giovedì, agosto 11, 2011

Fear and Loathing in Las Pezia.





Consigli di viaggio in terra spezzina per un caro amico da un esule lontano.

Mi raccomando porta sempre con te costume, asciugamano e un plaid perché potrai sempre avere o trovare occasioni per usarli.

Eccoti alcune proposte di itinerario che con l'auto puoi agilmente provare.

Parto da lontano, poi mi avvicino, eh...

- La ValdiVara e Poldark.
Dal mio punto di vista la parte più interessante perché poco conosciuta. Un mare di alberi e di verde in estate, il trionfo delle atmosfere gotiche da sceneggiato inglese di autunno e inverno (qualcuno oltre a me ricorda l'angoscia che generevano le atmosfere seppiose di Poldark? Se si scrivetemi per cortesia..). Sono colline coperte da boschi, mai dolci nella loro ascesa, terra di funghi, castagne e cinghiali. I borghi si nascondono in queste distese e appaiono randomicamente con le loro case in pietra, chiese gialle del '700 (salvo qualche pieve romanica) e qualche sparuta rocca. Se Cristo si è fermato a Eboli è probabile che qualche altra divinità sia rimasta impantanata anche qui assieme al tempo. Lo noterai entrando nell'unico negozio di questi paesini che funge da tabacchi, alimentari, giornali e parafarmacia. L'odore di vecchi odori di prima dei supermercati e le bottiglie di Punt e Mes e Biancosarti ancora in vendita te lo faranno percepire chiaramente.

Se vuoi vedere un curioso borgo rotondo con tanto di castello, carrugio, tanto verde e una piscina se serve allora devi andare a Varese Ligure.
Qui hanno usato davvero bene i fondi europei, inventandosi una specializzazione in cose biologiche e altri merletti.
Sulla strada, venendo da Spezia con la statale, ti consiglio due deviazioni per il pranzo.
Una veloce nel senso che è proprio sulla strada e richiede una minima deviazione poco prima di Borghetto Vara e cioè Memola con la trattoria "il Molino Dei Rossi" (ecco il dettaglio mappa). Qui è d'obbligo assaggiare i loro ravioli al ragù. E se poi vuoi dormire ti puoi sempre sbattare con il tuo plaid nel boschetto di fronte.
L'altra più lunga: sali ai 1.000 metri di altezza dei Casoni, uno scorcio di Alpi a due passi dal mare si potrebbe dire. In questa cornice di malga alpina, proprio in cima c'è una trattoria sgarruppata di cui non ricordo il nome (ma tanto è l'unica) - mi pare sia trattoria dei cacciatori o degli alpini - riferimenti mappa. Qui puoi trovare a prezzi ridicoli, se disponibili, funghi, cinghiale e cacciagione oltre a formaggio e vino prodotti dai propritari. Non scordare il plaid perché fa sempre fresco.


- Sarzana, Bocca di Magra, Montemarcello e il golfo di Spezia di levante.

