mercoledì, dicembre 15, 2010

Aforismi di Rodrigo Buchago

"La vita è uno spriz. A volte col Campari, a volte con l'Aperol, spesso con la merda."
(R. Buchago - Aforismi 2010)

Sati Revolution. Se fosse vero?

III

“..e così gli ho detto sarà per un altra volta”.
4 persone davanti alla macchina del caffè ridono. “Che ore sono? Già le 10? Cazzo devo finire quel lavoro per Smith altrimenti mi spacca le palle sinché non l’ho fatto.”
Ridono di nuovo.
“Sì ridete ridete perché voi non avete un cazzo da fare eh?!” Ridono di nuovo poi uno fa “Sì, magari, devo finire anch’io una roba per le 11, meno male che è venerdì” “Eh già è venerdì” dice un altro. Tutti si girano verso l’unico che non ha ancora parlato e uno di questi gli fa “e tu, non hai niente da fare?”. Il tipo al centro dell’attenzione sorride. Ha uno sguardo attento, ma allo stesso tempo sereno e per certi versi allegro, se così si può dire. “Sì certo. Anch’io ho qualcosa da fare”.
“Bravo, pure le bugie dici adesso, se hai qualcosa da fare perché non ti vediamo ansioso come dovresti essere?”. “Sì, perché non hai fretta di finire eh?”. I tizi lo fissano alla ricerca di un segnale di ravvedimento, ma niente, il tipo ribatte con estrema calma “Perché tanto finito questo ci sarà un’altra cosa da portare a termine”. “Te la prendi comoda eh? Si vede che il tuo capo non rompe come il mio..” Il tipo risponde “No, non me la prendo comoda, ci metto il giusto tempo che ci devo mettere?” e sorride con un’espressione serena.
“Niente, con te sono un paio di mesi che non si riesce a scalfirti, eh?”
“Si hai ragione” dicono gli altri
Il tipo continua a osservarli con un’espressione serena.
“Hai perso l’occasione di fare carriera ma non mi sembri turbato molto, eh?”
Il tipo continua a osservarli con un’espressione serena.
“Ti sarebbe bastato consegnare quella pratica una settimana prima e forse oggi saresti tu al posto di Peter..”
Il tipo continua a osservarli in maniera incuriosita.
“Quel Peter lì, così giovane e già così in carriera..”
Il branco ha bisogno di una vittima ogni tanto.
“Già è vero hai perso quell’occasione e adesso ti tocca obbedire a Peter..ti è simpatico Peter?”
Il tipo continua a osservarli in maniera incuriosita.
Il branco perde spesso il senso della misura.
“Già quel Peter che sta con la tua ex moglie eh?”
Il tipo continua a osservarli in maniera incuriosita, ma un sottile fremito sul labbro superiore inizia a mostrarsi, dapprima piano poi cresce sino a diventare parola. La sua parola è “Om Mani Beh Meh Hung, Om Mani Beh Meh Hung, Om Mani Beh Meh Hung, Om Mani Beh Meh Hung, Om Mani Beh Meh Hung, Om Mani Beh Meh Hung, Om Mani Beh Meh Hung..”
Il branco indietreggia, ha paura. La parola diventa cantilena. La cantilena diventa liturgia.
Uno fa “chiamate la sicurezza, è un altro di quelli là, fate presto”.
Scappano tutti. Il tipo resta davanti alla macchina del caffè.
Canta “Om Mani Beh Meh Hung” e la sua espressione è serena.
Quando la sicurezza gli scarica addosso tutti i watt del Taser smette solamente di cantare.
Loro sono fatti così, almeno così si dice nel mondo.

lunedì, dicembre 13, 2010

Ginobruzzè su Marte

Ginobruzzè e la Missione su Marte.


Ginobruzzè ha letto su Cronaca Vera che nella prossima missione per Marte si scoperà e pure tanto e così si è deciso a diventare astronauta. La missione prevede infatti un equipaggio composto da 9 donne e un solo uomo: chiusi per due anni in una scatola di sardine a motore, prima o poi le settimane enigmistiche finiranno si dice ginobruzzè, è impossibile non scopà come ricci su ‘sto razzo.
Dopo aver acquistato in edicola “Astronauta per tutti” ginobruzzè si sente pronto per andare a CapeCanaveral e passare la selezione: perché a fare l’astronauta sì che si scopa per davvero.
Ginobruzzè compra la panca per farsi gli addominali di ferro e magic harry per tagliarsi i capelli che ha visto su mediaset trade, il classico acquisto di getto dato che ginobruzzè è completamente pelato.
Ginobruzzè parte per l’america in pullman.
Arrivati a Carmagnola ginobruzzè chiede alla sua vicina di posto se per caso si può scopà sul torpedone. La vicina è ucraina e non capisce l’italiano, quindi ginobruzzè esegue il gesto del clacson sillabando ad alta voce: sco-pà, scooo-paà. L’autista lo vede e così suona il clacson “po-po”, “po-po” coprendo la voce di ginobruzzè. La vicina ucraina non ha capito e fa il gesto internazionale del “cazzovuoi?”. Ginobruzzè allora esegue di nuovo il gesto del clacson sillabando ad alta voce: sco-pà, scooo-paà. L’autista lo vede e così suona il clacson “po-po”, “po-po”, coprendo la voce di ginobruzzè. La vicina ucraina continua a non capire e fa il gesto internazionale del “cazzovuoi?”. Ginobruzzè allora esegue ancora il gesto del clacson sillabando ad alta voce: sco-pà, scooo-paà. L’autista lo vede e così suona il clacson “po-po”, “po-po” coprendo la voce di ginobruzzè. La vicina ucraina continua a non capire e fa il gesto internazionale del “cazzovuoi?”. Questa cosa va avanti per circa due mesi, quando il pullman arriva a Sant’Antonio del Monte di CapeCanaveral, frazione di Capecanaveral, a meno di dieci minuti dalla fine del viaggio. Ginobruzzè fa all’autista, signor autista ma perché invece di guardarmi cortesemente non prova a guidare il pullman? L’autista si gira con un’espressione come per dire “ma guarda che persona antipatica che non sa stare a un bel gioco innocente”. Ginobruzzè allora esegue ancora il gesto del clacson sillabando ad alta voce: sco-pà, scooo-paà. La vicina ucraina finalmente capisce e risponde, ma non potevi dirmelo prima, lo avrei fatto volentieri anche per passare il tempo, ma ormai siamo arrivati, scendo alla prossima.
Ginobruzzè si mette a piangere ma poi si tira pensando che è stato solo un episodio sfortunato, come quella puntata dei Cesaroni in cui la figlia resta incinta del parcheggiatore abusivo albanese.

Arrivati a CapeCanaveral di Sotto frazione di Capecanaveral, ginobruzzè, l’ultimo rimasto a bordo, scende. L’autista, dopo aver suonato il clacson “poo-poh”, gli fa: “per arrivare a capecanaveral devi fartela a piedi lungo questa strada, quando vedi un autogrill fermati e chiedi. Occhei, grazie fa ginobruzzè aggiungendo il gesto del saluto militare. L’autista fa un cenno come per dire ma questo è matto con la testa, suona ancora il clacson “poo-poh”, chiude la porta e si rimette in viaggio verso Porta Susa.

Ginobruzzè arriva alla Nasa e suona al citofono. Una voce chiede “Chi zei tezorro?”. Ginobruzzè risponde “Sono ginobruzzè”. Si aprono i cancelli e Ginobruzzè fa i suoi primi passi nel sancta sanctorum della fantascienza mondiale ed è emozionato come quella volta che ha trovato un grattaevinci per terra fuori dal carrefour express di corso Moncalieri. “Brava Nasa certo che sei proprio grande Nasa” dice ginobruzzè poi una voce da un altoparlante gli fa “Ginobruzzè cheffai?!”. Ginobruzzè si blocca per un attimo guardandosi in giro senza scorgere nessuno. Per un attimo ha la sensazione di aver già sentito anche questa voce. “Ginobruzzè mettiti le pattine sai, che abbiamo appena passato la cera in Nasa!”.

