giovedì, giugno 18, 2015

Mantra

'Le tue valli, le tue anse, le tue mani

Le tue mani, i tuoi corsi, le tue rive

Le tue rive, i tuoi monti, le tue cosce

Le tue cosce, i tuoi mari, i tuoi occhi. 

I tuoi occhi, il mio respiro, il nostro voto.

Tutta la natura fuori e dentro di noi

Mantra di un mondo senza meta.'


J. S. Aparecido 2015


martedì, giugno 02, 2015

Something must break



Qualcosa deve rompersi
Qui dentro
O fuori qui
Forse
Ma dove non so

Qualcosa deve
Spezzare i fili
Che mi tirano 
Altrove
ma dove non so

Qualcosa deve
Dare un nome
A questa pena
Avvolta
Ma dove non so

Qualcosa deve rompere 
Questa paura
Che tiene ostaggio
Questo pezzo del tutto
Che si crede uomo

R. Buchago 2015

venerdì, maggio 29, 2015

Lezione. Illuminazione.

Osservare e non giudicare. 
Farsi bastare quel che c'è, 
quel che accade ogni istante. 
Tagliare le radici della speranza 
(Lurida puttana che ci trascini lontano dal presente, inutilmente). 
Avere coraggio di sostenere 
quella sensazione
Quella radiazione di fondo 
Nell'animo (sempre presente) 
chiamata paura 
Generatrice di disattenzione

Impalcatura di distrazione
Sulle nostre vite

R. Buchago 2015

giovedì, maggio 21, 2015

Assenza

L'amore non è mai legato alla presenza di qualcuno ma all'assenza del tuo ego. 

mercoledì, maggio 20, 2015

Suffer

Tutti noi non vogliamo soffrire. Ma pochi capiscono l'origine della sofferenza perché spesso la scambiano con la fine del piacere. 

lunedì, maggio 18, 2015

A kiss and goodnight

Ci saran tempi migliori e poi tempi peggiori e poi tempi migliori. Ma non ci saranno tempi in eterno. Pensa a questo e buonanotte. 


domenica, marzo 15, 2015

Blower's Daughter





"L'odore dell'aria

la sera

idrocarburi e umida tensione

Come un'immensa rinuncia

Scampoli di lacrime e saliva

Sulle tue gambe tremanti

come l'anima mia

instabilmente

salda"



J.S. Aparecido

giovedì, febbraio 26, 2015

Chi sei mai?

Di fronte al luogo
Dove muore la gente
In letti pieni di lacrime
E schegge di coscienza
Stanno due alti alberi
Appesi ai margini 
Di una fila di auto
Spente. 
Non mi è dato saperlo
Ora
Ma quante volte si augureranno
Quei morenti parcheggiati
Di aver il fusto
I rami e l'ondeggianti aghi
Al posto di questa
Lancinante sensazione
Chiamata
Corpo?

R. Buchago 2015

mercoledì, gennaio 28, 2015

Alla via così

'Febbre/Fermare i motori/abbandonarsi a quel che c'è/senza sperare /oh morte/se sarai così/sarai sempre la benvenuta' #RodrigoBuchago

sabato, gennaio 10, 2015

Ci siamo ancora?

Oggi il mondo è strano.
Gennaio è inverno ma fuori ci sono 24 gradi e un'aria che si muove calda e ti avvolge. Per strada avverti freddo uscire dalle case e dai cortili riparati, inversione termica metropolitana. 
In questa atmosfera bizzarra penso che siamo in fondo già tutti morti e stiamo solo aspettando di comprenderlo sono in fondo. 
Amen. 

martedì, gennaio 06, 2015

Geografia Onirica

C’è una cosa che mi frulla in testa da un po’ e dev’essere dovuta al fatto che da un po’ di tempo faccio sogni in quantità industriali. 

Sogni vividi, pieni di particolari e con una trama verosimile. E così, tra i tanti, ve ne sono alcuni che potrei catalogare assieme perché hanno un fattore comune ben preciso che io definirei con il termine di “geografia onirica”. 

Sono infatti tutti sogni in cui la mia mente, forse, reinterpreta paesaggi conosciuti o a volte anche solamente vagheggiati, stravolgendone le coordinate e le reali (?) caratteristiche. E così in città dove non esiste il mare lo faccio comparire con i suoi lidi, le sue darsene, le barche e tutto ciò che ne consegue. In altre città di pianura aggiungo una bella collina per regalarle maggior dinamismo al suo profilo, come il sogno che ho fatto ieri sera che adesso vi racconto.

