giovedì, novembre 07, 2013

Torna lo Strizzapalle ovvero il vintage nella gestualità sociale

Una persona mi ha fatto venire in mente questo post e tutto il tema che ne deriva. Mi ha fatto pensare a una gestualità che tanti anni fa era in voga tra i giovani della Cumpa. La cosa era più o meno questa, quando scorgevi un tuo amico di spalle, ti avvicinavi a sua insaputa alle spalle e con uno scatto fulmineo gli portavi le tue mani verso il basso ventre e con una morsa a tenaglia gli davi una bella strizzata di zebedei che lasciava l'incauto amico in totale panico con punte di evidente fastidio (anche postumo). Era il cosiddetto "Strizzapalle", manovra che ha rallegrato e inquietato molti giovani a cavallo degli anni '80 e '90. Questo fatto mi ha provocato un'ondata di ricordi e mi ha portato a pensare a come, oltre alla musica, alle arti e all'abbigliamento in genere, esistono anche ondate di mode anche nella gestualità che viene condivisa in società dalle diverse sottocomunità (e in alcuni anche dalla massa). E come le mode più evidenti anche queste passano e quando vedi qualcuno, per un caso, per un ricordo, per un riflesso, riproporre quel gesto, ecco che di colpo abbiamo il fenomeno del vintage anche in questo contesto. Mi chiedo perché non si possa agire attivamente per riportare in voga una serie di gestualità vintage e vedere se fanno lo stesso effetto del vintage in altri campi, trasformando la cosa vecchia in una cosa che acquista nuova vita e che fa percepire il suo attore/proprietario come una persona fuori dal coro. Vi invito a provarci e per sostenervi in questo passo vi suggerisco una serie di gestualità ormai passate.

 1. Strizzapalle variante Slava anche detta "dello zufolo": Come nella manovra classica, la tenaglia sullo zebedeo viene accompagnato dalla dichiarazione "fischia! Fischia!" e l'autore del gesto interrompe la sua iniziativa solo al verificarsi di un suono emesso dalla vittima che possa ricordare vagamente uno zufolo

 2. "Suora tua!". Al passaggio di una suora si tocca la persona più vicina dicendo "tua" o "Suora tua". La persona che viene toccata cerca a sua volta un'altra persona vicina cui effttuare la stessa operazione, pena la raccoltà su di sè di tutta la sfiga del mondo.

 3. Paghi la mossa. Un tipo finge di colpire un altro, se questo si muove riceve come punizione un pugno sulla spalla

 4. La stecca. Di origine naiesca, il ritmico battere del dito indice lasciato libero di sbattere sul pollice e l'indice chiusi a tenaglia

 5. Fare ok con le dita messe a segno di "ok", appunto.

Buon divertimento.


1 commento:

Anonimo ha detto...

A proposito di ricordi e di gestualità vintage, ne aggiungo una riscoperta giusto ieri sera al termine di una cena tra amici.

Il mitico “Yeppa”: usanza in voga negli anni ’80 in base alla quale chi fa un rutto deve dire “Yeppa” toccandosi la fronte per non beccarsi una sberla dagli altri presenti (la variante milanese prevede di toccarsi la fronte solo con il pollice, tenendo le altre dita chiuse a pugno eccetto il mignolo, insomma con la mano a “spanna”).

Seppur inconsapevolmente, c’è chi sostiene con convinzione il revival di usi e costumi appartenuti al passato!

;o)

PS: non chiedetemi che gente frequento perché il gesto è stato riportato alla luce da uno dei maggiori fautori al mondo dello “Strizzapalle”, quindi non c’è da stupirsi.