martedì, giugno 07, 2011

La porta senza porta.

Durante la giornata passo lunghi periodi fuori da me stesso. Immagino capiti anche a voi. Sto camminando e di colpo mi trovo dove devo essere senza il minimo ricordo del percorso effettuato. Se poi cerco di ricordarmi se per caso ho spento le luci o il gas a casa, mi rendo conto di non avere il benchè minimo ricordo del gesto preciso, dell'attimo in cui devo - perchè nella stragrande maggioranza delle volte l'ho fatto - aver compiuto quell'importante azione.
La cosa ha iniziato a preoccuparmi, perchè ho notato che maggiori sono questi periodi e maggiore l'irrequietezza e l'ansia che mi monta dentro: alla fine della giornata sono un pugile suonato. Inoltre la sensazione di aver regalato parti così importanti della mia vita all'oblio mi fa in un certo senso venire della malinconia.
Ma siccome sono un uomo pieno di iniziativa ho deciso di iniziare la mia piccola battaglia nei confronti di questo torpore automatico e ho escogitato un meccanismo di stimolo e allo stesso tempo di monitoraggio della mia consapevolezza quotidiana. Come faccio? Semplice, ogni giorno cerco di essere "presente" nel momento in cui apro una porta in modo da numerare progressivamente ciascuna di queste operazioni. Alla fine della giornata non mi resta che vedere il numero a cui sono a trovato per comprendere quanto sono stato via da me stesso.
L'esercizio richiede anche di mantenere vivo il ricordo del numero di porte aperte a cui sei arrivato nel corso della giornata e costituisce quindi una sorta di filo che lega i diversi momenti di consapevolezza e allo stesso tempo quasi li espande perchè è facile trovarsi "svegli" in alcuni momenti a pensare al numero da ricordare. Per aiutarmi mi sono inoltre inventato una sorta di associazione visiva tra il numero da ricordare e un qualcosa che mi aiuti a farlo. Esempio: il 5 è la mano, il 9 giorno della mia nascita sono io, 10 è Mosè con le sue tavole della legge. Ma ho fatto anche alcune associazioni più complesse e suggestive come ad esempio quelle dedicate ai numeri 14,15 e 16. Se infatti il 13 è la fortuna e il 17 è la sfiga i tre numeri compresi sono il "mare tra la fortuna e la sfiga" dove il 14 è il sud di questo mare e il 16 ne rappresenta il naturale nord perchè sta sopra. Il 15 è l'isola di mezzo.
Come dicevo sono una decina di giorni che ci provo e devo dire che il meccanismo funziona poichè adesso posso comparare le diverse giornate e iniziare a tirar fuori le prime analisi, non proprio così banali. Ho scoperto ad esempio che è molto più facile mantenere il conto delle porte nei giorni di lavoro dove forse un minimo di tensione operativa aiuta, ma che nelle giornate particolarmente intense il numero di porte contate diminuisce sensibilmente.
Ad oggi il mio record è 33, ma ho avuto giornate in cui ho fatto 0 - e se lo ritenete impossibile provate.. - è stata una giornata di ferie in cui gli eventi sono precipitati e mi sono sentito tremendamente sotto assedio da parte della vita.
Certo se non uscite di casa o vivete al Colosseo le possibilità di "perdersi" delle porte diminuisce sensibilmente, ma ne basta una per dimostrare che anche voi siete soliti lasciarvi da soli nella vita per un bel po' di tempo.
Oggi ne ho contate 16.
Datevi una possibilità, provate anche voi.


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