite riportate).
Questa cosa (direi più che giustamente) lo fece incazzare e gli fece mettere su una Fondazione con lo scopo di migliorare le condizioni degli ospedali francesi, affinché nessuno più dovesse soffrire pene così grandi a causa della mancanza d'igiene negli ospedali transalpini. Poi a soli 37 anni muore di una polmonite fulminante.
Qualcuno dirà che il suo corpo minato dagli eccessi era diventato un bersaglio facile per le infezioni e i virus del nuovo millennio.
Sarà anche così. Ma uno sceneggiatore decente avrebbe lasciato spazio alla redenzione e non si sarebbe fatto tentare da un finale così simile a una banale allegoria.
Bonne chance Guillame!


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Now playing: Beirut - Prenzlaurberg
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martedì, ottobre 14, 2008

Porco parco

Bloccato da un amico di mio figlio al parco. Devo stare quì ancora un
po'. Moscerini mi danzano in bocca e sulle ciglia. Non posso muovere
le mani, cariche del suo giubbotto e un gormito doppio. Per favore
Satana, fa il tuo mestiere. Ma lontano da quì te ne prego.
(R.Buchago - Bozze)


Inviato da iPod

lunedì, ottobre 13, 2008

Libronauta esausto

Ho appena finito di leggere "Tokyo Soup" di Ryu Murakami, un prolifico scrittore e regista giapponese (ricordo ancora il turbamento che ho avuto guardando la locandina di Tokyo Decadence, il film diretto da Murakami e basato sul suo libro) . Molto bello, una sorta di American Psycho ambientato a Tokyo. Fantastico come l'autore sviluppa il personaggio di Frank. 
Il libro di Burroghs (Correndo con le forbici in mano) è ancora in bagno. Lo leggo (quasi) ogni mattina. Confermo che è divertente, ma niente di più.

domenica, ottobre 05, 2008

Solubili...encore une fois

Non sapevo quale fosse il livello di danno che quella roba gli aveva provocato. Un amico di famiglia sulla sessantina, più o meno dell'età di mio padre mi sedeva davanti e mi guardava con un'aria abbastanza attenta. Era la prima volta che lo vedevo dopo che era uscito dall'ospedale perché si era preso un ictus.

La moglie al suo fianco non tradiva la minima preoccupazione come se fosse ormai normale per lei andare in giro con lui in quelle condizioni. Probabilmente ha ormai compreso che tutti quanti conoscono la sua situazione: il giro di conoscenti è una comunità in cui le informazioni sul tuo conto girano veloci (devo ricordarmi di questa cosa, non è poi così tanto banale).

Seduto sulla sedia a rotelle incominciava a guardarsi attorno come un bambino al supermercato. Non sapevo cosa fare e come comportarmi, per fortuna la moglie iniziò per prima la conversazione.

-       Allora come stanno i tuoi?

-       Bene – Risposi pensando a quanto fosse diversa la mia situazione dalla sua e al fatto che non potessi rispondere automatico – e voi?

Cercai di rimanere attento alle parole di quella donna, ma la curiosità era troppo forte. Mi voltavo continuamente per guardarlo. La bocca si muoveva, indicando che non vi era alcuna traccia di paresi. Sussurrava qualcosa, una specie di nenia, forse una canzone. Ma non riuscivo a intendere perfettamente il suono che gli usciva dalla bocca perché dovevo far finta di essere attento a cosa mi diceva quella donna.

-       E Michela come sta?

-       Bene, da quando abbiamo avuto Julian non lavora più..

Aggiunsi qualche dettaglio in più per scappare dalla trappola del – e voi come state – inoltre non ricordavo più il nome dei suoi figli e questa cosa mi rendeva praticamente incapace di sostenere una conversazione decente. Potevo solo muovermi su temi inutili e generali. Lui iniziò a fissarmi sorridendo e così io, di riflesso, iniziai a ricambiare mentre annuivo a caso alle parole che la moglie mi diceva. Devo essere sincero: non captai praticamente nulla di quello che mi disse. La mia distrazione era così totale che molto probabilmente (ma di questo non ne sono sicuro) devo aver sbagliato il momento in cui infilarmi nella conversazione. Devo aver risposto un "e del resto" forse nel momento in cui lei mi chiedeva qualcosa. Comunque non vidi la sua reazione sul volto perché (e la cosa è ancora oggi un mistero per me) incominciai a rivolgermi al marito.

-       Allora Paolo, come va?

Come il suicida che capisce di aver sbagliato solo dopo essersi buttato dalla finestra, compresi di essermi infilato in un casino, ma era troppo tardi. Lui sembrò ignorare la mia domanda per un attimo poi, come fosse la cosa più naturale del mondo, fece un'espressione del tipo "e come vuoi che vada? Non vedi che sono sulla carrozzella?"

Guardò sua moglie, per un attimo e mi disse, tornando a fissarmi con attenzione, con il tono di chi voleva dire "ormai non mi resta che attendere": "stivali messicani conquistano il lavandino".

