lunedì, febbraio 03, 2014

Ipocrisie sempre ipocrisie

Siamo umani e quindi ipocriti. Gli animali non sono ipocriti, questa è una delle qualità esclusivamente umane e non vi sono altri esempi nell'universo. Alieni a parte. 
Anche chi, come me adesso, si diverte a evidenziarne l'esistenza utilizzando come esempio alcuni fenomeni non ne è immune. Tenetene conto o voi che leggete! Forse.
Un'altra caratteristica più umana dell'umano è quella necessità di cretae idoli (fisici o immateriali) a cui assegnare il compito di dare a tutta questa simpatica tragedia chiamata vita uno scopo. Anche qui, cari lettori, ricordatevi che chi scrive non ne è immune. 
Ecco i due esempi, uno di ipocrisia e uno di idolatria. Buon divertimento. 
1) (Ipocrisia) L'amante dei cani e degli animali in genere peró carnivoro. 

Sono carnivoro e quindi so cosa sto per dire, fidatevi, ma è da qualche tempo che percepisco questo fatto come un'ipocrisia enorme, sesquipedale. Conosco persone che si incatenerebbero per liberare dei Beagle dalla tortura della sperimentazione che poi peró altrettanto beatamente si mangiano senza batter ciglio un bel piatto di agnello arrosto o di filetto di vitello. Non vi pare un po' incoerente? Forse l'agnello, così tenero (in tutti i sensi) non ha diritto a questa protezione? Forse essere macellati è più umano di essere vivisezionati? Certo si puó evitare l'agnello, ma anche macellare uno stupido ecchio bue esaurito dal lavoro nei campi non cambia la cosa a mio avviso. 

2)(Idolatria) Il vegano talebano

Dall'altro lato del confine c'è il vegano intransigente. Esempio di idolatria con furor sacro che nella storia ha quasi sempre portato a catastrofi sociali, a guerre di religione a derby calcistici finiti nel sangue, il talebano vegano rifiuta tutto quello che è stato prodotto facendo soffrire l'animale. Non trovo nulla di negativo e interessante (dal punto di vista dell'analisi antropologica) in questa cosa e capisco che anche il latte e i suoi derivati o le uova vengano prodotte senza tener conto della dignità dell'animale, ma quando si arriva a negate il miele allora qui si accendono tutte le lampadine nella mia coscienza e annuso subito un odore di qualcosa che non va. Mi pare il frutto di troppo zelo e di troppo pensiero quasi il tentativo di creare una distinzione più per il gusto di creare un'altra bella categoria probta per il suo sfruttamento commerciale piuttosto che per il vero rispetto degli animali. Ci sono i dark, i Moods, i metallari e poi i vegani. I metallari hanno le Nike alte e i vegani non mangiano il miele. Questa cosa del miele non mi va giù, mi dà proprio la sensazione di quei personaggi che iniziano a correre per dimagrire e poi muoiono alla mezzamaratona vestiti con abbigliamento tecnico da 1000 euro. Mi pare manchi il buon senso, quella via di mezzo che puó generare una vera evoluzione sociale. Il veganesimo a mio avviso, al massimo genererà una moda, che appassirà, lasciando indietro qualche individuo che rispetterà consapevolmente gli animali e qualche talebano senza testa. La massa tornerà a ingozzarsi da mcdonald (sono convinto che qualche vegano talebano dirà meglio così, esaltandosi quale novello Prometeo, ma dimostrando la mia tesi e cioè che si è perso il fine di aiutare gli animali a non diventare una merce come le altre). A questi 'vegani' del miele provo a mettere una pulce nell'orecchio: è possibile mangiare le verdure del contadino che sono state concimate con lo sterco di qualche animale poi macellato? Senza buon senso si fa la fine di Robespierre: la rivoluzione ti si ritorce contro. 


Nessun commento: