Roberto Schiappacasse – “Potrei forse...” – Ed. Feltrinelli
Un’opera dalle tinte sfumate questo romanzo d’essai di Roberto Schiappacasse.
Dopo il discreto successo di “Quale sarà dei due?” torna la narrazione indecisa del giovane autore spezzino, ma di cittadinanza panamense.
Ecco di nuovo una rappresentazione della vita come dubbio eterno, come scelta da intraprendere eternamente e incessantemente.
Non aspettatevi quindi verità assolute o affermazioni sicure da “Potrei forse...”, versione moderna del più classico “asino di Buridano”.
Sebastiano Bivio, il personaggio del romanzo, si trova davanti al proprio televisore di casa alle prese con una decisione difficile da prendere: ha infatti appena installato il decoder digitale, quando dallo schermo appare la scritta “Premere OK per aggiornare la lista dei canali” .
Sebastiano resta bloccato sulla sedia in bachelite dai mini quadretti verdi della sua cucina non abitabile. Sul tavolo una bottiglia con il tappo in metallo piena di acqua e idrolitina e una copia di R.I.D. (Rivista Italiana Difesa).
La scelta, un vero tabù, la cosa più difficile da fare, per uno che ha sempre avuto difficoltà a scegliere: un lungo flashback riporta il personaggio ai tempi del Liceo, all’angoscia con cui cercava d’identificare il significato corretto di quel termine latino che sarebbe stato necessario inserire nella traduzione.
La scelta inesorabilmente risultava sbagliata: restava in lui la sensazione di un mondo in cui deve essere lasciato al destino, e non agli uomini, il compito di scegliere. E se qualcosa va male, così, è solo colpa del destino.
Da questo punto la trama riparte sino a mostrare tutti i momenti salienti e le decisioni importanti della vita di Sebastiano: il modello del telefonino (Motorola con il Flip o Nokia a tasti scoperti?), l’allestimento della sua Ford Fiesta (sedili canna di fucile o verde bottiglia?), cambiare definitivamente sesso o continuare a vivere la sua vita di donna imprigionata nel corpo di un uomo a cui comunque piacciono le donne?
La pressione del pollice sul telecomando, indeciso sul da farsi, (dare corso a quanto richiesto dal decoder digitale oppure lasciare tutto come prima?), crea quella tensione che permea tutta la trama del libro e che porterà il lettore a farsi molte domande. Domande che resteranno inesorabilmente senza risposta.
Interpellato sul motivo di questo universo narrativo basato sull’indecisione e sul dubbio, l’autore non ha saputo fornire una risposta definitiva, trincerandosi dietro una selva di “mah”, “Chissà” e magari.
A questo punto la scelta di acquistare questo libro è tutta vostra.
O forse no.
1 commento:
Sono andato subito comprarlo, seguendo il tuo consiglio..Vergognati è un'opera immonda! Adesso se scopro dove abiti vengo a casa tua a chiederti i soldi...
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