Due ore dopo Ginobruzzè è già vestito come un omino michelin con scritto sulle spalle Ginobruzzè. “Che fortuna Ginobruzzè” e “ma che bravo ginobruzzè” pensa ginobruzzè tra una centrifuga e l’altra e dopo un giorno di prove, passato quasi del tutto a imparare come si fa a andare al gabinetto spaziale, arriva il gran giorno della partenza.
Ginobruzzè viene sigillato nel razzo assieme alle 9 donne prescelte. Il razzo parte e Ginobruzzè chiede alle 9 donne se si può scopà. Nessuna di loro risponde se non con il gesto del medio. Ginobruzzè si accorge subito che sono delle donne strane perché vengono tutte da San Francisco, hanno i capelli rasati a spazzola e soprattutto tutte quante usano uno strano attrezzo a forma di manganello che quando vibra fa il rumore come di un rasoio che gode. Una roba tipo zzzzz-ahhh-siiii.
Le 9 donne combuttano contro ginobruzzè e lo obbligano a fare tutte le cose più pericolose tipo buttare fuori la spazzatura, stirare le tute spaziali, cambiare il rotolo della carta igienica e cucinare le pillole multivitaminiche. Un giorno Ginobruzzè si stufa e chiama terra. Nella grande stanza delle operazioni appare sui 3 maxischermi la testa pelata di Ginobruzzè.
“Ginobruzzè ci sono le televisioni di 300 nazioni collegate cosa vuoi dire?”
Ginobruzzè si schiarisce la voce e poi fa “no, niente è che Houston, qui c’abbiamo un problema”
“Che problema c’è Ginobruzzè?”
“Niente è che qui non si riesce proprio a scopà” appena terminate queste parole le 9 donne prendono Ginobruzzè e al grido di “maschio depresso masturbati nel cesso” lo gonfiano di mazzate con il braccio meccanico e le parabole satellitari per le comunicazioni.
Al bar Ginobruzzè tra un fernet branca e una sambuca racconta agli amici di come Marte non gli sia piaciuta per niente e che l’anno prossimo andrà di sicuro in campeggio.
Perché li si scopa, si scopa per davvero.

Regole per un buon the.

Mi rendo conto solo oggi di non aver mai parlato di the (o tè o tea) nel blog a lui in qualche modo dedicato. Recupero subito con questo brano del grande George Orwell.
""Se proviamo a cercare "tè" nel primo libro di cucina che capita, probabilmente non troveremmo nulla; o al massimo poche righe che diranno ben poco sulle regole essenziali.E' strano, non solo perchè il tè é uno dei maggiori segni di civilizzazione in Inghilterra come in Irlanda, Australia e Nuova Zelanda, ma perché il modo migliore per fare il tè é oggetto di violente dispute.Quando seguo la mia ricetta per una perfetta tazza di tè, non trovo meno di undici punti fondamentali.Forse su due di questi saranno tutti concordi, ma almeno quattro sono piuttosto controversi.Ecco le mie undici regole d'oro:
1. Prima di tutto bisogna usare tè indiano o di Ceylon. Le virtù del tè cinese sono sicuramente apprezzabili oggi - è economico, si può bere senza latte - ma non sono molto stimolanti. Per esempio, non permettono di sentirsi più saggio, più coraggioso o più ottimista dopo averlo bevuto. Chiunque utilizzi la rassicurante espressione "una buona tazza di tè", necessariamente si riferisce al tè indiano.
2. In secondo luogo, il tè deve essere preparato in piccole quantità, ossia in una teiera. Preparato in un vaso è generalmente senza gusto mentre in un calderone assume un sapore di grasso e risulta biancastro. La teiera deve essere di porcellana o terracotta. Le teiere d'argento producono un tè di qualità inferiore e peggio ancora quelle smaltate; sebbene stranamente, una teiera di peltro (oggigiorno una rarità) non è affatto male.
3. La teiera deve essere riscaldata in anticipo. Questo si può fare mettendola sul piano di cottura oppure facendogli scorrere sopra dell'acqua calda.
4. il tè deve essere forte. Per una teiera che contiene un quarto, se andremo a riempirla fino al bordo, ci vorranno circa sei cucchiaini di tè. Certo, in tempi di risparmio, non è che si può fare ogni giorno, ma sono convinto che una tazza di tè forte è meglio di venti deboli. Tutti i veri appassionati del tè, preferiscono il loro tè se forte, e ancor di più con il passare del tempo - un fatto risaputo circa la quantità extra per per le persone più anziane.
5. Il tè deve essere messo direttamente nella teiera. Niente filtri, sacchetti di mussola o altri mezzi per imprigionare il tè. In alcuni paesi, le teiere sono dotati di piccoli retini sotto il beccuccio, per bloccare i frammenti di foglie, che si suppone siano nocive. Di fatto però si possono ingerire una buona quantità di foglie di tè senza alcun effetto e se il tè non è sufficientemente libero nella teiera l'infusione non avviene correttamente.
6. La teiera deve essere portata al bollitore e non il contrario. Ossia, l'acqua dovrebbe essere in ebollizione al momento dell'impatto con il tè e questo significa che deve essere tenuta sul fuoco mentre si versa. Alcune persone aggiungono che bisognerebbe usare solo acqua che è appena giunta ad ebollizione, ma in questo non vi ho mai notato alcuna differenza.
7. Dopo aver fatto il tè, bisogna agitarlo, o meglio, agitare bene la teiera e successivamente lasciare che le foglie si depositano.
8. Bisogna bere il tè in una tazza per la colazione, ossia in una tazza cilindrica e non nel tipo piatto e poco profondo. Ne contiene di più, inoltre nel secondo tipo il tè si raffredda rapidamente, prima che uno abbia incominciato.
9. E' meglio eliminare la crema dal latte prima di utilizzarlo per il tè. Il latte troppo cremoso da al tè un sapore stucchevole.
10. Bisogna prima versare il tè nella tazza. Questo è uno dei punti maggiormente controversi: infatti in ogni famiglia britannica ci sono probabilmente almeno due scuole di pensiero su questo argomento: quelli di "prima-il-latte" possono avere valide argomentazioni, ma confermo che la mia posizione è senza risposta. Questo perchè mettendo prima il tè e agitando mentre si versa, si può regolare esattamente la quantità di latte, mentre è possibile mettere troppo latte se uno fa il contrario.
11. Infine, il tè deve essere bevuto senza zucchero - a meno che non si beva nello stile russo. So bene che sono in minoranza su questo. Tuttavia, come puoi essere un vero amante del tè se ne distruggi il sapore aggiungendovi lo zucchero? Sarebbe come metterci il sale o il pepe. Il tè deve essere amaro, così come la birra deve esserlo. Se si addolcisci, non stai più assaggiando il tè, ma semplicemente lo zucchero; potremmo allora realizzare un drink molto simile, sciogliendo lo zucchero in semplice acqua calda. Alcune persone diranno che non amano il tè per quello che è, ma lo bevono per riscaldarsi e svegliarsi e che lo zucchero serve per cambiargli il sapore. A queste persone senza buon senso direi: provate a bere il tè senza zucchero, ad esempio, per quindici giorni e sarà molto difficile tornare indietro, zuccherandolo di nuovo.
Queste non sono i soli temi controversi, in materia di tè, ma sono sufficienti per mostrare quanto sia diventato sofisticato questo mondo. C'è anche una misteriosa etichetta sociale intorno la teiera (per esempio, perchè è considerato volgare bere tè da una scodella?) e molto potrebbe essere scritto riguardo altri usi delle foglie di tè, come prevedere il futuro o l'arrivo di visite, cibo per i conigli, cura per le ferite e bruciature o spazzare il tappeto. E' utile prestare attenzioni a tutti questi dettagli, come riscaldare la teiera e usare acqua bollente, in modo da essere sicuri di riuscire ad ottenere una buona tazza di tè."


Inviato da iPod

sabato, dicembre 11, 2010

Guardare la tv con l'influenza.