Sarzana è una città d'arte che ben rappresenta cosa sarebbe stata l'Italia se avesse vinto il PD di Veltroni: un posto tranquillo, pieno di arte e di abitanti snob di sinistra. Ipercoop come cattedrali laiche in ogniddove e nessuna traccia di industrie e operai in giro, se ci sono li hanno nascosti bene. Ci ho fatto il Liceo beccandomi spesso l'accusa di "fascista" da parte di qualche arguto figicino nel caso non la pensassi come la linea programmatica del partito. Ne ricordo in particolare uno figlio di un noto esponente politico locale che abitava in una villa maestosa alle porte del paese. Un giorno per non deluderlo lo presi a calci nel culo all'uscita della scuola. Me lo permise la mia maggior età e la mia mai del tutto domata vena di anarchia: fondamentalmente, se posso (e non sempre come in questo caso), vivo e lascio vivere e se tutti dicono di fare una cosa faccio l'altra (quindi no fascismo, no comunismo, no doroteismo, no..ci siamo capiti).
Dimenticavo Sarzana, una bella visita alle mura inglobate e nascoste nella città, un salto da Gemmi (se esiste ancora) per gelati e pasticceria varia, una ascesa (in auto) alla Fortezza di Castruccio Castracane, Visto il nome non è un posto da cani tutto sommato. Giusto per aggiungere un po' di san campanilismo ti dico che i sarzanesi sono molto più vicini per dialetto e affinità elettive con la vicina Carrara. I miei amici di lì al sabato pomeriggio, invece di venire in via del Prione a Spezia, prendevano la corriera in direzione Carrara.
Da Sarzana puoi andare velocemente in spiaggia se prendi la strada per Marinella (in pratica la Riccione dei poveri del nord) e/o Fiumaretta (un filo più snob ma paesaggisticamente uguale se non peggio: le ringhiere dei suoi condomini tristi da seconda casa sono arrugginite e tristi come i gerani smunti sui balconi delle case degli anziani nelle grande città) oppure virare decisamente verso Bocca di Magra.
Su Bocca di Magra non posso che dirne bene perché mi ci sono sempre trovato bene, ma il mistero è perché. Bocca di Magra è infatti un normalissimo paesino che si sdraia affianco al fiume Magra nei suoi ultimi spasmi verso il mare e si può vedere forse il più grande estuario di fiume che sia in Liguria: terra non proprio famosa per i suoi corsi di acqua, appunto. In questa commistione tra acqua dolce, acqua salata, barche e camper non vi è traccia di spiaggia degna di nota, quindi ho hai la barca oppure ti devi accontentare di passeggiare nel lungo paese. Ed infatti le mie peregrinazioni a Bocca di Magra avvenivano spesso le domeniche pomeriggio non di Estate o le sere di Estate quasi sempre per prendere un gelato o una cioccolata calda nei bar della punta e poi tornare kilometri indietro a riprendere la macchina nel parcheggio e la via di casa.
Nonostante questo, ripeto, Bocca di Magra non mi dispiace e la ricordo sempre in maniera positiva.
A questo punto se uno vuole giocarsi il Jolly può prendere la salita verso Monte Marcello (una volta sede del più triste Zoo del mondo: si mormora che persino la Iena ospite piangesse tutto il giorno) e godersi l'incredibile spettacolo della vista e cioè un 280 gradi sulla Versilia, il mare aperto e il Golfo della Spezia. Se sei fortunato potresi scorgere la Capraia e (ma è dura) la Corsica.
Dopo Monte Marcello scendi in picchiata verso Lerici. Qui se vuoi, lascia la macchina in uno dei parcheggi perimetrali e prendi il bus perchè é tutta ZTL. Lerici è carina, anche se a me non è mai piaciuta (ma de gustibus). Visita se vuoi il Castello ed è tutto qui. San Terenzo è molto più caratteristica, meno paesone, più liberty come la villa dovè Shelley soggiornò assieme a Byron e forse Keats (non ricordo). Ad ogni modo la denominazione "Golfo dei Poeti" viene da questi poeti inglesi romantici. Montale, infatti, arrivò solo fino a Monterosso nelle 5 terre, ma questa è tutta un'altra storia. Potrei dirti di Tellaro ma non so se la frana sulla strada che la collega con Lerici è stata risolta o meno: in ogni caso io ho pochissimi ricordi di questo borgo che ha ospitato fior di artisti tra cui Soldati e Attilio Bertolucci. E forse è anche per questo che non ricordo molto.
Se vuoi mangiare a Solaro, sopra Lerici (e ci puoi arrivare con l'auto) c'è un circolo Arci che fa da mangiare pesce a prezzi modici e qualità media. Ecco l'indirizzo.

Detto questo, non so perché ma a me la parte di Levante piace meno, preferisco la parte del Golfo che ci sta di fronte. Sarà forse perché sotto la collina di Pitelli l'ex proprietario di una concessionaria di Citroen e di vari terreni ci ha fatto nascondere i peggiori veleni che si potessero? Non ricordo.

