domenica, ottobre 25, 2009

Paura e delirio ad Acqui Terme


Week-end intenso.
Dentista alle 12.30 di venerdì, devitalizzazione scampata (per il momento) e subito in macchina verso Acqui Terme, grazie a una sontuosa mezza di ferie.
Il sole che torna a riaffacciarsi dopo una settimana di nuvole e acqua sulla Torino Piacenza.
E così mi son detto, "vai, giocati il Jolly della Goduria esistenziale" e sono uscito ad Asti Est, prendendo la statale che collega Asti a Canelli. Dopo una galleria dalla ventilazione progettata male - c'era lì dentro più smog che a Milano nelle zone fuori Eco-pass - riuscimmo a rivedere le stelle in zona Montegrosso d'Asti, poi Agliano Terme, saltando il bivio per Vinchio e Vaglio. Praticamente la capitale mondiale del Barbera d'Asti. Ma ho resistito girando verso Canelli, in questo tripudio di colline gettate lì come se non sapessero dove metterle nel giorno della creazione, dai colori più vari che l'autunno può adoperare e soprattutto dal marrone rossiccio delle vigne ormai senza prezioso carico. Ho resistito ma per poco e mi sono fermato presso un'azienda che già conoscevo: l'Armangia di Canelli
Qui avevo già comprato e assaggiato il loro "Pacifico" un assemblato del Monferrato, la barbera Titon e il Sauvignon, trovandomi molto bene. Adesso le bottiglie sono già in cantina, in attesa di un'occasione per essere liberate.
Carico e felice, mi sono diretto verso Acqui Terme, superando Canelli per giungere a Sessame. Qui ho trovato un Agriturismo incantevole - Villa Caffarelli, una vecchia cascina rimessa a nuovo e trasformata in mini appartamenti. Il tutto a un prezzo abbordabilissimo (35 Euro a persona).
Sessame è seduta su uno dei fianchi della Val Bormida, una valle in questo punto molto larga e dalle colline che già sanno di Liguria: nel lato a sud infatti incomincia a non esserci più traccia di vigne. Siamo proprio al confine tra la provincia di Asti e di Alessandria, quindi al confine tra le DOC astigiane e quelle alessandrine. A Sessame si può ancora fare la Barbera e il Moscato d'Asti, ad Acqui si può fare il Brachetto e il Dolcetto d'Acqui, appunto.
Parlando d Dolcetto d'Acqui, non proprio un vino degno di nota, ne ho potuto assaggiare uno interessante almeno per il profumo. Si tratta del "L'Ardì" prodotto da Banfi noto produttore toscano. Il fatto che un produttore toscano si sia interessato a questa zona vinicola, ad oggi terra di grandi quantità piuttosto che di grandi qualità, è forse un segnale di come probabilmente dovremo attenderci un'operazione recupero (simile a quella fatta molti anni fa nel campo del Barbera e del Chianti) che prima o poi darà dei frutti importanti.
Questo Dolcetto ad esempio incomincia a essere un primo tentativo decente.
Le Terme di Acqui sembrano le Terme classiche da primi del '900. Non manca il classico Grand Hotel delle Terme dalle moquette stantie e passamaneria desueta. Il suo tentativo di trasformarsi da stabilimento per inalazioni della mutua a moderno centro benessere non è riuscito completamente. Nella piscina di acqua salsobromoiodica ho visto solo anziani e persone sovrappeso (tra cui io a essere onesto). Ma mi son detto: "meglio così, almeno i prezzi restano assolutamente interessanti". 15 Euri e puoi stare in ammollo tutto il giorno, saltando nella sauna e nel frigidarium quante volte vuoi.
Il paese merita nonostante qualche esempio di urbanistica demenziale (per essere in buona fede). La piazza con la fontana da cui esce l'acqua bollente merita una visita e un'inalazione e tutto il borgo che si arrampica sulla collina è ordinato e piacevole. Non cercate di trovare un posto per mangiare la domenica a pranzo. Pochi locali aperti, escludendo quelli dove è meglio portare gli assegni. Nella centralissima via Mazzini c'è un'Osteria che fa Baccalà, Trippa e Bollito in cui è difficile trovare posto. Se ci riusciti merita, tavolacci di legno e robe sincere. Non ne ricordo il nome però. In caso di difficoltà Pizzeria Napoli, in un locale che poco tiene alle forme una vera pizza napoletana.
Dopo due giorni di ammollo nelle acque calde di Acqui Terme, sono alla tastiera del mio computer a scrivere queste cose. Rilassato e con una bella stanchezza. Non è poi difficile capire come si possa perdere un impero se ci si abbandona a questa terapia dello spirito.
Come scriveva il poeta:

"
Immerso
nella piscina piena
di acqua magica salso bromo iodica
proveniente da km e km qui sotto
per stare qui dentro con me
il miracolo caldo delle terme
sono talmente calmo
che la mia coscienza si arrende
Rido perchè vedo il mio errore fatale
adesso più evidente che mai
Rido perchè scorgo la mia mossa errata
adesso più evidente che mai
Ma mi consolo subito
Non è poi così strano
che la gente che ha inventato queste cose
abbia poi perso
un impero.

(R. Buchago, Bozze 1996)

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