Avrete senz'altro letto di un peggioramento delle relazioni tra la Cina e il mondo occidentale dovuto al grande imbarazzo che ha destato la scoperta di un canale televisivo e in particolare di una famosa trasmissione completamente taroccata. Con il nome di Canare 5 (in cinese pronunciato "canale 5") è andata in onda una puntata falsa del famoso show "uomini e donne". La conduttrice una versione contraffatta della DeFilippi (davvero poco riuscita la versione cinese della nota anchorwoman, con la sua voce troppo gracchiante e il suo atteggiamento esageratamente androgino) introduce gli ospiti maschili che dovranno conquistare la preda: una splendida donna (anche se la versione mostrata è un evidente uomo con il pisello e la parrucca, ma trattandosi di tarocco cinese tanto fa). Alla fine se lo fanno tutti con buonapace dei benpensanti. Il ministro degli Esteri italiano ha subito chiesto la fine del programma e l'indirizzo del lei che in realtà e un lui. Davvero ineffabili questi cinesi: speriamo solo che non cerchino di esportare pure la loro democrazia contraffatta perchè in questo potrebbero imparare tanto da noi e se da loro si finisce in carcere se non la si pensa come il Governo da noi si finisce anche peggio essendo costretti a partecipare alle trasmissioni di Fazio oppure a votare il PD o peggio l'Idv. Comunque questo brano è dedicato a Xiao Bo che già sopporta la galera e quindi questo pezzo, tanto male in più non gli farà.


Inviato da iPod

sabato, dicembre 04, 2010

Ginobruzzè e FrancescoMerola dei Motolow

Ginobruzzè si sveglia una mattina e decide che vuole diventare FrancescoMerola.

Sì proprio lui, FrancescoMerola il cantante dei Motolow, perché se sei FrancescoMerola scopi, scopi davvero.

Così Ginobruzzè inizia a seguire FrancescoMerola ovunque. FrancescoMerola va a lavorare e pure Ginobruzzè va a lavorare, FrancescoMerola va a comprare le cravatte fatte strane come quelle dei cantanti anni ’60 e pure Ginobruzzè va a comprare le cravatte fatte strane come quelle dei cantanti anni ’60, FrancescoMerola va a comprare la bamba e pure Ginobruzzè va a comprare la bamba, FrancescoMerola va a scopare e Ginobruzzè resta fuori. La portinaia dell’abitazione di FrancescoMerola blocca Ginobruzzè proprio nel momento di entrare. “Ginobruzzè! Che fai!” gli dice la portinaia guardandolo intensamente e puntandogli l’indice contro. Ginobruzzè pensa di aver già sentito questa voce. “Pussa via Ginobruzzè!” gli ordina la portinaia e Ginobruzzè esce dal portone piuttosto pensieroso e deluso e così per trovare conforto si compra un paio di gratta e vinci e si fa una partita a videopoker. Rientrando a casa Ginobruzzè pensa “eh no portinaia, così non si fa” oppure “Portinaia cattiva”. Ma il pensiero che più di tutti gli dà fastidio è quello di sapere che se fosse stato FrancescoMerola la portinaia lo avrebbe di sicuro fatto entrare e magari avrebbe anche scopato subito e per davvero.

Ginobruzzè si guarda allo specchio e si accorge che FrancescoMerola c’ha una cosa che lui non c’ha: i capelli. “Non me n’ero mai accorto!” esclama Ginobruzzè, “ora ho capito come si fa a scopà”, aggiunge. Esce a comprare una parrucca, perché coi capelli di FrancescoMerola si scopa, si scopa davvero. Alla fine di Corso Orbassano trova un chiosco che fa wurstel coi sottaceti e vende chinotti e birre. “C’hai una parrucca come i capelli di FrancescoMerola?” fa Ginobruzzè guardando il tipo del chiosco senza scendere dalla bici. Fa freddo e gli esce del fumo dalla crapa sudata. “Secondo te io vendo parrucche qui?” dice il chioscaro. Ginobruzzè lo osserva stupito, poi gli fa “No eh? Vabè fammi un panino col wuste e il peperone sottolio”. Il tipo gli fa il panino e poi dopo un paio di minuti gli dice “ma sta parrucca la vuoi oppure no?”. Ginobruzzè dice “certo che la voglio, dove ce l’hai?”.

“Dentro al furgone, se mi segui te la do subito” gli fa. Ginobruzzè pensa “questa si che è fortuna” e “che bravo questo chioscaro”.

Dentro al furgone il chioscaro si tira giù i pantaloni e le mutande. Ginobruzzè gli guarda quella cosa strana che gli penzola tra le gambe. Poi gli fa “ma perché tieni quel parrucchino sotto le mutande?” e il tipo gli fa “perché d’inverno fa freddo e così tengo le balle al caldo”. Ginobruzzè annuisce ammirato per questa conclusione logica.

Il parrucchino sembra proprio uguale ai capelli di FrancescoMerola pensa Ginobruzzè, che lascia un paio di 100 Euri al chioscaro. “Per il panino e il chinotto, il parrucchino è gratis perché mi sei simpatico” gli fa il tipo. “Sei proprio una brava persona devo proprio dirtelo!” gli fa Ginobruzzè. Così si infila subito il parrucchino e mulinando sulla bicicletta si dirige come una furia a Trofarello dove i Motolow suonano alla decima fiera del “fagiolo borlotto con le cotiche di Trofarello”.

Arrivato sul luogo del concerto con il parrucchino in testa un paio di ragazze lo scambiano subito per FrancescoMerola e gli chiedono esplicitamente di scopare con lui contemporaneamente. Ginobruzzè si commuove e proprio sul momento di potersi appartare con le ragazze e poter coronare il sogno di un paio di vite (comprese le precedenti reincarnazioni come tabaccaio e tassista) il bassista dei Motolow lo prende per un braccio e lo porta sul palco, dove gli altri della band stanno già facendo casino con i loro strumenti elettrici. “FrancescoMerola ti sei dimenticato che dobbiamo suonare?” gli fa. Ginobruzzè preso dal panico gli dice “io sono Ginobruzzè!”. Ma il suono è già troppo forte e la folla esplode in un applauso alla vista del frontmen che sale sul palco. “Sono Ginobruzzè! Sono Ginobruzzè” ripete, ma il bassista non capisce e gli fa “il geghegè lo suoniamo alla fine, adesso non rompere e vai al microfono”. Ginobruzzè va al microfono e davanti alla folla in attesa dice “Sono Ginobruzzè” e la folla gli urla “Sono Ginobruzzè”. “Non avete capito io sono Ginobruzzè” e la folla “Non avete capito io sono Ginobruzzè”.

La band inizia a improvvisare una jam session, mentre Ginobruzzè continuna a ripetere “non avete capito sono io Ginobruzzè” oppure “folla che sei venuta al concerto così non si fa”. Il pezzo finisce e la folla acclama il finto FrancescoMerola. Una decina di ragazze imbizzarite e in evidente calore salgono sul palco e circondano Ginobruzzè. In pochi secondi lo denudano e inavvertitamente gli fanno cadere il parrucchino. Alla visione di Ginobruzzè pelato la folla lascia il concerto sdegnata. Ginobruzzè viene picchiato e sodomizzato dai componenti del gruppo.

Il giorno dopo al bar Ginobruzzè con il volto tumefatto, sorseggiando il suo fernet branca in piedi, racconta a un paio di vecchi di aver cantato al concerto dei Motolow di Trofarello, ma nessuno gli crede e gli fanno vedere il giornale, l’Eco del Chisone che titola “Fine di un mito a Trofarello: FrancescoMerola c’ha il parrucchino che puzza di balle sudate”.


lunedì, novembre 29, 2010

Sati Revolution (quel che sarà sarà)

II (qui c'è l'inizio)


Piccoli cerchi concentrici.

Sulla superficie iridescente, il piscio del cane libera piccoli cerchi concentrici che danzano sulla pozzanghera, distorcendo il riflesso di alcuni alberi e del cane che sta pisciando.

A Varanasi i cani hanno forse l’anima salva, come la gente che scende nel Gange.

Non rinasceranno più e questa è davvero una bella notizia. Vicino a un piccolo giardino, sotto una palma, il cane annusa un cartone in cui un tempo doveva esserci un qualche tipo di elettrodomestico.

Il cane come estasiato dal suo contenuto, inizia a farsi strada con la bocca e con le zampe verso il suo interno. Vuole il contenuto, ma di colpo si blocca: piccola bambola dai capelli biondi sarai ancora viva?

Non dà segni di vita.