Dicevo..? Ah sì, la parte occidentale del Golfo, solo che per arrivarci sei costretto a passare dalla tremenda città capoluogo di provincia e cioè Spezia.

- Spezia (per quelli di fuori "La Spezia").

Mussolini quando negli anni '20 la creò come provincia ci fece pure mettere davanti un bell'articolo. Qualcuno gli aveva raccontato che la cità nel medioevo era un fiorente porto commerciale dove arrivavano spezie e merci dall'oriente e così la battezzò "La Spezia". A dire il vero lo stesso mi raccontò la mia maestra alle elementari. Peccato che sino all'1800 inoltrato il Golfo era di fatto una malsanissima palude, a ricordarlo il nome del noto quartiere degli "Stagnoni" e che fu la costruzione dell'Arsenale militare a regalare alla città un porto, un lungomare a prova di malaria e una popolazione in gran parte meridionale e spesso razzista nei confronti delle reclute che venivano a fare la leva proveniendo principalmente da località del sud.
Spezia è un limbo, un ponte tra le parole "5 terre" e "traffico da container" non avendo mai risolto, grazie a una classe politica che tutta l'Africa Equatoriale ci invidia, l'eterno dilemma tra un futuro di terziario avanzato legato al turismo e uno di città portuale e industriale. A favore del primo punto una ricchezza di luoghi da far invidia a molti altri distretti turistici, a favore del secondo qualche politico da mantenere con cariche e prebende tipiche della Casta italiana. E così a Spezia, ma la situazione sta lentamente migliorando, ci sono pochi alberghi e milioni di container che danno lavoro a qualche politico e qualche autista di TIR. Inoltre dragheranno il fondale del Golfo per far passare navi ancor più grandi, riportando alla luce chissà quali schifezze che finiranno dritte dritte sui fondali. Perciò amico mio ti consiglio di assaggiare al più presto i muscoli (alias "cozze") di Spezia che crescono nel Golfo. Ti consiglio, dovresti trovarli al Ristorante il Palombaro (vedi dopo), i muscoli ripieni: forse la ricetta più tipica e ancora in vita della cucina locale (la Mesciua, una zuppa di cereali, viene preparata raramente e in alcune Osterie tipiche come "Il Moccia", "Da Caran", "All'Inferno" (ne parlo dopo) se esiste ancora).
A La Spezia troverai qualche museo abbastanza inutile (c'è pure quello del Sigillo!) tra questi ti consiglio quello più scenografico e cioè quello militare dell'Arsenale. Quello di Lia, considerando che le opere sono il frutto di anni ed anni di elusione (eufemismo per evitare querele) fiscali, francamente lo darei alle fiamme, ma vedi tu.
Mio nonno aveva un banco di frutta e verdura nel mercato che si tiene tutte le mattine, domenica esclusa, se vuoi farci un salto lo troverai in piazza Cavour, ma chiedi piazza del mercato perché la conosco tutti così. Dal punto di vista architettonico la copertura del mercato vrappresenta una delle ultime grandi opere della città e già da qui dovresti capire in quale stato versi Spezia. Oltre a essere brutta, presenta qualche errore funzionale e di costruzione che ne rendono onerosa la gestione, giusto per non farsi mancare nulla. A volte solo per farmi del male in maniera gratuita guardo una vecchia cartolina dei primi del '900 con le vecchie coperture, così semplici e così belle rispetto all'incubo odierno.
Ebbene nei pressi del Mercato in una stradina limitrofa puoi scendere in un attimo all'Inferno (e scendere veramente dato che il locale è in un sottostrada), una delle ultime trattorie old style di Spezia.
Qui, patria di tutti gli operatori del mercato, puoi trovare le ricette tipiche senza troppi fronzoli e senza spendere troppo.
Poco distante da qui trovi l'altro monumento storico della gastronomia locale e cioè La Pia (anche detta la centenaria per i suoi anni di servizio). Qui, uomini più simili a fabbri o a dannati vista la vicinanza con "l'Inferno") operano senza sosta la creazione della pizza (quella alta da taglio) e della ben più locale Farinata (farina di ceci, acqua e olio di semi). Non darmi del folle, ma la visione di questi energumenti sudati alle prese con il caldo dei forni a legna e delle pesanti teglie roventi (soprattutto quella enorme della farinata), mi hanno sempre deliziato e rapito l'attenzione per quei lunghi minuti, divenuti veloci, in cui attendevo di essere servito dal più abile con il coltello. Rapidi tagli nella teglia e tutto era finito. Ancora oggi tappa obbligata magari per uno spuntino pomeridiano.
Ti ho già raccontato di come Spezia sia diventata una delle capitali italiane della musica Puncarocche? No, allora preferisco fartelo raccontare dai diretti responsabili. Vicino al quartiere di Valdellora c'è il mitico circolo ARCI La Skaletta delle Sorelle Pantani custodi di questo tempio della musica alternativa. Qui si esibiscono gruppi di tutto il mondo purché non appartenenti al mainstream. Ci suonano spesso i Manges, uno dei due gruppi storici di Las Pezia assieme ai Pee-Weas di Hervè che gestisce l'altro grande locale musicale della città e cioè il circolo Arci Shake. Fossi in te io un salto ce lo farei anche solo per bermi una bella Tennents alla spina e osservare la fauna locale di punkaroccher, fossili dark e (se sei fortunato) Mods.

