martedì, aprile 01, 2008

Racconti solubili #6 (parte 1)

(continua dal blog successivo...strano eh?!)

Arrivare a pagine 50 è stata una vera pena. Non riuscivo a concentrarmi. Invece quando leggo il giornale il tempo passa, passa veloce. Fuori è già buio, non si vede nulla. Solo neon di qualche capannone, lampioni di strade, fari della coda di auto sparate fuori dalla città. Il grande centro commerciale. Mi rituffo sull’articolo che parla della serie B e mi c’inoltro senza difficoltà. Quando sposto la gamba urto quella del vecchio. Alzo lo sguardo e chiedo scusa con la mano e con l’espressione del viso. Mai visto, eppure li riconosco tutti i passeggeri qui. Non c’ho mai scambiato delle parole, ma i visi, i vestiti e le loro espressioni li conosco bene. Passo più tempo con loro, ormai, che con mia moglie e i miei figli.
Il vecchio mi sorride poi si alza il pantalone della gamba che gli ho scontrato sino al ginocchio, lasciandomi vedere una protesi di legno. Sembra un birillo d bowling rovesciato con la punta tonda all’altezza della caviglia (dovrei dire al posto della caviglia). Dev’essere lo snodo che permette alla parte nella scarpa di simulare il movimento del piede. Mi guarda e mi dice “non ho sentito niente, non si preoccupi” poi sorride dando due colpi con le nocche sulla protesi. Toc toc. Abbozzo un mezzo sorriso e cerco subito di cambiare discorso con lo sguardo, mi giro verso la ragazza carina seduta al suo fianco. Sorride anche lei. Le ricambio il sorriso aggiungendo nell’espressione del mio volto un ammiccamento come per dire “tipetto strano questo vecchietto”. Non so dire come ci riesca a farlo, penso solo a stirare la bocca all’indietro, spalancando lievemente gli occhi. Si una cosa così. Mi dimentico anche che il vecchio può avermi visto, ma la ragazza mi affascina e poi ricambia il mio sguardo. M’invento una faccia piacente e la indosso.

(continua)


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