Un tizio in cerca di rottami e buone cose vecchie, ma ancora utili, osserva la scena e si avvicina interessato. Il cane ringhia, il tizio muove in aria una mano mandandolo via.

Per adesso la violenza non serve.

Il tizio scruta il raccolto della sua giornata e per un po’ resta a pensare. Con un certo fastidio scarica il rotolo di fili di rame, poi raccoglie la scatola di cartone con il suo contenuto vitale e lo mette sul carretto: un misto tra una bici e un triciclo per grandi, con un porta oggetti sul davanti già colmo di pezzi di latta e la carcassa di un vecchio televisore.

Si mette in marcia per finire il suo consueto itinerario di raccolta. Se troverà qualcosa di prezioso deciderà se far fare al suo passeggero, la fine del rotolo di fili di rame.

La sera, arrivato a casa, una baracca messa in piedi con diversi raccolti di materiali vari, una donna e diversi bambini gli si fanno incontro con occhi di speranza e paura. Il tizio non gli dà attenzione. Dice alla donna di portare dentro il bambino con tutta la scatola di cartone. Se non è morto, da domani a qualcosa servirà.

Un bambino biondo a Varanasi è più o meno come vedere Gesù andare a comprare al mercato facendosi largo con la sua bella croce in legno scuro. Ma da quando sono comparsi Loro tra la folla di molti posti, il mondo non è più lo stesso. E questo lo si è capito già da un po’.

venerdì, novembre 26, 2010

10 Motivi che rendono sempre più difficile votare a sinistra

Lo so, nessuno è obbligato a farlo e nemmeno ce l'ha detto il dottore, ma ammettiamolo, votare a sinistra sta diventando una cosa sempre più difficile. E siccome la data della giornata fatale delle elezioni sembra avvicinarsi sempre più ho deciso di stilare tutte quelle cose che mi danno veramente fastidio e che, se non fosse che dall'altra parte ci sono personaggi veramente imbarazzanti (almeno veramente molto più imbarazzanti), mi farebbero quasi quasi venir la voglia di non votare più a (centro) sinistra.

Ed ecco il mio elenco:

I 10 motivi che rendono sempre più difficile votare a sinistra.

- Fabio Fazio, Santoro, Lella Costa, Luciana Littizzetto, Dario Fo e suo figlio, Bianca Berlinguer, Chicco Testa, Cristiano Lucarelli, Fuksas e Renzo Piano

- Mario Tozzi

- la faccia di Salvatores ed i suoi vestiti

- le maniche arrotolate di Bersani

- la faccia di Gadddlevnev

- Gli Inti Illimani

- Bassolino e Iervolino nelle liste elettorali (perché ci saranno)

- La CGIL e i dirigenti del PD

- D’Alema, la Repubblica, Rai tre e la moglie di Moratti

- La Dandini e la Guzzanti (Draquila a parte, forse)

- Il possibile ritorno di Pecoraro Scanio e Bertinotti


martedì, novembre 23, 2010

Quando arrivi chiama che ti veniamo a prendere..


Alla stazione di Porta Nuova un cartello avvisa dell'arrivo di Gesù.
L'ho atteso per un po' evidentemente emozionato. Poi ho visto un sacco di gente accalcarsi all'arrivo di un treno imprecisato. Mi son detto eccolo! Invece era solo un vecchio protagonista di un reality o forse una ragazza diventata famosa come escort o viceversa.
Forse questa umanità, tra cui ci sono anch'io, non merita un altro martirio.
Ti capisco.
Ma probabilmente, considerando che viaggeresti senza scorta e su un bel Regionale, il tuo treno è fermo in qualche stazione di un piccolo paese di estrema periferia per un guasto al locomotore. Oppure lo faresti arrivare in perfetto orario, come primo miracolo della tua nuova venuta.

sabato, novembre 20, 2010

ginobruzzè un uomo un perché

NELLA STORIA HO CAMBIATO NOME MA TU SAI CHE SEI PROPRIO TU IL VERO GINOBRUZZE'. RIGA DRITTO SENNO' CI METTO IL NOME VERO!!!

Ginobruzzè ha visto eyes wide shut e ha deciso di entrare nella massoneria. Perché nella massoneria si scopa. Tutte quelle donne nude e quegli uomini incappucciati che si danno da fare gli hanno fatto maturare questa decisione e così ha iniziato a far domande in giro sulla massoneria.

Lo ha chiesto pure al suo vicino di casa, un tipo importante che pulisce i cessi alla stazione, ma niente, nemmeno lui ha saputo dargli un indizio.

Ginobruzzè vuole entrare nella massoneria perché nella massoneria sì, che si scopa davvero. E non si darà pace sinché non lo avrà fatto.

Lo ha detto pure a sua moglie che nella massoneria si scopa davvero, ma la moglie lo ha mandato a comprare la cera per i pavimenti, che in casa si sta solo con le pattine e le scarpe fuori.

Per fortuna un giorno, leggendo un articolo nell'inserto culturale di "Chi", trova quel che cercava. Più o meno a metà di un articolo sui nuovi luoghi frequentati da gente che conta (calciatori, politici e giornalisti televisivi) viene pubblicizzata la "loggia del piacere", punto d'incontro per amanti delle cose zozze fatte coi cappucci in testa ma tutti ignudi però.

C'è pure l'indirizzo, così Ginobruzzè monta in sella alla sua bici e si precipita alla "loggia del piacere". In un bel palazzo del 1990 vicino al Bingo di Grugliasco citofona "Loggia del piacere" e subito una voce con forte accento brasiliano gli chiede "chi zei tesoro?".

Ginobruzzè dice che la cosa non era poi la massoneria. Il tipo poi sembrava una donna ma in realtà sotto sotto c'aveva il matterello. Comunque non saranno nè i primi nè gli ultimi 50 euri che butta via.

Una vera inculata che forse prima o poi ci ritorna.

Ma quando vai in giro a far domande sulla massoneria capita che poi è la massoneria a trovarti. E così un giorno ginobruzzè ricevette un sms: "sono la massoneria vieni in Corso Selaschetti 12".

"Brava massoneria è così che si fa" dice ginobruzzè. Monta sulla bicicletta e si dirige verso l'indirizzo indicato. A ogni semaforo pensa "brava massoneria" oppure "proprio brava sta massoneria".

Suona il campanello dorato con scritto Massoneria ed entra.

Sono già quasi tutti nudi e con il cappuccio in testa che si danno da fare. Qualcuno ha tenuto i calzini. Ginobruzzè pensa anche lui di tenerseli è una questione di riguardo, pensa, non si sta ignudi in casa altrui. E così si spoglia lasciando solo i calzettoni di spugna e si dirige verso una tettona seduta a guardare due che si mescolano con un calice di sciambagn in mano, quando un uomo completamente vestito e con il cappuccio gli si para davanti e gli fa "ginobruzzè che fai!" puntandogli l’indice contro.

"Ma io ecco, io sarei venuto qui per scopare!"

L'uomo incappucciato si porta la mano sul cappuccio dove più o meno ha il mento, con fare pensieroso poi fa "eh no ginobruzzè, non è così che si fa, questa cosa è riservata a chi ha passato un certo periodo di apprendistato".

Ginobruzzè annuisce poi risponde "vabe', ho fatto il morbillo che sarà mai sto apprendistato" e così lo mandano a comprare gli spaghetti perché dopo la scopata ti viene fame e cosa vuoi stare con la voglia? Poi lo mandano a comprare le sigarette perché dopo aver scopato ti vorrai pur fare una bella fumata? Poi lo mandano a pagare le bollette perché sennò coi pensieri mica ti si alza. Poi lo mandano a prendere gli animali per gli amanti degli animali.

“Certo Massoneria che sei proprio pretenziosa” dice ginobruzzè tornato dall’ennesima corvè. Ma finalmente, un giorno lo fanno entrare nella massoneria, anzi tutta la massoneria gli entra nel culo, uno alla volta. Eccheselosapevo prima mica ci entravo nella massoneria, ma adesso me ne sono andato dice ginobruzzè. La cosa non faceva per lui eppoi manco la tunica bianca gli avevano dato, quella col cappuccio dorato. Per lui un accappatoio con scritto “ginobruzzè” dietro e un bel buco nelle parti basse. La prima volta che lo ha indossato si è sbagliato perché da come se l’era messo c’aveva la scritta sul petto e aveva infilato il pisello nel buco.

