mercoledì, febbraio 13, 2013

Le dimissioni da uomo, no.

Non ho mai avuto una buona idea dei papi. Mi sono moderatamente antipatici per la loro immagine così lontana dalla semplice spiritualità di San Francesco, a mio avviso l'unico (tra i casi famosi) ad aver realmente portato avanti gli insegnamenti universali (o che almeno a mio avviso dovrebbero essere condivisi da tutti) di Gesù. La televisione rimanda sempre immagini di ricchezze e sfarzi, di figure sempre troppo pingui dal Vaticano. A poco serve dire che ci sono tanti missionari sul campo, se la testa che dovrebbe dare il buon esempio si comporta così. Non sono cristiano, tantomeno cattolico, quindi sorvolo sul valore delle eterne discussioni su tematiche sociali come il matrimonio tra gay, il celibato dei preti, la ferrea legge della procreazione, etc. etc.
Eppure in questi giorni non posso fare a meno di pensare al gran rifiuto e all'immagine di un Papa che sceglie di spogliarsi di questo ruolo. Rivederlo tornare uomo, nel pieno delle sue sofferenze in un passo per lui pieno di incognite, in mezzo ai leoni sino a ieri accomodanti, me lo ha reso simpatico e degno di rispetto. Faccio e farò sempre il tifo per gli uomini che devono gestire fasi della propria vita in disgrazia o comunque da "perdenti" (anche se nel caso di Benedetto XVI non è forse la parola più adatta).
E se poi questo è un estremo tentativo estremo di scacciare i mercanti dal tempio allora mi auguro solo che tu non finisca come alcuni tuoi predecessori scomparsi improvvisamente. Perché adesso è importante che tu viva per testimoniare la morte della spiritualità della Chiesa e la necessità di considerarla esclusivamente come un istituzione di potere e nulla più. Un morto senza redenzione.
Ci vorrebbe un altro San Francesco, vedremo.

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