Dopo averlo detto rimase a sostenere il mio sguardo con intensità. Nessuna traccia di pentimento, poi fece un cenno che sua moglie interpretò come un andiamo e ci accomiatammo.

Continuo ancora oggi a pensare a quelle sue parole, forse avevano un senso in qualche altra dimensione. Ma il punto non è questo.

Penso che le parole, quando perdono di significato, acquistano una bellezza atroce. Sono la scoperta di qualcosa d'inimmaginato. Il segnale che c'è qualcosa che sfugge.


(aM 18.2008)

venerdì, ottobre 03, 2008

sabato, settembre 27, 2008

Lasciali correre. I pensieri lasciali correre.

Solo gli stupidi e i folli non cambiano mai idea: contrariamente alla prima impressione il libro di Burroghs (Augustene) "Correndo con le forbici in mano" non è brutto. Il timore che si trattasse di una teoria di citazioni comprensibili esclusivamente alla comunità omosessuale di New York si è dissolto intorno a pagina 40. Questo è un libro che può generare tra i suoi fan dei fenomeni d'imitazione di alcune delle situazioni raccontate, come ad esempio l'utilizzo della Bibbia per chiedere a Dio un consiglio su una particolare azione. Il metodo è semplice, basta fare una domanda e poi aprire a caso una pagina della Bibbia e indicare un punto della stessa senza guardare. La parola così individuata diventa la risposta di Dio al quesito: il suo consiglio. Certo, è necessario un minimo d'interpretazione, ma la cosa funziona così. Di fatto è lo stesso procedimento che si deve seguire con "I Ching" e se non mi credete guardate cosa scrisse Jung nella sua prefazione a quest'opera. In sintesi se sei una persona istintiva e riflessiva, ogni metodo che ti costringe a scavare in profondo dentro di te circa il tuo rapporto con quello che ti circonda (nello spazio e nel tempo), va bene e funziona.
Io preferisco usare la playlist del mio iPod in modalità shuffle. Mi basta sentire cosa mi dicono o mi trasmettono le canzoni che vengono sputate fuori a caso, una dopo l'altra.
Ma vorrei proporvi un altro metodo: chiedete a Pino Scotto. Se cercate i suoi video su Youtube (o gli originali trasmessi da RockTV) vi accorgerete che ha risposto praticamente a qualsiasi domanda. Guardate questo. Un mito.

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Now playing: Mark Kozelek - Carry Me Ohio (Jam Version)
via FoxyTunes

lunedì, settembre 22, 2008

Ricevo milioni di richieste...

..che mi chiedono notizie sul Grande Bulacky la cui foto campeggia da un po' di tempo qui a destra.
Chi è? Cosa fa per mantenersi? Sono alcune delle numerose richieste che ricevo sul suo conto.
Ebbene a essere sincero una risposta precisa non ce l'ho, ma prometto che cercherò di fare qualche indagine in modo da poter placare questa crescente curiosità da parte dell'opinione pubblica.
Conosco di lui poche cose (inutili), come se fosse il parto di una mente malata..di Alzehimer, perchè immediatamente dopo averlo creato se n'è bellamente dimenticato. In un attimo, come quei mariti che scordano le mogli all'autogrill o i cani chiusi in macchina, d'Agosto, in seconda fila davanti alla sala corse.
Il poco che conosco di lui me l'ha detto il giornalaio qui all'angolo. E' stato lui a passarmi un CD con dentro alcune sue foto e una brevissima mini-biografia. Ricordo che mi disse: "Non lo prende il CD in regalo con Famiglia Cristiana?". E io accettai. Ma dovevo immaginare che c'era qualcosa di strano in quel gesto. Un po' per l'espressione spettrale del giornalaio e un po' perchè io non ho mai comprato Famiglia Cristiana (me ne ricorderei). E nei giorni seguenti a questo fatto, dopo aver visto il contenuto del CD, avrei tanto voluto chiedere al giornalaio una spiegazione, ma al posto dell'edicola ho trovato uno di quei baracchini che vendono lupini, arachidi tostate e caramelle.
Non me la bevo, comunque. Penso che sia quasi tutto materiale apocrifo.
Ma voi state tranquilli perché, vero o falso che sia, è tutto materiale che ho intenzione di condividere con voi. Così sarete voi stessi a giudicare se siamo di fronte a un genio, a un pazzo o a una semplice invenzione letteraria. E dopotutto, al giorno d'oggi, anche essere una creatura letteraria non è poi una così brutta fine: se ti va di culo puoi addirittura diventare immortale...

