sabato, aprile 19, 2008

Racconti solubili #7

(A Thomas).

Lo so che può sembrare un racconto inventato, ma ti giuro che è così.
Parlavo con Thomas proprio l'altro giorno. Te lo ricordi Thomas? Be' l'ho cercato perchè mi doveva dare dei programmi per il Mac e mi ha detto tutto ok ci vediamo quando arrivi a Spezia. Pensavo di beccarlo dopo cena, se Michela non si metteva a rompere troppo. Si con la storia dei bambini, lo sai com'è fatta. Insomma mi son detto, passo da lui carico i file e poi magari ce ne andiamo a bere una birra in Scaletta e a fare due chiacchiere.
Verso le 6 arrivo al casello di Spezia e mi suona il cellulare, ma non riesco a rispondere subito perchè stavo discutendo con Michela e non avevo messo l'auricolare. E' così che ho saputo che c'era stata la tromba d'aria lì da voi. Si, insomma la forte tempesta di vento.. perchè tromba d'aria è un po' esagerato Ma comunque, quando arrivo sotto casa dei miei, vedo che la chiamata è di Thomas e allora lo richiamo. Quando mi risponde gli faccio come va e lui allora mi dice che è in lutto e che per un mese non esce e non fa più vita sociale perché è in lutto. Mi fa - le cose brutte che ti capitano sono un segnale che hai fatto del male e che in qualche modo devi espiare. Sono stato ad ascoltare in silenzio, mentre cercavo di capire chi gli fosse morto. Sai non è sposato e allora ho pensato prima alla madre, che vive con la nonna. Poi al padre che vive da solo. Ma il tono non era così giù e allora non ci ho capito nulla. Me ne sono rimasto a sentirlo parlare. Pensavo prima o poi mi dice che gli è successo e chi gli è morto, magari era uno dei suoi scherzi. Allora ha iniziato a raccontarmi tutto. Poveraccio non scherzava, ma la cosa era davvero bizzarra.
Mi fa - l'altro giorno mi sono preso l'influenza e allora me ne son rimasto in casa. Verso 12 mi sono alzato e con il piede ho pestato una cosa stranissima. L'ho rotta. Era viscida di color marrone con striature rossastre. Puzzava pure un po'. Mentre ne guardavo i resti uscire dalla pianta appoggiata del mio piede destro mi sono pure accorto di essermi ferito il piede con i resti di questa cosa che avevo rotto. Zoppicando sono arrivato in bagno e ho preso della carta igienica e ho iniziato a pulirmi. Mi sono pure levato quei pezzettini taglienti che mi avevano ferito. Avevo pestato un uovo e mi ero ferito con il guscio.
Un uovo? E chi ce lo aveva messo lì?, gli dico.
Mi sono incuriosito ancora di più, lo sai che sono curioso e che queste storie strane mi piacciono e lui allora mi dice che dopo un po' di pensieri gli viene in mente Raymond. Forse è una cosa sua, ho pensato, mi fa. Io sapevo che aveva in casa un'iguana, ma non mi ricordavo che si chiamasse così. A essere sincero tu lo sai quanto mi facciano schifo quegli animali. Allora gli dico, ma non era un maschio Raymond? E lui mi fa - lo pensavo anch'io ma sai quando l'ho preso nemmeno il veterinario poteva capirlo con certezza. Insomma per farla breve mi racconta che l'iguana gli è morta perchè si era messa a fare le uova senza motivo e forse non è riuscita a espellerle tutte così si è intasata ed è morta.
Te l'ho detto è una storia vera. No l'iguana non l'ha chiamato Raymond in onore di Carver, almeno io non gliel'ho mai chiesto. Si lui legge anche quelle cose, ma non penso sia per quello. E poi lui aveva messo un pavone in un racconto, non un iguana.
Questo non è un racconto.

(aM 7.2008)

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