(a Massimo V.)
Sono eccitatissimo e mi sento anche un po’ pirla per questo.
Chiedo scusa al tipo a destra perché nella fretta di agguantare il treno devo averlo spinto un po’.
Mi ha guardato male, ma tutto passa. E’ venerdì sera e per giunta molto più speciale di un normale venerdì sera. Che già è speciale di per sé. Ho preso il treno prima e così potrò prepararmi con calma. Prenderò la borsa, che mi ha preparato la Silvia, un bacio ai bambini già a tavola, e poi di filato al campo in sintetico del Circolo “Amici del Bosco”. La finale del torneo di calcio a 5 Memorial “P. Rossi”. Niente di meglio di una sgambata per scaricare la tensione di una settimana di lavoro. Che se ne vadano tutti a cagare…loro e quella presentazione per lunedì. Mi sono portato dietro il computer, domani o domenica una botta e la metto giù. Spero solo di non ridurmi a finirla domenica notte, dopo il posticipo. C’è il derby e me lo vado a vedere al bar. Speriamo di non perderlo. Non ce la farei a lavorare con la sconfitta in testa. No, domani lo finisco. Stavolta non faccio la stessa fine dell’altra volta. Mi siedo pure dal finestrino, che culo!
Devo sembrare stralunato questo vecchio mi fissa con attenzione. Mai visto, eppure li riconosco quasi tutti i passeggeri qui. Stesso tragitto dal lunedì al venerdì negli ultimi 15 anni, salvo ferie e feste comandate…e le malattie. Poche. Mi tocco mentre lo penso, con attenzione visto che davanti a me, a fianco del vecchio c’è una bella ragazza. Sui 25, capelli neri lisci. Sorrido e lei ricambia.
Che sia la mia giornata fortunata? Penso al match di stasera e al week-end davanti, poi tiro fuori dalla borsa il Corriere e vado subito alle pagine dello Sport che mi sono tenuto da leggere da stamattina, all’andata. Queste cose riesco a leggerle senza perdere il filo. Con i libri non ci sono mai riuscito eppure c’ho provato. L’ultimo tentativo l’ho fatto con un libro che mi ha fatto comprare un mio collega. Un tipo strano, un artistoide che in banca gli fanno fare sempre i progetti speciali. Non è proprio tagliato per la banca. Ho letto le prime 50 pagine e poi l’ho lasciato a casa, nel portariviste che ho in bagno tra la tazza e il bidè. Magari lo finisco prima o poi. Strade blu, già dal titolo dovevo capire che era una minchiata.
(continua)
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