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Now playing: Micah P. Hinson - Come Home Quickly, Darlin'
via FoxyTunes

sabato, settembre 20, 2008

Alcool e Rocchenrol

Nella vita le certezze vengono quando bevi. Non è una condizione necessaria ma sufficiente sì. Ogni volta che bevo un po' mi ritrovo a pensare a delle cose e quasi subito me ne vengo fuori con la frase: "Questa è la cosa che preferisco in assoluto al mondo". Mia moglie lo sa perchè me lo avrà sentito dire mille volte, su cose diverse. Ieri sera ero in una situazione del genere. Così mi sono detto la birra inglese è la cosa che preferisco al mondo. Mi piace perchè non fa schiuma e si può bere anche d'inverno, perchè non va servita troppo fredda. Mi piace perchè mi piace. Ecco ieri sera pensavo a questo e al fatto che una delle migliori birre inglesi che ho bevuto è la St. Peter. Ecco il link al loro shop online (producono un tipo di birra che può essere paragonata al metodo biodinamico dei vini..).
Ma anche Chad Vangaalen è la cosa che preferisco al mondo, in assoluto. Ascoltate i brani che mi ha fatto sentire Mario e che ho inserito nella imeem playlist qui a fianco.
In questo video potrete apprezzarne tutta la sua ecletticità. Un grande.
Vi ho già detto che è la cosa che preferisco al mondo?

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Now playing: Chad VanGaalen - Cries of the Dead
via FoxyTunes

giovedì, settembre 18, 2008

Solubile numero 17

Un tizio che ha fatto un corso per scrivere racconti, mi fa perché non provi a imitare lo stile di qualche scrittore?

E io gli ho detto va bene, perché no?

Così mi ha dato un libro di uno scrittore americano che è molto bravo a sentir lui e ho iniziato a leggerlo.

Mi ha pure detto che da qualcosa dei suoi scritti ci hanno fatto due film. Uno si chiamava, se ricordo bene, Blue in the face mentre l'altro non lo ricordo più.

Comunque ho iniziato a leggere uno dei suo racconti, piuttosto lungo, e mi è molto piaciuto lo stile e le cose che narrava. Mi è piaciuto molto il modo in cui tirava dentro degli incisi su cose difficili e come scavava i personaggi, facendone uscire tutto. Proprio tutto.

Mi viene in mente l'immagine di un limone strizzato.

E pensare che il limone è un ibrido nato da un Cedro e un tipo di agrume praticamente sconosciuto, a meno di vivere in Malesia dove cresce e viene consumato in abbondanza. Si chiama Pomelo e assieme al Mandarino e al Cedro costituisce la base, attraverso incroci tra di loro, di tutti gli agrumi che si conoscono.

Quando l'ho scoperto devo ammettere che ci sono rimasto un po' spiazzato. Avrei scommesso che uno dei tre agrumi fondamentali potesse essere il pompelmo e invece non è così.

 Vorrei mettermi a scrivere quel racconto, ma sento l'ispirazione svanire.

Non è pigrizia è una cosa strana che mi capita ogni volta e per ogni cosa mi metto a fare.

Se non riesco a dargli un senso, a incastrarla nella mia costruzione vitale, allora mi si sgonfia tra le dita e torna a generare noia. Così se voglio scrivere non devo solamente pensare a cosa scrivere, ma devo anche sentirmi di non perdere del tempo mentre lo faccio.

Facevo la collezione del Subbuteo da piccolo. Un giorno mi son chiesto a cosa mi serviva tutto quel gran mucchio di scatole piene di squadre (avevo la seconda maglia della Roma che mi piaceva moltissimo!), di pezzi di tribuna e dei lampioni.

Non sono riuscito a darmi una risposta e così ho regalato tutto a un mio amico.

Con la scrittura rischio sempre di fare questa fine, ogni giorno.

E anche dire queste cose su di me, in realtà, è solo un tentativo di esorcizzare questa mia ansia. Sembro il bambino che ha paura di non trovare la mamma quando torna dalla gita, così prima di partire glielo chiede 4 o 5 volte. Provando a ricordarsi bene la sua promessa, ma per quanto prova a convincersi, sente la paura dell'abbandono salirgli dall'intestino.

Suonano al telefono e torno al presente, al foglio bianco in questa stanza che ha solo un tavolo al centro e le pareti disadorne.

Disadorne?

Da dove ho ripescato questo termine?

Rispondo distratto e la voce dall'altra parte mi dice, con molta calma, che vuole parlare con Mario Selaschetti. Resto un attimo in silenzio, mentre mi osservo le mutande e noto una lieve macchia sul davanti.

-       No, ha sbagliato, mi spiace.

-       Ne è sicuro? – La voce, ancora calma, m'incalza lieve dall'altra parte

-       Certo, mi chiamo Paul Austen perché mai dovrei essere Selaschetti?

Vorrei mettermi a scrivere dunque, ma ogni scusa, anche inesistente, sarà capace di fermarmi.

Compresa questa.

Vi siete resi conto che non uso mai la parola "piuttosto"?