“Eh No ginobruzzè, che fai!” gli aveva detto un adepto puntandogli l’indice contro “la scritta va dietro, ginobruzzè!”. E il buco andava dietro.


Adesso ginobruzzè beve un fernet con la cannuccia al bar e dice che secondo lui più che nella massoneria sono stato nella cassoneria.


mercoledì, novembre 17, 2010

Sati Revolution

(Stefano, si comincia, guarda qui.)


L’acciaio è lucido.

Ha una sua luce precisa e autonoma rispetto al bagliore che viene dalla piccola finestra. Sono le 6 e 27 e il tizio guarda quella cosa bizzarra come fosse l’Arcangelo Gabriele.

Lastre di metallo levigato con precisione estrema, maniacalmente assemblate assieme a tubi dalle geometrie isometriche. C’è uno strano contrasto tra simmetria e caos in tutto quello che il tizio vede di fronte a sé. Come se una calamita intelligente avesse attratto pezzi di metallo prodotti da un fabbricatore di spade con l’hobby dell’orologeria di precisione verso un punto della stanza, il grande insieme conteneva già un primo mistero: come aveva fatto, così grande a entrare nel seminterrato?

“Spegni quel faro, Cristo, mi vuoi cuocere le cornee?”

Il tizio è ancora in piedi a cercare il buco nella rete di questa realtà bizzarra. Il buio rivela una nuova cosa: la cosa emana uno strano bagliore, un riverbero alogeno.

“Cristo Santo! Sembra la morte nera” dice il ragazzo dietro al tizio, dopo aver spento il faretto sul treppiede.

“E’ una di quelle bombe secondo te?”

“Non lo so” risponde il tizio al ragazzo e poi aggiunge “devo pensarci su, ma tu nel frattempo continua con le tue analisi ben lontano da questa cosa.

Il tizio si leva i pantaloni e la giacca, poi la camicia. Resta in mutande e una maglietta con il logo di una marca di sigarette. Si mette seduto con le gambe incrociate. Dice al ragazzo “adesso vai fuori e non fare entrare nessuno, sappi che chi entra dopo di te potrebbe fare una bruttissima fine. Capito?”.

Il ragazzo annuisce e se ne esce dal seminterrato come avesse dimenticato il latte sul gas.

Il tizio recita ad alta voce “sto percorrendo il sentiero che è stato percorso dal Buddha e dai suo grandi e santi discepoli. Una persona indolente non può seguire il cammino. Possa la mia forza prevalere e possa avere successo in questo mio cammino”.

Una luce rossa inizia a lampeggiare da qualche parte in mezzo all’esoscheletro della cosa davanti a lui. Sul suo volto compare un sorriso molto simile a quello di molte statue in oriente. Dopo circa 30 minuti di silenzio, il tizio apre gli occhi e si mette in piedi.

Apre un pacchetto di Lucky strike morbide con un movimento di incredibile armonia. La sua prima sigaretta della mattina merita lo stesso trattamento delle offerte rituali alla divinità Shiva.


venerdì, novembre 12, 2010

Sic transit Gloria Guida

Primi segnali della fine del cavaliere: Feltri ha pronto un dossier contro se stesso.


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giovedì, novembre 11, 2010

Ora, adesso.

Dolce pressione. Ti chiameró così. Non ghirlanda di fiori nè sbuffo di fumo. Sei la benvenuta. Ti ho aspettato tutta la vita. Sei davvero tu?


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martedì, novembre 09, 2010

Diamo il via alla terza repubblica

Potrà sembrarvi una provocazione, ma finite di leggere e capirete che così tanto non lo è.
Voglio proporre la candidatura a premier di Rocco Siffredi.
"Non va bene è un attore porno" - direte voi, ma facciamo un'analisi dei suoi punti di forza.
Iniziamo con il più eclatante: una volta al potere non dovrebbe buttare via soldi dello Stato per organizzare orgie e festini a base di escort, scorte di stato, nani, parvenu del mondo dello spettacolo, ballerine, letterine, ministrine e altri fenomeni parastatali. Rocco è infatti un tipo che non si porta mai il lavoro a casa. Certo qualcuno potrebbe dire che c'è un certo rischio di conflitto d'interessi perché potrebbe utilizzare la sua funzione per promuovere iniziative pornografiche, ma anche in questo a ben vedere, rispetto ai programmi dei canali televisivi di adesso non vedo che un sano miglioramento in tutto questo. Rocco è un imprenditore conosciuto e molto rispettato anche all'estero. Certo qualche titolo di sue opere potrebbero mettere in imbarazzo la politica estera del nostro paese (es. "Rocco si inc..a la Polonia"), ma dopo anni in cui mandiamo in giro Frattini per il mondo forse non dovrebbero esserci ulteriori problemi.
Rocco ha una forte presa sull'elettorato femminile ed è invidiato, ma rispettato e ringraziato, anche da quello maschile. E poi in politica interna è forse l'unico in grado di farsi rispettare da tutti, persino dalla bizzosa lega nord: voglio vedere il Senatur arringare la folla vantando di avercelo più duro di tutti.
Insomma, mia cara Italia è giunta l'ora di scegliere un uomo che sia veramente in grado di farti godere come mai: scegli Rocco Siffredi con fiducia!

sabato, novembre 06, 2010

L'alcool è ...

"L'alcool è un brutto vizio-zio-zio-zio-io-io. Che figata c'ho l'eco nella testa-esta-esta-sta-sta-ta." R. Buchago Aforismi 2010.


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martedì, ottobre 26, 2010

Perché per morire bisogna essere allenati.

Dedicato a mio fratello che ha iniziato a scrivere racconti.


"..amaro. Anch'io bevo il caffè amaro. Sai la glicemia".

Mi guarda e io annuisco. Non è quello che voglio fare, ma lo faccio lo stesso.

La pancia, con il pigiama che si è stretto, sembra ancor più gonfia se possibile.

"Ma sento dei bruciori allo stomaco che non mi piacciono per niente. Prendo gli antiacidi, ma non fanno niente. Deve esserci un ulcera. A Ceparana una domenica che ero solo mi è venuto un dolore al petto che saliva fino in gola, ho pensato ecco l'infarto."

Sorseggio il tè, cercando di restargli addosso con lo sguardo. Non annuisco più in maniera meccanica. Penso a cosa devo fare al lavoro domani. Poi ritorno su di lui con lo sguardo.

"A forza di bruciare rischi che ti venga un tumore..". Allargo l'espressione degli occhi, alzando le spalle. "..Ti dico che è così, ti viene un tumore a forza di bruciare. La Nadia mi ha detto fatti una gastroscopia. Quando torno me la faccio, è l'unico modo per vedere..ho qualcosa. Ci deve essere qualcosa lì."

Guardo la sua barba tagliata in maniera bizzarra per un quasi 70enne. Non vorrei più essere lì in quel momento.

"..Tonino ha iniziato a sboccare sangue a Londra, lo hanno aperto e poi richiuso, gli han detto che non aveva niente. Niente un cazzo, in Italia lo han visitato e gli han levato lo stomaco..ma doveva avergli preso il fegato. Senza stomaco vivi, ma senza fegato no".

Mi chiedo perché sta dicendo queste cose. Alle sue spalle fisso il calendario della Conad con un cesto di frutta.

"..pesava 110 kili poi in un anno se ne andato. Ha pure sofferto perché la morfina non gli faceva tanto effetto..l'ultimo mese lo hanno rimandato in ospedale perché a casa non potevano seguirlo.."

Mi guarda come se dovessi fare qualcosa. Mi chiedo perché sta dicendo queste cose sgradevoli.

"..l'ultima volta che l'ho visto mi ha parlato dei suoi genitori che sono morti giovani e poi mi ha detto adesso tocca a noi.."

Mi guarda. Io fisso la sua faccia ma non lo sto guardando.

"..aveva una paura folle del cimitero è per questo che si è fatto cremare e poi si è fatto buttare le sue ceneri in mare..lo voglio fare anch'io..anche tua mamma ha detto che vuole fare così. Paghi 400 Euro per il forno e 700 per una bara di quelle aperte e da poco. Tanto la bruciano. Ci vogliono 3 ore per bruciare tutto, a Livorno ci impiegano meno.."