Se poi superi lo schifo per le mura dell'Arsenale, sempre più ridotte male e sempre meno comprensibili da un punto di vista sociale e architettonico, e ti dirigi verso la parte occidentale del Golfo ti puoi mettere in marcia per Portovenere o, salendo sulla litoranea affrontare un vero tuffo al cuore paesaggistico verso le 5 Terre via auto.

- Portovenere e le Isole Palmarias (le 6-scel de noantri).

Portovenere: altro che Portofino! Il borgo, la palazzata, la chiesa di San Pietro, il carrugio e il Castello. Pura poesia (meglio se nei giorni feriali, però).
Se ci arrivi in macchina e riesci a trovare un parcheggio cerca subito una ricevitoria e giocati dei numeri al lotto.
Magari fermati al paesino prima "Le Grazie", scendi verso il mare e tieni la destra sino al Bar "O'Goto" gestito da un torinese (il mitico Franco), davanti al molo delle grandi barche a vela con skipper e turisti internazionali troverai più facilmente parcheggio Qui devi assolutamente assaggiare la birra ambrata alla spina (del Birrificio del Golfo che produce birre English Style) e puoi anche spiluzzicare qualcosa. Stare seduti lì fuori con la birra in mano, sentendo parlare spezzino, inglese, svedese o olandese, e vedere il tempo passare sul mare resta una delle mie aspirazioni massime. Se poi vuoi farti un regalo vai a mangiare al Palombaro: cucina di pesce tradizionale, ma fatta molto bene. E fatti consigliare (se c'è ancora) dal cameriere con il pizzo dalla tipica cadenza spezzina nel parlare, ci sa davvero fare e ti consiglierà bene. Se invece vuoi veramente esagerare puoi prendere il traghetto e andare sull'Isola Palmaria, che in fatto di bellezza dell'acqua non teme confronti con la Sardegna (soprattutto nella zona cosiddetta del Pozzale e cioè quella esposta al mare aperto) e andare alla Locanda Lorena, consigliatissimo soprattutto a cena dato che incluso nel prezzo c'è anche la vista sul tramonto, alle spalle della Chiesa di San Pietro. Certo portati dietro gli assegni visto il costo.

- Le 5 Terre.

