giovedì, giugno 19, 2008

Racconto solubile #12

"Frutta rossa matura.." e mentre lo dice porta il bicchiere verso il
naso e ci ficca quasi la faccia dentro.

Il suo amico seduto di fronte lo ascolta attento, mentre fa roteare il
vino e poi lo lascia tornare quieto, guardandone le righe e i segni
lasciati sul vetro.

"..ma sento anche un profumo di petali di violetta...strano, non
credi?"

L'amico è impegnato ad annusare e così non gli risponde subito, poi
dopo 3 o 4 tirate su con il naso torna a reagire annuendo: "..si,
anche se qualcosa non mi torna, c'è dentro un qualcosa che non riesco
a definire, mi sembra quasi..aspetta che ora mi viene.."

"A me sembrano petali di violetta, magari è perchè lo abbiamo aperto
da poco e non ha ancora dato tutto quello che deve dare..."

"Si è vero ora li sento anch'io, ma sono petali di violetta assieme a
frutta di bosco..mi sembrano dei..

"..mirtilli!"

"Si, bravo! Mirtilli, si mirtilli grossi e sugosi..ehi..guarda un po'
chi c'è la!"

L'amico si gira verso l'ingresso del locale, nella zona dove gli
avventori restano in piedi al banco.

"Franco?!"

Si avvicina un tipo che gli batte la mano sulla spalla, mentre cerca
di alzarsi per giungere a una stretta di mano.

"Seduto, seduto..come va?!"

"Bene, Andrea e io stiamo assaggiando questo Barbera, che ci fai qui?"

"Sono di passaggio sono venuto a salutare Anna poi me ne vado..."

"Sicuro che non ti vuoi sedere?"

"No, grazie sono davvero di fretta, un'altra volta ben volentieri"

"Ok, salutaci Anna allora!"

"Si, lo farò..ci vediamo.."

"Ciao.."

"Ciao Franco, a presto"

Il tipo dice "A presto" e si allontana per salutare altre persone.

I due amici al tavolo sono rimasti con un sorriso incollato, poi uno
dei due lancia uno sguardo verso i clienti e poi sussurra "Speriamo
bene per lui..".

"Si speriamo bene..con sti chiari di luna è sempre più difficile.."
dice mentre butta giù un sorso dal bicchiere e contrae le guance per
assaporare il più possibile il vino appena deglutito.

"Sai cosa mi ricorda?" aggiunge repentino.

"Chi? Franco?"

"Ma no, questo Barbera.." sul suo volto compare un mezzo sorriso.

"Eh? Cosa ti ricorda?"

"Non so, non ne sono sicurissimo, ma ti ricordi quelle caramelle di
gomma lunga.."

"No, aspetta..intendi quelle che avevano al circoletto?"

"Si, quelle bicolori rosse e gialle..anzi non le vedevano al
circoletto.."

"..ce l'aveva Mimmo!

"Si, ce l'aveva Mimmo, hai ragione!"

"Le metteva sempre sul banco perchè aveva paura che gliele rubassero.."

"Eh si, proprio quelle, allora ti ricordi il gusto? Per me sto vino sa
un po' di quelle caramelle"

L'amico annusa forte dentro al bicchiere, poi beve un bel sorso.

"Si, ma non quelle rosso e nere.." l'espressione dell'amico resta
agganciata a un pensiero in particolare: il sentiero nella sua testa
verso il ricordo.

"Hai ragione, erano quelle verdi e..."

"..e azzurre!" dicono all'unisono iniziando a sorridere.

Finiscono il vino nei due bicchieri poi uno dei due resta incantato a
fissare il bicchiere.

"certo che è strano..troppo strano." dice, come emergendo da un pozzo.

"Scusa?" l'amico lo fissa per un attimo.

"No, pensavo a quel tipo di prima.."

"eh allora?"

"Niente,non ti sembra che abbia..."

"Che abbia?"

"Eh che non sia strana tutta sta storia.."

"No, perchè? Non ti capisco.."

"Va be' fa lo stesso.." e dopo averlo detto si alza per andare a
pisciare.

