sabato, ottobre 26, 2013

Sul perché Richard Saul Wurman mi fissava così e altre storie

Pochi giorni fa a un convegno sulle frontiere dell'interazione umana (#foi2013)- niente roba zozza per intenderci -ho avuto il piacere di ascoltare l'intervento di Richard Saul Wurman, forse uno degli ultimi visionari ancora a disposizione di chi vuole ascoltare. Solo per citare qualcuna delle sue creature, oltre a una sterminata bibliografia, la creazione di TED una sorta di contenitore web per idee che meritano di essere diffuse a tutti e prossimamente una serie di conferenze centrate sul futuro di questa lurida e malconcia umanità: 555 Conference. Tornando a TED, è un posto in cui vi sono innumerevoli speech di persone provenienti da diversi settori della scienza, della cultura e della Società mondiale su diversi argomenti interessanti e sovente illuminanti. Grazie a uno di questi ho scoperto Temple Grandin e la sua spiegazione sull'autismo e sul funzionamento meraviglioso delle menti autistiche, cosa che mi ha permesso di vivere la mia personale avventura con uno spirito migliore e una sorta di piacevole curiosità antidepressiva.
E così ho pensato fosse doveroso andare a ringraziare la persona a cui in un certo senso dovevo questo mio cambio di visione sulla materia e così ho fatto. Non contento del ringraziamento, a proposito il Signor Wurman si è mostrato preparatissimo sulla materia, gli ho chiesto di poter fare una foto con lui e quello che vedete qui ne è il risultato. Tornato a posto nell'auditorium, in attesa del suo intervento, il mio collega mi mostra la foto e dentro di me penso "scatto sbagliato, deve averlo preso mentre si stava sistemando". Nessun problema, anzi mi dico, sembra quasi che mi osservi con interesse, ci faccio anche una bella figura. Tutto finisce lì per qualche minuto, sino a quando Wurman durante il suo speech inizia a dire una serie di cose davvero in linea col suo modo di essere visionario. In particolare a un convegno per amanti della nuove tecnologie dice che la cosa più importante al mondo è il dialogo vero tra persone, la comprensione del motivo per cui cerchiamo di comunicare tra di noi. In questo contesto le tecnologie sono solo uno strumento da utilizzare per rendere più proficue e più vere le interazioni tra persone. Invita tutti quanti a non innamorarsi mai dello strumento, ma di preferirgli lo scopo positivo per cui può essere utilizzato. Poi dice:"vedete (lo dice per spiegare il concetto), prima qualcuno di voi mi ha chiesto uno foto e voi dovete sapere che io nelle foto invece di fissare la camera, guardo la persona con cui faccio la foto, e lo faccio perché non sono interessato allo strumento macchina fotografica, ma all'uomo con cui sto facendo la foto, per ricordarmelo o anche solo perché in quel momento la relazione che sto generando è con lui e non con la macchina." Ovviamente sentite queste parole sono rimasto folgorato e ho apprezzato ancor di più tutto il suo discorso, prezioso, ponderato, vero perché fatto da un uomo per sua natura indipendente e "mosso solo" dalla sua curiosità che inoltre ha raggiunto un'età in cui non è più ricavabile dai desideri ego-tici della vita umana. E la mia faccia da cretino, così allegramente ostentata nella foto, sarà per me un vero memento per molti anni.
Tornando al Signor Wurman, fa impressione vedere un cervello curioso con le gambe vagare per il mondo. Una persona che ritiene inoltre che le scoperte siano frutto del caso perché il più delle volte arrivano mentre si cercano altre cose o perché la Storia viene fatta da fattori esogeni al potere di prevedere e pianificare della mente umana (illuminante la spiegazione della nascita dell'Umanesimo in Italia perché nel 1300 vi fu una grande epidemia o della grande eruzione di un vulcano in Islanda come fattore alla base della Rivoluzione francese). 
Tra i suoi ultimi messaggi, prima di lasciare la parola sul palco a Gianni Riotta (su cui meglio stendere un velo pietoso): "Prima di pensare a innovare, bisogna pensare alle conseguenze che queste innovazioni avranno sul futuro". 
Parole sante Richard, parole sante.
Grazie ancora.



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