giovedì, agosto 15, 2013

...

HopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradimeHopauradime

lunedì, agosto 12, 2013

Buddha e Alprazolam - la fine dell'Ansiageddon agostano.

La fatica di Sisifo è la metafora della nostra vita e questo lo hanno scritto in tanti. 
Da tre anni pratico una forma di meditazione che oserei definire Buddhista e l'ho fatto per rispondere a quella che all'epoca avrei definito 'una tragedia' e alla simpatica sfida di una persona che tiene nella cantina del proprio animo, una discreta scorta di attacchi di ansie depressive, pronte per ogni occasione a essere servite con un bell'attacco di panico.

Il mio periodo dei monsoni ansiogeni è l'agosto, questo ormai l'ho capito e non ci posso fare nulla: la mia mente attraversa lo spazio delle ansie cadenti e il mio cielo esistenziale ne viene colpito pesantemente. Tutto quanto diventa una merda e una potenziale minaccia alla mia esistenza.

Negli ultimi tre anni però, avevo recuperato una certa centratura e pensavo di essermi rimesso in piedi. Le grandi crisi di ansia, veri e propri attacchi di panico, mi avevano quasi abbandonato e la vita aveva preso a girare meno confusa. In questo tempo mi sono anche accorto di molte cose inutili che tenevo in vita nella mia testa, come posticci o rituali senza senso dell'esistenza.
Quest'anno, con l'arrivo dell'Ansiageddon agostano, ho cercato di restare centrato utilizzando le tecniche di meditazione apprese e per un po' ho portato a casa la pelle.
Ma poi, di colpo, ho iniziato a svegliarmi intorno alle 2 di notte in preda a vere e proprie allucinazioni di terrore pure. Ho provato a stare con loro, a osservarle, a lasciarle andare, invano. Erano più forti di me e la breccia nel muro della mia diga assai fragile è saltata e mi sono trovato sul fondo della mia dignità, a un attimo dal mettermi a piangere per non sapere dove sbattere la testa. Senza sonno, senza fame, spaventato da tutti gli altri attorno (che percepivo come assoluti vincenti), con la voglia di trovare conforto nelle persone vicine che subito si tramutava in una sensazione di inutilità: il dolore non puoi dividerlo, è tutto tuo, che ti piaccia o no.

Ho osservato i periodi di ansia (in cui la quiete mi pareva assurda) alternarsi a momenti di quiete (in cui l'ansia mi pareva assurda). Lo stesso particolare del lavoro, pietra dello scandalo, diventa in un caso l'inizio della terza guerra mondiale oppure la chiave del paradiso a seconda dell'uso che la mia mente, piccola ed egoica, mi vuole far vivere.
Ma la piccola scorta di consapevolezza, la Vera mente spaziosa (ma nel dirlo già la snaturo), che mi consente soltanto di avere una piccola capacità di vedere arrivare queste ondate di ansia e quiete non poteva salvarmi e così mi sono buttato nelle mani della chimica: una bella dose di Alprazolam con le sue Benzodiazepine così ipnotiche e così addictive. Nel giro di 15 minuti, prendendo queste gocce, sono diventato un altro uomo e l'ansia se n'è andata.
Ho continuato ad osservarmi per capire dove fossero andati i cattivi pensieri, ho addirittura provato a ristimolarmi l'ansia utilizzando le frasi e le immagini che sino a 15 minuti prima avevano il potere di farmi precipitare nella disperazione e niente, niente ansia. Le frasi sparivano, come inghiottite da qualche parte nella mia mente. Miracolo.

In tutto questo la cosa che più mi ha dato fastidio è stata quella sensazione di tradimento verso il percorso spirituale: ma come? IO mi fidavo di te, speravo di essere più forte e grazie te inscalfibile dalle ansie del tempo e invece...e invece questa è la più grande lezione che la vita potesse darmi: mi stavo attaccando alla pratica come a un'altra qualsiasi forma di desiderio vacuo.

 Adesso devo avere forza, fiducia e saggezza. Il retto sforzo direbbe il Buddha. E allo stesso tempo non attaccarmi troppo alla speranza che la Via mi possa salvare. Soffriró e usciró da questa storia passandoci attaverso consapevole, senza evitare di osservare tutta l'avversione che l'esperienza di certe cose mi porta. E senza farmi addormentare dalla chimica, anche se a essere onoesti, terrò sempre una confezione di Alprazolam vicina, da utilizzare in caso di emergenza, quando le forze di Mara in campo sono troppe per un piccolo sciocco aspirante illuminato (nel senso di libero dalla sofferenza) come me.

Vincerò, ne sono sicuro, magari lasciando cadere il pesante fardello del difendere strenuamente l'immagine di un me di successo (è importante dire che è ovviamente una mia immagine mentale visto che dall'esterno nessuno potrebbe mai pensare questo di me), mai perdente e mai in errore. Un fardello che scopriró inutile e dannoso. Sì, vincerò per perdere tutto e tornare a vincere. Che casino. Abbiate pazienza sono sotto ansiolitici. Forti. ;-D


giovedì, agosto 01, 2013

Agli amici assenti (che a dispetto del testo della canzone sono ancora vivi e ritornano, eh?!)

"A te
che ho chiuso nel cassetto delle cose
che mi tengono appeso
al vecchio caro mondo dei desideri che sto
con delicatezza
lasciando scorrere quieti senza più graffi e sospiri
A te
che mi conosci chiuso
nel segreto del mio universo
che è anche il mio spettacolo
dico che ti rispetto
come la nuvola
che passa
che sola segue il ritmo di tutti noi senza curarsi di sè

Possa sempre esistere il piacere della scoperta
 senza la prigione del suo possesso
Amen"

R. Buchago 2013




La poesia del grande poeta uruguagio per festeggiare la liberalizzazione della mariuana in Uruguay

"Uruguay, oh! Uruguay.. Uru..guay..ru..guay.. Guay? Ma no, niente guai. Cazzo che fame che m'è venuta!" R. Buchago 2013