Torno ad annuire, l'ultima parte del suo discorso deve aver richiamato la mia attenzione, ma non so perché. Gli faccio "ti racconto una barzelletta..un cacciatore vede un piccolo orso nel bosco e così prende la mira e lo ammazza. Di colpo si sente toccare sulla spalla, si gira e vede un orso di medie dimensioni che gli fa senti adesso scegli ho ti sbrano o ti fai inculare. Il cacciatore sceglie la seconda e si mette a pecorina. L'orso lo incula e il cacciatore torna malandato a casa dove passa un mese a curarsi poi decide di vendicarsi. Così torna nel bosco e trova l'orso di prima e lo ammazza. Si sente toccare alle spalle e vede un grizzlie che gli fa adesso o ti sbrano o ti fai inculare" Faccio il gesto del clacson.

"..il cacciatore si fa inculare anche dal Grizzlie. Torna a casa sbrindellato e passa 6 mesi a letto per riprendersi poi decide di vendicarsi e torna nel bosco. Vede il grizzlie e lo ammazza." Mio padre fa "sente toc toc alle spalle.." e io ".sente toccarsi sulla spalla e vede un enorme orso polare che gli fa ma dimmi la verità, tu non vieni qui per cacciare, eh?!"

Lo vedo ridere e io sento di dover andare a pisciare.


sabato, ottobre 23, 2010

giovedì, ottobre 21, 2010

Le 10 migliori risposte alla domanda "Dio c'è?"


Le 10 migliori risposte alla domanda "Dio c'è?"
Leggetele ora prima che se le freghi Luttazzi.
11 - Dammi pure del Tu (inserita in seguito su contributo di Mario Cazzimma Pelata)
10. Era qui 5 minuti fa.
9. Mi spiace ma ha sbagliato numero.

8. No, sono rimaste solo le Ceres

7. Adesso glielo chiedo.

8. E’ a pescare con Pietro.

7. Sì, ma adesso è in una piccola riunione.

6. Perché, chi lo cerca?

5. Ormai fa poche apparizioni.

4 Ma vada via drogato

3. No, è solo un’invenzione di Babbo Natale

2. Dio? Conosce anche il cognome?

1. Dovrebbe risorgere a momenti.

0. Preferisce il modello con la barba o quello vendicativo?

Il pensiero è un chiodo nel cielo a cui è appeso il mondo.

Il pensiero è un chiodo nel cielo a cui è appeso il mondo.


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martedì, ottobre 12, 2010

E' così i giorni del grande inverno sono arrivati.
Grandi nubi avanzano e il cuore si stringe: diventa bello starsene a casa a guardare il mondo che passa fuori dalla finestra. Ma se sai che qualcuno è ancora fuori, un turbamento si fa strada e l'ansia bussa per prima alla tua porta: pur non invitata cerca spazio tra le tue care cose.
Lascerò accesa la luce, perché anche tu devi tornare a casa.
Ti aspetterò, la mia vita non ha più fretta, adesso.

domenica, ottobre 03, 2010

Recensione di Selaschetti: tutti in piedi!

The Black Angels – Phosphene Dream (Blue Horizon, 2010)

Questo non è un album ma un viaggio iniziatico. Quindi preparate il vostro zaino e stipatelo di libri di Hesse, Castaneda e Aldous Huxley (On the Road di Kerouac lasciatelo pure a casa che pesa e fa schifo [ma no!!! Infedele blasfemo!!! n.d.Andrea]) perché la vostra anima è pronta per andarsene in giro per un po’. Almeno per i 40 minuti di Phosphene Dream, la terza fatica di questi Black Angels, texani di Austin. (Continua su BMM)

venerdì, ottobre 01, 2010

Indice di gradimento

"Piccoli gesti, a volte, ti arrivano dentro e ti aprono tutto un mondo"

da "I dialoghi di R. Buchago con il suo Proctologo" - Ed. Feltrineli, 2010.

giovedì, settembre 30, 2010

Ricorda!

"Ricorda! Non bere per dimenticare. Ah già..e come faccio a ricordarmelo"
(R. Buchago Aforismi 2010)


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venerdì, settembre 24, 2010

Kukkula Kukkula Zio ga!


Il Professore Harry Simmenthal Duball (nella foto), alunno di Guy Deborder il noto sociologo che vanta più tentativi di imitazione, ha elaborato ulteriormente le teorie (le famose "iniziative libere") del suo maestro volte a sfruttare l'ambiente di lavoro come elemento catalizzatore di "buone reazioni" sociali: un posto dove sperimentare la socialità del nuovo millennio. Tra gli esperimenti che hanno reso famoso il Prof Simmenthal Duball vi è quello detto dello "scroto baonato". Il nucleo della prova intende muovere dalla incapacità che hanno le persone di vivere i rapporti con le altre persone fuori dagli schemi imposti dalla società moderna. "Sono passati più di mille anni da quando in Europa sono state eliminate le caste feudali - dice il Professor Simmenthal Duball - ma ancora si tende a inquadrare le proprie relazioni esclusivamente in base al ruolo e ai gradi nel contesto lavorativo". L'esperimento dello "scroto baonato" mira a generare un evento catartico, una sorta di rappresentazione teatrale simile a quelle proposte dallo psicomago Alejandro Jodorowsky, in grado di liberare i soggetti interessati dalle rispettive gabbie comportamentali.
Simmenthal Duball racconta in maniera molto semplice le istruzioni per uno "scroto baonato" di sicuro effetto: "prendete un open space lavorativo affollato e inviate a tutti i presenti tramite email la presentazione in powerpoint chiamata "Vacanze scontate 2011" in modo che arrivi nella inbox di tutti i presenti per le 16.45 di venerdì (per i dipendenti pubblici e gli assicuratori meglio che arrivi entro le 14.15). La presentazione dovrà contenere un forte condizionamento ipnotico preparato dallo stesso Simmenthal Duball di due tipi: qualcuno riceverà la liturgia del "kukkula kukkula zio ga" che lo costringerà, una volta letta la presentazione, a spogliarsi e girare al centro della stanza tentando di schiaffeggiare le natiche di un collega di sventura cui è toccato il solito condizionamento e ingaggiandosi vicendevolmente in una sorta di tragico e garrulo rituale dell'accoppiamento dei mandrilli del Borneo, gridando "kukkula kukkula zio ga" per tutto il tempo; qualcun'altro riceverà il condizionamento della "sventagliata fetida" e cioè si spoglierà e inizierà una danza animata, intorno ai protagonisti del "kukkula kukkula zio ga" dal movimento simile a quello di una dea kalì armata di pedalini sudati impugnati in entrambe le mani (perché ormai a fine corsa), mentre per le donne toccherà ai gambaletti fare agile capolino dalle mosse che le braccia e le mani concederanno loro.
Questo rituale, così vicino ai riti apotropaici delle popolazioni pellirossa, si protrarrà sino a quando, il lunedì mattina, qualcuno dei colleghi giunto in ufficio pronuncerà la frase "cosa hai fatto nel week-end?".
Tutti quanti i partecipanti all'evento si risveglieranno dall'estasi e quasi sicuramente, vedendosi così sfiniti, sudati e maleodoranti e consci di dover tornare di nuovo al lavoro, non potranno che sentirsi straniati e pronti per far germogliare nella propria coscienza il germe della nuova socialità.
Molti hanno chiesto al Professor Simmenthal Duball per quale motivo abbia chiamato l'esperimento "scroto baonato". "La risposta è molto semplice" avrebbe risposto Simmenthal Duball " si tratta della parola comando che fa partire il condizionamento psicologico: basta leggerla assieme alle parole Italia dei Valori, Bonaiuti e Bondi, Daniele Luttazzi e Lella Costa.
Scroto baonato!

L'alcool non è..

"L'alcool non è la..cioè è quello che..no, da capo. L'alcool non è...non è...non è..Scusate."