(aM 17.2008)

sabato, settembre 13, 2008

La Congiura dei Petrolieri

Piove che Dio la manda e qui sotto casa mia, vedo alcuni vecchi, diversi albanesi, sparuti cinesi, e qualche avanzo di galera (usurai?) entrare di corsa nel Bingo. Chiusa la parentesi narrativa, stasera penso di aver trovato la prova definitiva di quanto sia potente la lobby del petrolio. Non ho mai dato troppo peso alle teorie che vedevano nelle compagnie petrolifere (le famose 7 sorelle) un comitato che decide le sorti del mondo, politica compresa.
Ma ora sono sicuro che mi sbagliavo. Come detto ne ho la prova provata..la guerra in IRAQ? No. Peggio. Molto peggio: la Toyota Prius. Cosa voglio dire? Presto fatto: immaginate di creare una macchina che, grazie alla tecnologia del motore ibrido, vi permette di ridurre del 40% il vostro consumo di benzina. Bello eh? Bene, ma è mai possibile che al momento di rivestire questo benedetto motore ibrido con una carrozzeria, come designer prendete quello che ha disegnato la Prinz, la Simca e l'Arna? A questo punto è evidente che non volete venderne poi tante di queste benedette Prius...Bravi, fate questi favori alle società petrolifere..continuate così maledetti!
Ecco, adesso che l'ho detto temo già per la mia incolumità fisica..



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Now playing: Charley Musselwhite - Cha Cha The Blues
via FoxyTunes

domenica, settembre 07, 2008

Assolutamente inutile

Un mio amico mi ha consigliato di leggere Augusten Burroughs e così mi sono preso "Correndo con le forbici in mano", ma non è di questo che vorrei parlare, anche se, dalle prime pagine che ho visto, devo dire che non mi pare granchè (va be'..). Sembra una biografia inventata (mi puzza di J.T. Leroy) da una zittella acida. Ma sono pronto a cambiare giudizio se poi, andando avanti, dovesse finire col piacermi.
Sempre il solito amico mi ha fatto conoscere Houellebecq (di seguito H.). La cosa straordinaria di questo scrittore è il gusto della provocazione, almeno credo. Detto che mi sembra la bruttissima copia di Celine ("Viaggio al termine della notte" è davvero un capolavoro) e che non mi è piaciuto, è comunque notevole la sua capacità di esprimere concetti assoluti. La cosa non mi dispiace, dopo tutti questi anni di relativismo e di political correctness, se la si applica ad affermazioni esageratamente inutili. Ecco un esempio di assolutismo inutile alla H.:
"Tutti i bianchi di nome Filippo con due cognomi, sono dei potenziali omosessuali"
"Le tette cadenti sono indice di isteria"
Forse ho fatto a mia volta dell'assolutismo inutile su H., ma date un'occhiata ai suoi racconti pubblicati su corriere.it (in particolare quello sui tedeschi..) e giudicate.
Ecco me ne viene subito un'altra: "tutti gli scrittori (compresi quelli che si credono tali) parlano male dell'opera di quelli che hanno avuto successo.." (caspita, vale anche per me questa, eh?!)
Devo ammettere che è davvero liberatorio fare delle affermazioni di questo tipo; alla fine tutti 'sti distinguo affaticano il cervello, come soleva dire Pinochet.
Riposa all'inferno, bastardo!

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Now playing: Leonard Cohen - Field Commander Cohen
via FoxyTunes

venerdì, settembre 05, 2008

All'improvviso sei niente.

VII

Ti ha detto

Passami l'acqua

Tua moglie

Ma tu non senti

Che il vento

Sopra la tovaglietta

Ruba i piatti di carta

E le tue pensate

Sul culo della moglie

Del tuo amico di fronte

E di colpo ti senti inadeguato

L'area picnic

Con BBQ

Non era attrezzata

Anche per questo.

(R. Buchago, Muffe 2008, trad. M. Selaschetti)

domenica, agosto 31, 2008

Racconto solubile #16

Sono arrivato a Bagno di Romagna che il sole era tramontato da
pochissimo.

Ne vedevo ancora qualche tiepida striatura in alto, verso il passo dei
Mandrioli, almeno credo perché non conosco bene il posto.

Sapevo dove andare ma non sapevo bene dove fosse la mia vera meta del
viaggio.

Cercavo un parcheggio, avvertendo un po' d'ansia: volevo fare il check
in in albergo e poi cercare un posto dove cenare prima che la cucina
chiudesse.

Scartai qualche riga blu e un non molto chiaro parcheggio libero ma
solo con tagliando verde e alla fine, non senza qualche rischio, la
sistemai in un buco in un vialetto alberato.

Non era lontano dal centro. Me ne accorsi percorrendo quella che aveva
tutti i crismi di essere la via principale. A ogni metro aumentava la
gente e il rumore di una musica indistinta.

Alla fine la strada finì nella piazza principale e la musica divenne
la mazurka che accompagnava, s'un palco a livello strada, una scuola
di ballo di Cesena.

Il presentatore abbronzato stava chiamando sul palco una coppia
giovane per una salsa cubana, quando trovai l'albergo.

Una decina di anziani stazionava nel piccolo dehor sul davanti.
Probabilmente già si preoccupava dell'orario in cui sarebbe finito lo
spettacolo.

Entrai, posai le valige e mi misi alla ricerca di quel posto.