La città è Cremona e io ci arrivo in macchina proveniendo da La Spezia. Lascio la macchina in un punto che sa di prima periferia, subito a ridosso di un centro - che so essere storico e medioevale - e in particolare vicino a un campetto sportivo e una concessionaria di qualcosa, forse un rivenditore di termosanitari. Vedo vicino alla palazzina che ospita la rivendita un campo recintato con reti a maglie verdi su cui sono stati legati dei banner pubblicitari. Da qui prendo una strada costeggiata da case basse, qualche villino vecchio che è stato inglobato nel tessuto più moderno della città e poi, annunciate da due torri che scorgo in lontananza, arrivo sotto alle mura. 

Sono mura medioevali o comunque con dei bei merli che le rendono tali. Medioevale vero, non finto gotico tardo ottocentesco. Da una porta entro in una piazza molto ampia, sembra quasi Prato alla Valle di Padova, con al centro una piccola collinetta con sopra quella che io ritengo essere la fortezza o il Castello di Cremona (che poi ho scoperto non esiste). 

Mi incammino attraverso una strada in salita verso il Castello e qui lo scenario cambia come solo nei sogni è possibile fare perché, arrivato sulla sommità della collinetta, mi accorgo che si può salire ancora e soprattutto, dalla posizione così elevata è possibile scorgere una sorta di piccola catena montuosa (sui 4-500 metri) costellata di piccoli borghi, ne scorgo almeno un paio. 

Vedo tutto questo da sotto un portico (?), una sorta di grossa edicola con gli archi a volta acuta, qui sì un po’ finto gotico tardo ottocentesco. Scatto due o tre foto col telefono giocando con gli spicchi di panorama e cielo che vengono incastonati tra le volte e le trifore. Il cielo è virato in ambra come una cartolina dei primi del ‘900, ma questo del resto è un sogno. 

Incontro un paio di persone del luogo e chiedo se si può salire per la stradina che sembra arrampicarsi verso le colline che ho da poco scoperto e una signora mi risponde di sì. Chiedo anche se ci sono case abitate, per confermare la mia percezione, e anche qui la risposta è positiva (“4 o 5 kilometri più avanti…”). Questa cosa mi affascina tantissimo perché rappresenta una scoperta straordinaria: ho sempre pensato che Cremona fosse in pianura, anzi nella pianura più pianura che c’è: la bassa padana. E poi adoro le colline.

Decido di scendere e riprendere la macchina, inizia a salire un po’ di ansia di non riuscire a ritrovar il luogo dove l’ho lasciata. La strada in discesa è un vialone molto largo, sembra uno di quelli che si possono trovare in grandi città, mi viene in mente (adesso che scrivo)
viale Regina Margherita a Cagliari ad esempio.

Durante la discesa guardo le case in stile Liberty fine ottocento che costeggiano il vialone in discesa a quattro corsie (due a salire e due a scendere). Sugli scalini di una di queste abitazioni ci sono dei giovani ragazzi che scambiano delle frasi con un adulto che, come me, sta scendendo: capisco che è il loro professore di qualche materia a cui loro chiedono, per scherzo, di non fare qualcosa (interrogazione?).

Arrivo nella piazza da cui sono partito, quella grande con sopra la collina del Castello e mi fermo sotto la porta medioevale a fare foto, anche qui gioco con i ritagli del cielo. Si è alzato del vento e io ripercorro il viale in senso inverso che va verso la periferia. L’ansia di non trovare il posto dove ho lasciato l’auto cresce a dismisura. 

Non riesco a camminare in avanti e penso sia il vento. Provo fastidio. Un paio di persone mi guardano e sorridono. Mi sforzo, ma niente. 

Solo fatica e fastidio.

Forse è anche per questo che mi giro nel letto, oppure cambio scenario nel sogno, non so, e mi trovo a parlare con mio padre (che è ancora vivo e quindi niente numeri del lotto, ;-D). Gli racconto la mia "scoperta" sulle colline di Cremona. Lui sembra interessato e così gli racconto di come tante volte io abbia in viaggio lambito Cremona, andando con la macchina sull’autostrada Piacenza-Brescia, senza mai fermarmi a visitare la città che pur ritengo molto interessante.

In questa parte di sogno ho modo di verificare, forse su Google Maps, che le colline esistono veramente e la cosa mi riempie di gioia. Questa gioia mi resta per qualche secondo non appena mi sveglio, davvero.

Adesso che forse sono sveglio davvero ho controllato e niente, purtroppo niente collina vicino a Cremona, la più vicina è a San Colombano al Lambro, che è un posto davvero bello e strambo. C'è pure un vino bianco frizzante, derivazione dell'Ortrugo piacentino, che d'Estate si può bere, ma questa è un'altra storia.