(R.Buchago - Aforismi 2010)

martedì, settembre 21, 2010

L'alcool non è la risposta giusta

"L'alcool non è la risposta giusta
ma questa sera hai altri 10 tentativi"

(R. Buchago - 2010 Aforismi)

L'alcool non ti farà arrivare da nessuna parte

"L'alcool non ti farà arrivare da nessuna parte
ma vale lo stesso per il 29 e il 30 barrato"

R. Buchago - Aforismi 2010

giovedì, settembre 16, 2010

Abbraccio mio figlio più forte che posso

Abbraccio mio figlio più forte che posso
Ma il tempo mi scivola lo stesso
via dalle mani.

R. Buchago 2010


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venerdì, settembre 10, 2010

Venerdì, stanchi venerdì al lavoro, mai più!


Il sociologo americano Guy Deborder (nella foto), amico del grande performer Grande Bulacky, consiglia di sperimentare delle "iniziative libere" soprattutto il venerdì pomeriggio presso il proprio posto di lavoro. Questo per consentire una generale rinascita dello spirito sociale che dovrebbe tornare a ruggire nel corpo e nell'anima della gente dei nostri tempi. Tra gli esempi che cita vi è l'iniziativa libera definita "Natale con i tuoi, Week end con chi puoi".
La sua esecuzione, riportata nel libro di Deborder "Find Yourself and Lose the Others" è molto semplice e invita ad essere sperimentata subito, prendete nota.
Prerequisito fondamentale: lavorare in una grande azienda dove lunghi corridoi sono interrotti da porte, spesso chiuse, che conducono a uffici, meglio se di dimensioni grandi, openspace o spazi per più persone in genere. In questo esercizio è fondamentale concentrarsi sulle porte degli uffici che risultano chiuse, come per celare la grande e solerte attività al proprio interno. A un segnale convenzionale, meglio se facendosi aiutare da colleghi complici ("benefattori" è la parola usata da Deborder), occorre chiudere gli uffici con le rispettive chiavi (le troverete nella cassetta sul piano vicino al deposito dei detergenti utilizzato dalle "donne delle pulizie"). Una volta effettuata questa operazione, per evitare che l'esperimento non riesca, sarà necessario immergerle in una colla a presa rapida e rimetterle a posto. Deborder si raccomanda di immergere solo la parte deputata a entrare nella serratura.
Terminata l'operazione di chiusura della maggior parte delle porte che si affacciano sul piano è possibile aggiungere un elemento di ulteriore "risveglio" e cioè un volantino che verrà fatto scivolare sotto la porta chiusa degli uffici interessati dall'esperimento. Il contenuto del volantino dovrà essere più o meno di questo tono: "La Società considera il lavoro un elemento fondamentale nella vita dell'individuo e così ognuno di noi passa un sacco di tempo al lavoro fianco a fianco di individui di cui si conosce - molto spesso - poco o niente. Adesso, visto che le porte sono chiuse a chiave e sigillate con dell'esplosivo, avrete l'occasione di passare uno splendido week-end con i vostri colleghi: un'occasione unica per socializzare con delle persone che vedete molto più dei vostri familiari". Per portare a termine efficacemente questo esperimento avrete avuto modo nei 4 giorni precedenti allo stesso di chiamare il 113, il 118, i pompieri e il centralino dell'azienda, durante la pausa pranzo e utilizzando uno dei telefoni degli uffici che sigillerete, segnalando (con forte accento meridionale) che siete chiusi dentro l'ufficio e che un folle ha piazzato degli esplosivi.
Se tutto va per il meglio i vostri colleghi vi ringrazieranno di questa incredibile occasione che gli avete procurato: venerdì sera assieme ai colleghi a parlare di come le forze dell'ordine non siano più così serie come un tempo e che non rispondano più alle richieste di aiuto di un onesto lavoratore. Certo può sempre scapparci il fatto che qualcuno giunga in loro soccorso (anche se il venerdì dopo le 17 un posto di lavoro è accogliente come il Sahara), ma in questo caso la colla sulla chiave potrebbe bloccare definitivamente la serratura rendendo necessario trovare un fabbro che faccia gli straordinari. Il che equivale a un 6 al Superenalotto.
C'è in gioco il futuro della Società: quella con la "S" maiuscola, mi raccomando diamoci da fare.

mercoledì, giugno 23, 2010

Invenzioni che sconvolgeranno il mondo..

STRATAGEMMA CURIOSO

Scrivi parolacce? Il computer
ti « punisce» col cattivo odore

Un dispositivo collegabile al Pc emette una puzza nauseabonda quando si utilizzano espressioni volgari.

Ed ecco subito il tarocco all'italiana.




giovedì, giugno 17, 2010

Pene dell'Inferno!


Ah, ci fossero ancora dei sani situazionisti in giro, avrebbero senz'altro applaudito a questa straordinaria performance: dipingere un pene alto 67 metri proprio di fronte alla sede del Servizio Segreto russo a San Pietroburgo. Una roba che, per fare un confronto con l'Italia, sarebbe un po' come far entrare una vagonata di mignotte a Palazzo Chigi o addirittura, esagerando con la fantasia, direttamente nella residenza privata del Premier, Palazzo Grazioli.
Ma non solo, e in questo sta l'arte e la genialità del gesto, il grande pene è stato dipinto sul selciato di un ponte levatoio: ah magnifica metafora dell'erezione! Il giornalista di regime, annunciando l'arresto del giovane artista Leonid Nikolaiev, descrive l'intento dell'azione come uno sgarbo nei confronti degli 007. Stolto! Si tratta di una vera opera d'arte. Donne amanti dell'arte e delle grandi opere, affrettatevi: verrà cancellato a breve..

venerdì, giugno 11, 2010

Protagonista anche tu.

Probabilmente il Grande Fratello e tutte le zozzerie in cui, uomini e donne senza alcuna capacità artistica, anzi senza alcuna capacità di qualsiasi tipo, cercano disperatamente di stare in bella vista è nato con l'Air Guitar nelle discoteche.
Correva l'anno 1984 e alla discoteca "Charlie" di Bottagna (SP), nel Dj Set della Domenica pomeriggio (quello dedicato ai giovani studenti brufolosi) tutti aspettavano i 3 o 4 pezzi più "roccheggianti", insomma quelli con più chitarra del solito per sfoderare, ognuno alla sua maniera, una leccatissima e roboante "mimata" dell'assolo di chitarra. Come galli cedroni in parata, per conquistare l'attenzione della bella ragazza con la felpa a mille colori (tutti rosa) e fiorellini della "Best Company" che la rendeva felicemente più vicina a un portagioie che a una donna, ognuno simulava un assolo di Gibson diavoletto da far impallidire Randy Rhoads (Dio l'abbia in gloria). A quell'epoca, come tante altre cose, mancava la malizia e l'Air Guitar era niente più che uno sfogo dilettantistico a scopo autopromozionale immediato: limonare sui divanetti. Oggi, nel mondo dello "spettacolo globale" (altro che "Villaggio Globale" caro MacLuhan), anche l'Air Guitar ha assunto caratteristiche più consone a questa esagerazione.
E se non mi credete guardatevi questo.


giovedì, giugno 10, 2010

CoccoMan è il sogno "ammerigano"!



Il sogno americano è il segreto del grande successo dell'Economia e della Società americana.
Ognuno, indipendentemente dal ruolo che ha nella vita, si sente contento di esserlo e pronto a dare il massimo affinché quella grande macchina complessa che è l'"ammerega"sia in grado di girare ai massimi règimi. Che tu sia Amministratore Delegato o facchino del porto, sei motivato a dare il tuo contributo, perché crescere è possibile e nessun figlio di papà si metterà tra te e il destino più roseo. Certo, se sei negro forse qualche problemino potevi anche avercelo sino a qualche anno fa, ma lasciamo perdere.
In Italia, comunque, tutto questo non c'era, almeno sino alla scoperta di questo incredibile personaggio che ha trasformato la più umile delle professioni in una vera opera d'arte.
Vai CoccoMan!

mercoledì, giugno 09, 2010

Fai del bene e scordatene, fai del male e ricordatene


Il mondo è forse uno dei posti più strani in cui vivere.