Dalla piazza presi per errore – che errore! – il lungo Savio. Il viale
alberato era buio, mi mise voglia di fischiettare, nonostante in
lontananza il rumore della scuola da ballo mi faceva sentire come il
ragazzo che nuota dove non si tocca ma vedendo vicino lo scoglio si da
coraggio e gode della paura allo stesso tempo.

Che strani che siamo, eh?

Il rumore della musica sparì di colpo lasciandomi al buio senza legami
con la vita.

Di colpo 4 figure scure mi si fecero incontro. Le peggiori che potessi
mai incontrare.

Sulla musica di un pezzo di cui non ricordo più il nome hanno iniziato
a cantare: "gira bagno di romagna perché è un cesso, un cesso un cesso."

Per un attimo ho sperato non ce l'avessero con me, poi però una delle
4 ragazzine (sui 14 anni, credo) ha detto: "c'ha pure i baffi" e
quindi senza dubbio si riferivano a me.

Con buona pace della mia autostima, mi sentii come mi avessero dato un
calcio nei coglioni.

Mi sono ributtato verso la luce, alla ricerca di quel posto.

Ripensavo ai miei problemi passati quando avevo meno d 18 anni e mi
sentivo poco apprezzato. Avessi subito allora una cosa del genere
sarei impazzito.

Le case basse attorno alla via erano tutte in sasso. I negozi di
prodotti dolciari, liquori centerbe e miele di castagno si alternavano
a moscissime gallerie d'arte e negozi di souvenir con tanto di
braccialetto con il tuo nome inciso a laser.

Il mio posto dev'essere qui, non troppo lontano, pensai.

Di colpo una scritta catturò la mia attenzione: libreria (Via
Palestro, strada medievale).

Girai l'angolo e mi trovai davanti all'inaspettato.

Una strada tra due file di casette basse, e verso il fondo una serie
di archi a tutta volta la attraversavano, portandoci sopra a volte una
stanza con finestre, a volte un giardino sospeso, a volte un
ponticello. Ai lati della strada dei faretti nel terreno e dei
lampioncini in stile '800, tracciavano la mia via verso la fine della
stessa.

Era una strada magica e la percorsi tutta.

Così magica che mi dimenticai il posto in cui volevo andare.

(aM 16.2008)

giovedì, agosto 14, 2008

La vita è muffa.

V

Senti

E' un pezzo che ti si avvolge alla gola

Proprio quello

Tra i mille che la radio ti può sputare fuori

È proprio quello

Di colpo non vedi più la strada e le tue mani da 40enne

E il volante adesso è quello di una 127

La luce torna a profumare di '70

E il tempo non ha più i colori che cambiano a secondo dei giorni

Lunedì non morde ancora

In questa vita fatta da te per te

Strano

Il cuore accelera un po'

La canzone parla di uno che farà di tutto per avere lei

Ci piangevi quasi

Facevi il coro nel pezzo in cui lei era l'unica donna per te.

Adesso

A bordo di questa Opel familiare che finirai di pagare tra un po'

Ti manca il soggetto del testo

Non ti sembra più così adatto.

E di sicuro non faresti molto per averla.

Ma il pensiero ti disturba poco.

Ti basterà dare quest'ultimo tiro alla sigaretta

Buttarla fuori e poi fermarti per farla salire coi bambini.

Domenica pomeriggio all'IKEA.

(Muffe, R. Buchago 2008, traduzione di M. Selaschetti)

venerdì, agosto 08, 2008

domenica, agosto 03, 2008

Racconti solubili #15

"Il caffè è pronto".

Torno al mondo con questa frase in testa. Mi giro e mi asciugo la bava ai bordi della bocca poi mi stiro.

Tu mi guardi che sei già in piedi.

"Stanotte che Julian mi ha fatto dormire ho fatto un incubo"

Non rispondo perché ho ancora tutta la notte in bocca e non mi si muove la lingua.

"Ma non era un incubo normale era più la trama di un film horror"

Metto il braccio dietro alla testa, sul cuscino e ti guardo mentre parli.

"C'era un corso di quelli che fanno le aziende di perfezionamento..ma non sulle cose di lavoro..sull'autostima e quelle robe tipo camminare sui carboni ardenti..com'è che li chiamano?"

Mi guardi alla ricerca di una risposta che io conosco ma non ho voglia di dirti, adesso.

Ancora non mi partono le parole così ti mostro un'espressione del tipo non lo ricordo.

"..comunque, alla fine li ammazzano tutti..e la cosa buffa è che i partecipanti vengono selezionati in base al tipo di scarpe che indossano..ce n'è pure uno con dei sandali verdi che hai tu, ma non eri tu..alla fine quando li ammazzano fanno vedere le scarpe a fianco di ogni cadavere"

Penso, ma non parlo, "che bella quest'idea delle scarpe, mi ricorda un po' Bianca di Moretti, ma qui è più cattiva.."

