martedì, giugno 02, 2009

Canopi di Selaschetti

Immaginate che per un istante la vita vi diventi chiara e comprensibile come non mai. Una percezione profonda e concentrata, un'epifania a cui non si può sfuggire e tutto ti sembra di colpo chiaro: un po' come se l'anima venisse strizzata e ridotta a una sensazione. 
Ecco, tutto questo, almeno come tentativo, vogliono essere i "Canopi" di Mario Selaschetti, di cui pubblico molto volentieri qui di seguito un primo estratto.

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I

Il sale si mescola al profumo delle acacie e agli avanzi del fritto misto che guarda sul tavolo di fronte a sè. La caraffa di vino bianco è quasi finita e quel che resta è caldo. Osserva i nipoti che giocano sdraiati per terra, all’ombra, con alcuni robottini colorati. Non urlano, come patissero il caldo del sole delle quattordici pure loro. Il vento, senza troppa convinzione, lieve agita le foglie appese al pergolato e rimanda il tintinnare vago di qualche campanella, mossa dal beccheggiare delle barche  ormeggiate.

I suoi figli, dai capelli sul farsi grigi, non sono seduti vicini al tavolo dalla tovaglia ormai sporca. Ascoltano distratti le mogli raccontarsi pezzi di cose del momento. Non ricorda più che voce avessero quando erano piccoli. Dondola la sua testa raggrinzita.

I loro sguardi non lo incrociano più, con quel misto di paura e di venerazione di un tempo. Di colpo, come un attacco di cuore, la sua coscienza precipita nel passato. Aveva amato sua moglie? Adesso che lei non c’è più si sente come un invitato a una festa dove non conosce più nessuno. Settantanove anni sono un bel traguardo. Quanti ne vedrà ancora? Il pensiero scivola subito via. Gioca con il pollice a solleticare la cicatrice all’indice che gli ha lasciato quel tornio. Ricorda la corsa in ospedale e la paura di non poter più lavorare. Dio mio come farò a mandare a scuola i miei figli? Adesso di tutta quella paura non resta che una considerazione relativa, un eco smorzato. Quasi un sollievo. Le cose andarono avanti comunque: una casa col mutuo, uno dei due figli diplomato, la pensione col rinforzo di un’entrata complementare.

“Domenico, hai visto che bella giornata oggi?” gli sussurra la nuora, una donna sfiorita giovane senza più sogni negli occhi. E lui tornando dai suoi pensieri intrisi di alcool e digestione la guarda riconoscente e risponde: “Si, davvero bella”. 

Poi, come spesso capita quando si è molto vicini a guardare dietro al sipario della vita, tutto torna consueto, come l’odore di casa tua quando rientri la sera.

(Mario Selaschetti)

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