Guardate queste due foto e ditemi di chi sono.
Molto probabilmente riconoscerete solo la foto più a sinistra e cioè quella del disonorevole Mastella. L'altra persona non suonerà in voi nessuna campanella.
E' successo lo stesso con me e la cosa mi ha fatto davvero pensare a come nel mondo, forse uno dei posti più infami in cui vivere, le persone che fanno del bene non facciano quasi mai storia e vengano dimenticate con troppa facilità.
Il personaggio con la barba si chiamava Attilio Francesetti "Tiliu"è morto oggi alla veneranda età di quasi 85 anni. Durante il periodo della persecuzione razziale riuscì a salvare almeno 100 ebrei, facendoli passare dai valichi alpini verso la Francia, verso la libertà.
Più di una volta rischiò la vita per gente che nemmeno conosceva.
Quindi, molto probabilmente lo avrebbe fatto anche per noi, che sino a oggi nemmeno sapevamo chi fosse.
Forse avrebbe salvato anche Mastella, ma questo non lo darei così per scontato..perché Tiliu era bravo, ma non era mica scemo.


domenica, giugno 06, 2010

Il Principe del Golao si è finalmente sposato


Il Principe del Golao (Albertelli - Tempera - Bulacky), ediz. thedelle5emezza



Centromediano metodista.

pressing asfissiante

sulla grigliata mista

La squadra sul campo sgambetta.

Con un rutto risolvi una mischia

Nonostante quella strana pesantezza.

Avrò forse esagerato con la porchetta?


Passano gli anni e la terza categoria

domeniche in panchina e sabato osteria

Perdi Buoni pasto per scommessa

nei Tornei di calcetto

Rilanciando a ogni sconfitta

E Sempre quella strana incertezza

Avrò forse esagerato con il capretto?


Vola grande Biancato

Buriani del Monferrato

Jerry Mandrogno Calà

La folla ti osannerà

Se d'un fiato finisci il versato

Un fiasco di barbera chinato

Veloce qui sì più di Falcao

Perché sei il principe del golao.


Il principe del Golao

Il principe del Golao


E se la manovra non trova sbocchi

Libidine, doppia libidine

Libidine coi fiocchi

addii al celibato da celebrare

e piante ornamentali tossiche da mangiare

E Sempre quella strana incertezza

Avrò forse esagerato con gli gnocchi?


Oh com'è difficile giocare

Quando i kili di lasagna

Non ti lasciano sprintare

La tua squadra non pareggia

E a te scappa una scorreggia


Vola grande Biancato

Buriani del Monferrato

Jerry Mandrogno Calà

La folla ti osannerà

Se d'un fiato finisci il versato

Un fiasco di barbera chinato

Veloce qui sì più di Falcao

Perché sei il principe del golao.



Guardi quel fiasco mentre fuori piove

Vai principe adesso tocca solo a te..


giovedì, maggio 20, 2010

Il grande buchago è tornato.

"Kipling, mi fai una pippa"

La vita non è una roba scontata.
Non è una cosa che potrai trovare sempre alla mattina
come i giornali o le brioche.
Quindi cerca di stare sul pezzo.
Impegnati a spassartela sempre bene.
Tra il vino e la birra sceglile entrambe
ma non lamentarti del mattino dopo.
Fai tutto quello che devi fare
come essere che sa di essere.
Non sei mica una pietra anche se forse non c'è nemmeno così tanta differenza ma questo è un altro discorso.
Ansie e paure non ti servono qui. Tanto morirai.
Ma ciò non accadrà fintanto che penserai di essere vivo.
Perciò adesso vai fuori e vivi semplicemente
ma completamente
vivi.
Fallo anche per chi, per arrivare a capire questo
ci ha messo tutta una vita figlio mio
e forse ti ha anche rotto il cazzo.

R. Buchago - 2010

mercoledì, maggio 19, 2010

Cambiare l'Italia si può: se puzza vuol dire che ha il pannolone pieno.



PROPOSTA DI REFRENDUM POPOLARE: aumentare i parlamentari.

Il lavoro di politico è così difficile e duro che solamente pochi idealisti riescono a conviverci a lungo. Il fiero popolo bue italiano (impegnato a sciogliere la riserva: Sharm el Sheik o Marsa Alam quest'estate?) continua a lamentarsi della propria classe politica senza il ben che minimo segno di riconoscenza.
E allora facciamoli tutti parlamentari 'sti ingrati, così capiranno come sia difficile vivere senza alcuna responsabilità, con gente che ti paga il mutuo senza nemmeno farsi riconoscere o donne lascive di facili costumi che per qualche ruolo in una fiction scadente sono pronte a fare soffoconi seriali. Poveri politici così stanchi di subire questi soffoconi o peggio: chi di voi è pronto a farsi impalare sull'altare della moralità come ha saputo fare il martire Marrazzo?
Tutti parlamentari dunque e se ci saranno problemi di finanza pubblica per pagare gli stipendi e le prebende della macchina politica, questa volta nessun qualunquista demagogo potrà farsi avanti.


Cambiare l'Italia si può: la garanzia non è ancora scaduta!


Ecco la prima proposta della nuova rubrica "Cambiare l'Italia". E' tempo finalmente di dare voce al Popolo italiano (se non impegnato a vedere l'ultima puntata dell'Isola dei famosi o a leggere le istruzioni dell'ultimo telefonino acquistato).
Voglio quindi proporre una serie di istanze volte a migliorare il nostro paese così bello, nonostante gli italiani.
PRIMA PROPOSTA DI REFERENDUM:
"Abolire la meritocrazia nei concorsi pubblici".
Poniamo fine a questa vergognosa consuetudine che riserva esclusivamente alle persone più meritevoli la vittoria ai concorsi pubblici. Basta con queste università piene di gente che ha davvero meritato, vogliamo come ricercatori solo figli di papà o parenti dei professori di ruolo. E se proprio dobbiamo fare un sacrificio, van bene anche solo i parenti di politici. Vogliamo la pubblica amministrazione in mano a gente esclusivamente raccomandata: in fin dei conti essere parente di una persona importante non è una cosa che non possa da sola fare curriculum.
Se io sono figlio di un nessuno, forse è perché me lo sono meritato e quindi non merito nulla dallo Stato.
Basta con queste forze dell'ordine composte da laureati e filosofi, vogliamo gente assunta grazie al voto di scambio e che quindi sia così ignorante da agire, anche con una certa rudezza se richiesto, che se deve dare un cazzotto all'improvviso per risolvere una soluzione incerta che lo faccia, cribbio, senza cadere vittima di flussi di coscienza incontrollati o di futili considerazioni sullo Stato di diritto.
Se come me siete d'accordo su questo importante cambiamento per il Paese venite a firmare la richiesta per il referendum "Abolire la meritocrazia nei concorsi pubblici". Mi rendo conto che è solo un piccolo passo, ma ne abbiamo in serbo molti altri per cambiare l'Italia.
Viva la Costituzione!

lunedì, maggio 10, 2010

Martirio griffato.

Se avete intenzione di farvi saltare in aria, possibilmente su un bel Jet di linea, fatelo con classe e se possibile con una scelta oculata degli accessori. Perché è facile imbottirsi di esplosivo e finire sbrindellato per una causa inutile, mentre è difficile farlo con eleganza.
Per tutti quelli, quindi, che vogliono fare il grande passo verso l'idiozia più estrema ma con un occhio di riguardo alla moda, è da oggi disponibile la nuova linea di moda pret-a-exploder dello stilista pakistano Youssuf Amman (nella foto) in arte "Tale e Bana" e soprattutto gli accessori più adeguati per passare con gusto i controlli di sicurezza degli aeroporti.
Imperdibile la cintura in pitone australiano e C4, ormai marchio di fabbrica di Amman o la fusciacca chiodi e nitroglicerina che tanto ha venduto soprattutto tra i ricchi martiri in Iraq.
Oggi Youssuf ha lanciato la sua nuova linea di calzature a orologeria, "Bombadidas".
Tra i modelli prodotti quello con detonatore a pile oppure a scelta con comodo caricatore a rete elettrica (in dotazione anche il cavo per collegare le scarpe alla rete elettrica degli aerei e disponibile in Business Class).
Lo stilista è adesso alla ricerca di distributori per il mercato europeo e americano, ma sembrano al momento mancare dei possibili pretendenti.
A quanto pare anche il mercato parallelo delle contraffazioni, principalmente cinese, non pare molto interessato a questo tipo di prodotti che mostrano di avere caratteristiche uniche nel settore: chi li prova difficilmente passa alla concorrenza.