"Alla fine si salva solo una ragazza e un bambino…io non sono la ragazza invece il bambino è Morgan..un'angoscia mi è venuta..scappano e vanno negli uffici di una grande azienda, mi sembrava l'IKEA..ma i due dirigenti a cui vuole dire la cosa sono dell'organizzazione che fa i massacri..così scappano di nuovo"

Tiro un sorso al caffè e ritrovo la parola.

"Bello.

Sei contenta del mio giudizio, lo vedo chiaramente.

"Quando li ammazzavano facevano delle facce tipo arancia meccanica..preferisci quest'ascia oppure questa sciabola?" sul tuo viso un ghigno simulato.

"Bello davvero.."

Sono contento anch'io.

Era un po' che non condividevamo qualcosa, io e te.

(aM 15.2008)

 

mercoledì, luglio 30, 2008

Ancora Muffe

Allungati un po' di più

E non respirare

O l'odore morto

Della cenere volata sui tappetini

Ti farà ricordare

Che hai ancora un'ora per finire

Di lavare l'auto

E passare dal tabaccaio

Che le hai finite

Domenica pomeriggio

Senza partite

Perché oggi il figlio

Tocca a te.

E il rumore dell'aspirapolvere

Non basterà

A non farti pensare

Quanto ti è costato usare quel preservativo

Per quei 10 minuti nel campo

La cui confezione

Non vuole sfilarsi

Nonostante il tuo allungarti

Da dove il sedile scorre

Ormai a scatti sprecisi

tra le sue guide

ormai inutili

(Muffe, R. Buchago 2008)

giovedì, luglio 24, 2008

Racconti solubili #14

Io sembro uno con il Telepass, lei una da trasporto eccezionale che non passa dal casello.
E’ vecchia e lenta, le caviglie sono due panettoni antiparcheggio, faccio un ultimo scattino e la precedo sull’ingresso. Schiaccio subito il tasto giusto, quello dei pagamenti dei bollettini postali e mi allontano nell’androne delle Poste di Via Garibaldi.
Lei, la vecchia, sento che mi da del giovane maleducato con qualche spettatore involontario e poi inizia a chiedere aiuto su cosa deve schiacciare.
Ma io sono già seduto a guardare il tabellone luminoso. Ho il C184 e se leggo bene in alto dovrei avere una ventina di persona davanti a me.
Sono tante mentre le casse aperte sono solo 3.
Incomincia a prendermi una certa forma di ansia. Un’ansia strana, quasi più una forma di smania, il desiderio di vedere uscire sempre più numeri vicino al mio sul tabellone del codometro.
Il primo non mi gioca a favore, A123 sono quelli del bancoposta, son clienti pesanti questi: non è come spedire una busta o pagare un bollettino, dove ci sono di mezzo i propri soldi ci vuole più tempo. Chiedi sempre conferma “ma questo importo è corretto?”, “cosa vuol dire commissione lavorazioni esterne?”. E il tempo passa senza vedere cambiare il numero sul display a led rossi posto sopra alla cassa.
Guardo il signore in piedi, si è alzato dopo che ha visto H36 (per la cassa 6) lampeggiare dopo il segnale sonoro. Probabilmente ha il biglietto H37 o lì vicino. Cerca di capire quale sia il cliente più avanti nelle operazioni, il primo che finirà di essere servito e che lascerà quindi la cassa libera di ottenere un altro assegnamento. Un altro numero, eccolo alla cassa 8, ma è di nuovo un cliente banco posta A125. Il signore sbuffa e si mette a guardare l’orologio.
Ha fretta, mentre io vedo cominciare la mia rimonta
C170, C171 e C172 passano in un minuto, benedetti quelli che se ne vanno impazienti!
Mancano ancora 13 persone davanti e sono dentro da soli 10 minuti.
Sono euforico e aspetto il prossimo segnale, eccolo C173, niente bancoposta o spedizioni urgenti, sono nel cuore di chi o cosa gestisce la coda.
Poi di colpo una bella batosta e cado in preda alla delusione più nera: passano uno dietro l’altro, lenti come TIR in salita 5 codici che iniziano con la B. Arriva l’ultimo il B152 che ancora non ho capito bene cosa debbano fare quelli con questo tipo di codice.
Ma si riparte il mondo è un flipper colorato e ad ogni cicalare del suono che anticipa i numeri vedo la distanza con il mio C184 svanire. Sono esausto di gioia e trepidazione, mi alzo al C182 perché ormai sono tutto un bollore.
Sono mercurio vivo.
Guardo intorno le casse, quale sarà la mia?
Devo stare calmo, ma sono eccitato come un bambino al parco giochi, ancora pochi secondi e uscirà il mio numero.
Eccolo: C184.
Mi guardo attorno paonazzo, sono felice.
Ma la felicità è una cosa passeggera, passa subito.
Io però ho voglia di riprovarla, un’altra volta, ancora e poi ancora.
Faccio una pallottolina del cartellino con il numero e prendo la strada per l’uscita.
Mi busco un po’ di caldo qui fuori e poi mi rifiondo dentro a riprovarci.


(aM 14.2008)

venerdì, luglio 18, 2008

Quando incontri l'arte la saluti?