Su questo argomento ti lascerò solo poche parole. Meglio vederle in primavera a piedi sui sentieri o col treno. Non fanno parte dell'Italia e te ne accorgerai dal fatto che sarà difficile sentir parlare italiano. Forse non fanno nemmeno parte del mondo e la galleria che divide Spezia da Riomaggiore altro non è che una porta su un'altra dimensione. Sono posti così belli che mi piacerebbe viverci e perchè no morirci, magari in una giornata di vento, con gli occhi puntati verso l'infinito del mare.
Comunque se devo sceglierne una ti dico Corniglia e non avrei potuto dire altro ben almeno due motivi. Il primo è perché da bambino ci ho passato diverse estati e quindi è una questione di affetti. Il secondo è perché lo consiglia anche Frank Mengoni nella sua Tourist Guide 2012 (deve ancora uscire ma ne ho avuto un anteprima: clicca qui per vederla clicca qui ). A Corniglia se cerchi un posto dove mangiare vai dal mio amico Agostino nella sua Osteria Mananan. Certo se gli sei antipatico è probabile che ti mandi affanculo, ma ti assicuro che la cucina è assolutamente fantastica, tutto fatto in casa e senza troppi barocchismi. Bevi il bianco della casa che è fatto a Ceparana (ricordi la ValdiVara), ma con uve locali. E poi fiondati alla fine del paese sul belvedere di Santa Maria a goderti il mare e la vista sulle altre 4 terre. Oppure sali verso la torre e fai lo stesso. Anche dal cimitero si gode una vista bellissima, ma per andarci non c'è fretta.
;-D

- Val di Magra.

Se poi un giorno vuoi uscire dal territorio ligure e fare un salto in Toscana puoi tentare la sorte in Lunigiana. A essere sinceri poi della Toscana, questa zona ha molto poco a partire dal dialetto che non è per niente simile al toscano. Pontremoli è una città d'arte molto carina e di ricca cultura letteraria: come di sicuro sai, gran parte dei venditori ambulanti di libri provenivano da questo paese e portavano le loro bancarelle nei principali mercati del nord e del centro Italia. Da questa tradizione è poi nato il premio "Bancarella". Ti dico questo solo per dimostrarti che in fondo non sono una persona ignorante, eh?!
In Lunigiana si mangia bene, la natura ubertosa delle colline che diventano montagne trionfa in tavola con funghi, farine di castagne, torte di verdure e cacciagione. Se poi vuoi assaggiare una delle ricette più famosee caratteristiche della Lunigiana (e anche della bassa Valdivara) devi andare a Podenzana e assaggiare i testaroli e i panigacci. A Podenzana, un piccolo borgo di 4 case e 3 ristoranti il testarolo è una religione. Scegli tu il ristorante tanto fanno tutti la stessa cosa (es. "La Gavarina d'oro"). Solo una piccola lezione. Testarolio e panigacci hanno una nascita comune nel senso che sono piccole focaccette di acqua e farina cotte dentro a contenitori di argilla (detti "testi") che vengono arroventati nel camino. Siamo nel pieno della tradizione povera - di un tempo - di queste parti. La differenza è che i testaroli vengono poi bolliti per poterli arrotolare a mo' di sigaro per poterli condire con olio e formaggio o con il pesto o con il ragù. Ne esiste una versione cosiddetta "cunza" dove un testarolo gigante viene tagliato a quadrotti per ottenere una sorta di piccola tagliatella da condire come la pasta tradizionale. Il panigaccio invece viene servito appena uscito dal testo (e quindi dal camino) e deve essere rigorosamente farcito con formaggio molle (stracchino o gorgonzola) e affettati vari. Io adoro farlo su con salsiccia, stracchino e un aggiunta di pesto: sono un inguaribile vizioso, lo so.

Come sistemazione per la notte il B&B il Parco a Piana Battolla è un mix perfetto di comodità e prezzo (intorno ai 30 Euro a persona per essere trattati con gentilezza in Liguria è davvero poco) e se ci andate intorno al 15 agosto c'è pure la sagra di San Rocco con il suo Asado (regalo di emigranti tornati dall'Argentina) e i suoi fuochi.

Insomma, la provincia spezzina è una zona piena di risorse per dare ristoro al corpo e all'anima, come puoi ben immaginare da un suo noto proverbio:

"Na pissada sensa peto, l'è come 'n violin sensa archeto"