sabato, giugno 07, 2008

Racconti solubili #11

"Potrebbe anche smetterla di fare avanti indietro con gli zoccoli!"

La vecchia signora del piano di sotto mi guarda con un'espressione di
chi ha davanti a sé Giuda Iscariota.

Quando ho aperto la porta me la sono trovata davanti così, in
vestaglia e sguardo truce. Dovevo capirlo dall'intensità degli squilli
del campanello e l'ora non proprio convenzionale che tirava aria di
guai. Ho pure commesso l'errore di arrivare nudo davanti al carnefice:
indosso un pigiama di molte notti e le ciabatte da doccia con la gomma
ormai alla frutta.

Più indifeso e alla sprovvista di così non poteva beccarmi la vecchia.

Le ho risposto con calma senza parlare, mostrandole i miei piedi come
per dirle "Mi scusi, le sembrano zoccoli, questi?"

Mi ha guardato vuota. Finita la sua invettiva si è bloccata di colpo.

Le vecchie così, come questa che mi abita sotto, non mi piacciono.
Tutte rinsecchite nella loro cartapecora che un tempo era forse
epidermide.

Cosa penseranno mai della loro vita in questa condizione?

Una condanna?

Magari hanno pure loro dei sogni che vorrebbero ancora realizzare che
le tengono tenacemente agganciate al respiro che le fa sopravvivere.
Finchè qualcosa non le stacca definitivamente la spina.

E' ancora fissa con lo sguardo su di me, ma adesso sembra aver paura.

Meglio così, almeno non aprirà più la sua bocca sgangherata. Non
riuscirei a rivederla ancora. Mentre parlava ho notato un colorito
giallo e ho iniziato a pensare a cosa deve aver lì dentro. Poi ho
sentito un brivido e ho provato a impormi di non pensarci. Ma io non
penso di pensare, cioè posso pensare che sto pensando, ma non sono io
quello che pensa di pensare. E' un casino, lo so, ma è così.

E allora ho rivisto la stanza dove morì zia Paolina, la sorella di mia
nonna. L'odore di quella stanza mi è rimasto addosso. La foto di Padre
Pio sul comodino, le ciabatte infeltrite, le caviglie gonfie, la
peluria sul labbro e quel bicchiere con l'acqua per la dentiera.

Mi sono dovuto concentrare sul rosso del suo maglioncino per
distrarmi. Ha funzionato, sono uscito da questo mantra sgradevole e mi
son messo a pensare alle cose che devo ancora fare e che mi piace
fare. Quanto vorrei fare sempre una cosa che mi piace fare e non dover
sopportare situazioni del genere.

Continua a fissarmi: c'è un elemento nel suo sguardo che mi costringe
a riflettere.

Vorrei tanto ammazzarla questa vecchia maleodorante! Ma la vita ha le
sue regole e i suoi tempi: non credo respirerai ancora a lungo vista
l'età. E poi ho un sacco di cose ancora da fare, i miei impegni hanno
la precedenza, metto su una faccia contrita e chiedo scusa lo stesso.

Ma che fa? Sembra sul punto di urlare...

Vuoi vedere che si è accorta di tutto?

Nella fretta di rispondere devo essermi dimenticato qualcosa.

Eh sì, povera donna ha ragione: ho ancora tutto il pigiama sporco di
sangue.

Se n'è proprio accorta, adesso dovrò ammazzarla per davvero.

Questo è un bel problema: ho ancora il bagno pieno di quel travestito
che ho portato a casa. Cioè di quel che ne rimane.

Glielo avevo detto con quei tacchi avrebbe fatto rumore, per fortuna
che adopero un machete e non una motosega, con tutte le vecchie che
c'erano in questo edificio...

(aM 11.2008)

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