Ieri sera ho incontrato l'arte.
Aveva le fattezze di Davide Avogadro e sono pure riuscito a scambiarci 4 chiacchere.
Ma non ero interessato a Lei come persona, a essere sincero piuttosto normale - un banale stereotipo di artista, quanto alle sue opere.
C'erano esposte 6 o 7 sue opere di cui una in particolare mi ha impedito di starle vicino tranquillo: un'enorme faccia di donna su sfondo oro. Una donna dall'espressione tremendamente inquietante, sospesa tra noia, malinconia e rassegnazione.
L'ho guardata per tutta la sera, sorseggiando una birra e cacciando zanzare.
Se avessi abbastanza soldi la comprerei.
Davvero.

giovedì, luglio 10, 2008

Racconti Solubili # 13 (? Boh?)

L'importante è che scrivi. Butta giù una parola dopo l'altra e fregatene di tutte le voci.

Ogni cosa è inutile, a seconda di quale scopo scegli di perseguire  in quel momento. Quindi scrivi, che vedrai che ogni volta sarà sempre meglio. Non pensare a cosa serve. Come un muscolo rinvigorito, la scrittura ti costringe a spremere la tua essenza, a formare il pensiero e renderlo fisico. Certo questi led che si accendono per fare le lettere non sono poi tanto più fisici del pensiero, ma è già qualcosa.

Qualcosa che testimonia la tua presenza qui.

Ecco pensavo più o meno a queste cose, davanti al monitor del mio computer, quando hanno bussato alla porta. 

-       Ha per caso visto le mie tette?

-       Cosa?

-       Le ho chiesto se per caso ha visto le mie tette?

E' un tizio secco e dai capelli grigi, ma sulla 40ina, quello che dice di aver perso le tette. Tossicchia per schiarirsi la voce.

-       Scusi ma perché ha bussato qui?

-       Non lo so, ma sul piano nessun altro mi ha risposto.

-       Ascolti…

-       Be' ha visto per caso le mie tette?

-       Ascolti..non so proprio di cosa stia parlando.

Il tizio non da segni di pazzia apparente. Ha una cravatta blu con sopra il disegno di una mongolfiera. Sulla camicia ha una patacca di qualcosa che sembra gelato. Probabilmente un magnum al cioccolato bianco.

-       Si che lo sa..non hai mai visto delle tette?

-       Si..certo, ma questo non…

-       E allora vede che mi può aiutare?

-       Va bene, allora, mi dica come sono?

-       Sono tette gliel'ho detto.

-       Intendevo di che taglia? Di che forma? A pera, a melone, cadenti, insomma si fa presto a dire tette..

Il tizio mi fissa e si caccia in gola lo stecco di quanto rimasto del gelato. Lo succhia e poi se lo leva di nuovo. Mi punta addosso lo stecco e dice – lei mi sta prendendo in giro…

Per un attimo ho paura del suo sguardo che sembra per un istante caricarsi di rabbia. Allora cerco di giustificarmi:

-       No guardi, chiedevo solamente se…

Il tizio abbassa lo stecco del gelato.

-       Va bene, me ne vado..mi scusi per il disturbo..ma da quando ho perso le mie tette ho perso un po' la testa. Cioè, no. Si ok, ha capito che questo è solo un gioco di parole, perché la testa è ancora qui. Si, fa niente..mi scusi ancora.

Nello stesso momento in cui il suo sguardo passa da un accenno di rabbia a un misto di delusione e sconforto, si gira e se ne va.

Chiudo la porta, mentre lo vedo scendere ciondolando la rampa di scale.

Mi gratto il sedere e sposto le mutande che mi si sono infilate tra le chiappe.

Il computer ha attivato il salvaschermo: un susseguirsi di foto dei miei figli smette la sua sequenza di apparizione non appena tocco il mouse.

Riprendo da dov'ero rimasto. Scrivo "i", "l", e poi "tizio"…e poi "…è quasi fuori dal portone del condominio. Triste e sconsolato, guarda delle persone a caso, alcune felici, altre senza apparenti emozioni. Si chiede per un attimo perché.

Poi, dandosi una botta alla fronte con il dorso della mano, inizia a sorridere piano poi molla gli ormeggi e diventa sempre più sguaiato: una risata piena, senza freni.

Qualcuno lo nota, e forse vede la sua maglietta con le macchie di gelato. Ma lui se ne frega, adesso che si è ricordato dove ha lasciato le sue tette, è troppo felice."

Rido anch'io, mentre mi tiro indietro sullo schienale e mi accendo una sigaretta.

 (aM 13.2008)

mercoledì, luglio 02, 2008

Nuovo progetto

"Buchago is back!" (ammesso che qualcuno ne abbia sentito la mancanza).
Il suo nuovo progetto è una raccolta di poesia dal titolo "Muffe", che segue il successo internazionale di "Dimmi Parole Sporche".
Ecco di seguito la prima opera che ho avuto possibilità di tradurre per conto della casa editrice che ringrazio.