(aM 12.2008)

lunedì, giugno 16, 2008

Ascolta questo!

Se cliccate qui, potrete ascoltare una playlist fatta da un internettaro 2.0.

Davvero bella, ci sono gruppi come Earth, Les Savy Fav, Beauty Pill.

sabato, giugno 07, 2008

Racconti solubili #11

"Potrebbe anche smetterla di fare avanti indietro con gli zoccoli!"

La vecchia signora del piano di sotto mi guarda con un'espressione di
chi ha davanti a sé Giuda Iscariota.

Quando ho aperto la porta me la sono trovata davanti così, in
vestaglia e sguardo truce. Dovevo capirlo dall'intensità degli squilli
del campanello e l'ora non proprio convenzionale che tirava aria di
guai. Ho pure commesso l'errore di arrivare nudo davanti al carnefice:
indosso un pigiama di molte notti e le ciabatte da doccia con la gomma
ormai alla frutta.

Più indifeso e alla sprovvista di così non poteva beccarmi la vecchia.

Le ho risposto con calma senza parlare, mostrandole i miei piedi come
per dirle "Mi scusi, le sembrano zoccoli, questi?"

Mi ha guardato vuota. Finita la sua invettiva si è bloccata di colpo.

Le vecchie così, come questa che mi abita sotto, non mi piacciono.
Tutte rinsecchite nella loro cartapecora che un tempo era forse
epidermide.

Cosa penseranno mai della loro vita in questa condizione?

Una condanna?

Magari hanno pure loro dei sogni che vorrebbero ancora realizzare che
le tengono tenacemente agganciate al respiro che le fa sopravvivere.
Finchè qualcosa non le stacca definitivamente la spina.

E' ancora fissa con lo sguardo su di me, ma adesso sembra aver paura.

Meglio così, almeno non aprirà più la sua bocca sgangherata. Non
riuscirei a rivederla ancora. Mentre parlava ho notato un colorito
giallo e ho iniziato a pensare a cosa deve aver lì dentro. Poi ho
sentito un brivido e ho provato a impormi di non pensarci. Ma io non
penso di pensare, cioè posso pensare che sto pensando, ma non sono io
quello che pensa di pensare. E' un casino, lo so, ma è così.

E allora ho rivisto la stanza dove morì zia Paolina, la sorella di mia
nonna. L'odore di quella stanza mi è rimasto addosso. La foto di Padre
Pio sul comodino, le ciabatte infeltrite, le caviglie gonfie, la
peluria sul labbro e quel bicchiere con l'acqua per la dentiera.

Mi sono dovuto concentrare sul rosso del suo maglioncino per
distrarmi. Ha funzionato, sono uscito da questo mantra sgradevole e mi
son messo a pensare alle cose che devo ancora fare e che mi piace
fare. Quanto vorrei fare sempre una cosa che mi piace fare e non dover
sopportare situazioni del genere.

Continua a fissarmi: c'è un elemento nel suo sguardo che mi costringe
a riflettere.

Vorrei tanto ammazzarla questa vecchia maleodorante! Ma la vita ha le
sue regole e i suoi tempi: non credo respirerai ancora a lungo vista
l'età. E poi ho un sacco di cose ancora da fare, i miei impegni hanno
la precedenza, metto su una faccia contrita e chiedo scusa lo stesso.

Ma che fa? Sembra sul punto di urlare...

Vuoi vedere che si è accorta di tutto?

Nella fretta di rispondere devo essermi dimenticato qualcosa.

Eh sì, povera donna ha ragione: ho ancora tutto il pigiama sporco di
sangue.

Se n'è proprio accorta, adesso dovrò ammazzarla per davvero.

Questo è un bel problema: ho ancora il bagno pieno di quel travestito
che ho portato a casa. Cioè di quel che ne rimane.

Glielo avevo detto con quei tacchi avrebbe fatto rumore, per fortuna
che adopero un machete e non una motosega, con tutte le vecchie che
c'erano in questo edificio...

(aM 11.2008)

domenica, giugno 01, 2008