martedì, maggio 26, 2009

lunedì, maggio 25, 2009

Addio Mario da Mario


L'altro giorno è morto Mario Benedetti.  La notizia ovviamente non ha raggiunto nessuna prima pagina dei giornali italiani, perchè a dispetto del nome, Mario Benedetti non era italiano ma uruguaiano: il più grande poetà vivente uruguaiano. 
"La morte è solo un sintomo del fatto che c'è stata la vita" è uno dei suoi numerosi aforismi per cui probabilmente verrà ricordato. 
Rodrigo Buchago, a cui adesso spetta la pesante eredità di poeta uruguaiano maggiormente famoso nel mondo ebbe già modo di dire su Mario "gli scrissi una lettera una volta ma mi tornò indietro", forse giocando sull'incomunicabilità tra due generazioni diverse.
Comunque, se cercate un testimone della vita, quella di tutti i giorni, lo troverete ancora nelle poesie di Mario.

(Mario Selaschetti)


sabato, maggio 23, 2009

Debord...iamo

Inutile scomodare Guy Debord, che in questa situazione sarebbe doppiamente adatto, come padre spirituale dei moti studenteschi e come teorico del potere della televisione e dei mass media sull’evoluzione della Società, siamo definitivamente diventati la Società dello spettacolo: un mondo in cui la Realtà coincide con quello che viene trasmesso. Questa cosa è talmente vera che adesso le manifestazioni del reale seguono le mode televisive del momento. Esempio: gli scontri del G8 università avvenuti ieri a Torino. In televisione sono passati i momenti delle grandi Kermesse e degli eventi da villaggio nazionalpopolare. Ora i palinsesti sono zeppi di trasmissioni dal format abbastanza simile: o reality o stile Saranno Famosi, in cui la componente reality è resa meno esclusivamente voyeuristica/esibizionistica, introducendo il concetto di premiare chi effettivamente sa fare qualcosa. Questo per soddisfare la crescente voglia del pubblico forse sempre più affamato di Realtà in televisione (già in questo si vedono i primi segnali di quanto la Realtà televisiva sia preferita a quella un tempo vera e reale). Così forse per la prima volta, invece di portare il reale in TV si assiste al contrario: diventa necessario adeguare la Realtà ai nuovi dettami dei palinsesti. Ecco quindi che anche il G8, una volta unico e globale, diventa un format replicabile in diverse occasioni e sedi (il G8 dell’Università, il G8 dell’agricoltura..). Questo per il piacere di tutti, organizzatori e partecipanti. No Global compresi, anche loro ormai parte di questo circo mediatico. Il corto circuito adesso prevede un bel reality in cui due squadre, da una parte delle persone tutte bardate e dotate di manganelli e fumogeni fronteggiano dei ragazzi vestiti trasandati che maneggiano bastoni e molotov. Da casa sarà possibile scegliere chi potrà partecipare al grande scontro di Piazza previsto nella puntata finale.


"Lo spettacolo è il capitale ad un tale grado di accumulazione da divenire immagine" (G. Debord 1931-1994)


lunedì, maggio 11, 2009

L'armistizio alla macchina del caffè

Il PD 100 Black Hornet rappresenta il futuro del lavoro in ufficio. Giuro, non scherzo. Questo mini elicottero potrebbe finalmente portare una ventata di novità nei rapporti di lavoro. Basta con le solite baruffe del lunedì mattina davanti alla macchina del caffè. Cose tipo "lo sai che Meregalli parla male di te" oppure "quello va in giro a dire che non fai un cazzo dalla mattina alla sera". E basta pure con i leccaculaggi vari, d'ora in avanti grazie a questo gioiello della tecnica si può andare oltre. Dopo il super uomo è arrivato il momento dell "Uber Angestellte". Potremo tutti mandare in giro per l'ufficio questi minielicotteri spia. Il capo li userà per vedere quante volte vai su feisbuk oppure per sentire cosa si dice di lui. Finchè un giorno si passerà alla minicontraerea, per distruggere questi spioni (un bell'oggetto da mettere vicino al portapenne). La risposta non si farà attendere e arriveranno i primi minibombardieri tattici per battere a tappeto gli open space dell'ufficio amministrazione. Andare in ufficio sarà come andare in guerra: finalmente qualcosa di diverso dal solito torpore.
E poi di colpo, l'ufficio risorse umane, imporrà la pace. Anche se qualche sindacato non ci starà e si darà alla macchia entrando in clandestinità nelle cucine della mensa.
Lo so ho scritto un delirio, ma adesso ditemi se questo articolo del Corriere è una stronzata peggiore oppure no?

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Now playing: Bat For Lashes - Glass
via FoxyTunes

mercoledì, maggio 06, 2009

lunedì, maggio 04, 2009

Storie dell'altro mondo

Inauguro una nuova rubrica, quella del "Bar O'Goto". Se non sapete dove si trovi cliccate qui. Ma vi avverto, dopo aver visualizzato la mappa, il computer si autodistruggerà, perché questo è un posto fuori dallo spazio-tempo convenzionale, un segreto per pochi che una volta appreso, potrebbe costarvi caro. Se mai vi capiterà di passare da lì vi accorgerete subito di essere testimoni di una singolarità, perchè nonostante in Liguria, il gestore (nome in codice Frank), vi tratterà bene e non vi manderà a cagare per il semplice fatto che gli chiederete un caffè macchiato o di andare in bagno (è risaputo che in Liguria il cliente ha sempre torto). Ma non solo, i personaggi che potreste trovare lì dentro o nel dehor prospicente, vengono da galassie differenti, da mondi paralleli o direttamente da un tempo diverso dal nostro.
Non scherzo, credetemi, se vi racconto la mia avventura dell'altro giorno. Entro nel bar per salutare Frank e ordinare la mia solita IPA (del Birrificio del Golfo), quando vedo seduto, quasi in disparte, un tipo strano con i pantaloni e la maglietta completamente strappata. I piedi scalzi e la faccia distratta, lontana. Di colpo mi sembra di riconoscerlo..."ma lei è il Dottor Bruce Banner..!" non finisco la frase che il tipo si alza, diventa verde e più grosso di un palestrato e poi, grufolando come un maiale, si allontana dal locale dopo aver spaccato un tavolo e un peschereccio ancorato di fronte al locale.
Gli va solo bene che non ero in vena altrimenti gliela facevo vedere io a 'sto Hulk....

domenica, maggio 03, 2009

Addio Mazinga!


Capita che tutto finisca, prima o poi.
Ti credi che non possa mai accadere, poi un giorno succede.  Piove che Dio la manda e tu le indossi tranquillo, come fai ogni volta che piove: sono le uniche scarpe che ti consentono un certo grado d'impermeabilità. Stavolta però te ne torni a casa, la sera, con i piedi fradici e capisci che è giunto il momento di cambiarle. Addio mie care "Mazinga", vi chiamavo così perché con quel tacco da scarpe per primi ministri di bassa statura (anche la Francia ha il nostro stesso problema), sembravo proprio il grande robot giapponese con i suoi piedoni cilindrici. Grazie a voi riuscivo sempre a superare anche le pozzanghere più profonde.
Non vi dimenticherò mai...