I

Appesa alla sbarra
Che ti salva dall’incertezza
Di una frenata non prevista
Guardi in basso
Verso il signore distinto
Che copre il suo completo gessato
Con la cronaca rosa di pagina 20
Non ricordi più a che ora
Tornerai a essere viva
Se lui ti porterà buone notizie
O cattive come sempre
La borsa con i detersivi
Che la Signora ti ha fatto comprare
Pesante, ti balla tra le scarpe
Non sono quelle che avresti voluto
Ma sposare uno con il vizio dell’azzardo
Non è una cosa che ti salva
Dagli imprevisti prevedibili
Dai lavori improvvisati
Dalla noia delle domeniche a casa
Con i figli già pronti
a renderti difficile
seguire quel programma che tanto ti piace
Andassero anche loro in sala corse
Almeno
Che io devo sopravvivere
Per continuare a sognare

("Muffe", R. Buchago 2008)

giovedì, giugno 19, 2008

Racconto solubile #12

"Frutta rossa matura.." e mentre lo dice porta il bicchiere verso il
naso e ci ficca quasi la faccia dentro.

Il suo amico seduto di fronte lo ascolta attento, mentre fa roteare il
vino e poi lo lascia tornare quieto, guardandone le righe e i segni
lasciati sul vetro.

"..ma sento anche un profumo di petali di violetta...strano, non
credi?"

L'amico è impegnato ad annusare e così non gli risponde subito, poi
dopo 3 o 4 tirate su con il naso torna a reagire annuendo: "..si,
anche se qualcosa non mi torna, c'è dentro un qualcosa che non riesco
a definire, mi sembra quasi..aspetta che ora mi viene.."

"A me sembrano petali di violetta, magari è perchè lo abbiamo aperto
da poco e non ha ancora dato tutto quello che deve dare..."

"Si è vero ora li sento anch'io, ma sono petali di violetta assieme a
frutta di bosco..mi sembrano dei..

"..mirtilli!"

"Si, bravo! Mirtilli, si mirtilli grossi e sugosi..ehi..guarda un po'
chi c'è la!"

L'amico si gira verso l'ingresso del locale, nella zona dove gli
avventori restano in piedi al banco.

"Franco?!"

Si avvicina un tipo che gli batte la mano sulla spalla, mentre cerca
di alzarsi per giungere a una stretta di mano.

"Seduto, seduto..come va?!"

"Bene, Andrea e io stiamo assaggiando questo Barbera, che ci fai qui?"

"Sono di passaggio sono venuto a salutare Anna poi me ne vado..."

"Sicuro che non ti vuoi sedere?"

"No, grazie sono davvero di fretta, un'altra volta ben volentieri"

"Ok, salutaci Anna allora!"

"Si, lo farò..ci vediamo.."

"Ciao.."

"Ciao Franco, a presto"

Il tipo dice "A presto" e si allontana per salutare altre persone.

I due amici al tavolo sono rimasti con un sorriso incollato, poi uno
dei due lancia uno sguardo verso i clienti e poi sussurra "Speriamo
bene per lui..".

"Si speriamo bene..con sti chiari di luna è sempre più difficile.."
dice mentre butta giù un sorso dal bicchiere e contrae le guance per
assaporare il più possibile il vino appena deglutito.

"Sai cosa mi ricorda?" aggiunge repentino.

"Chi? Franco?"

"Ma no, questo Barbera.." sul suo volto compare un mezzo sorriso.

"Eh? Cosa ti ricorda?"

"Non so, non ne sono sicurissimo, ma ti ricordi quelle caramelle di
gomma lunga.."

"No, aspetta..intendi quelle che avevano al circoletto?"

"Si, quelle bicolori rosse e gialle..anzi non le vedevano al
circoletto.."

"..ce l'aveva Mimmo!

"Si, ce l'aveva Mimmo, hai ragione!"

"Le metteva sempre sul banco perchè aveva paura che gliele rubassero.."

"Eh si, proprio quelle, allora ti ricordi il gusto? Per me sto vino sa
un po' di quelle caramelle"

L'amico annusa forte dentro al bicchiere, poi beve un bel sorso.

"Si, ma non quelle rosso e nere.." l'espressione dell'amico resta
agganciata a un pensiero in particolare: il sentiero nella sua testa
verso il ricordo.

"Hai ragione, erano quelle verdi e..."

"..e azzurre!" dicono all'unisono iniziando a sorridere.

Finiscono il vino nei due bicchieri poi uno dei due resta incantato a
fissare il bicchiere.

"certo che è strano..troppo strano." dice, come emergendo da un pozzo.

"Scusa?" l'amico lo fissa per un attimo.

"No, pensavo a quel tipo di prima.."

"eh allora?"

"Niente,non ti sembra che abbia..."

"Che abbia?"

"Eh che non sia strana tutta sta storia.."

"No, perchè? Non ti capisco.."

"Va be' fa lo stesso.." e dopo averlo detto si alza per andare a
pisciare.

(aM 12.2008)