sabato, marzo 30, 2013

Lo Zen, il desiderio e Auguste Dupin

Il segreto della vita è la cosa che tutti noi, elettori di Berlusconi compresi (almeno credo), prima o poi cerchiamo di trovare. Ci sono infinite occasioni in cui questa strana domanda può saltare fuori: una mattina tersa, un tramonto dalle mille sfumature, una finale di Champions persa dopo essere stati in vantaggio di 3 reti, un figlio che si scopre diversamente abile.

Montale, sempre lui, descrive questa ricerca in vari modi, nella maniera del vero poeta:

"Cerca una maglia rotta nella rete
che ci stringe, tu balza fuori, fuggi!
Va, per te l'ho pregato, ora la sete
mi sarà lieve, meno acre la ruggine... "


(Eugenio Montale, In Limine)


Poi di solito, ci si riaddormenta o si impazzisce. Si riparte con la solita vita fatta di routine tranquillizzanti, gesti e rituali per difendere i confini della nostra tranquillità oppure il dolce rifugio nelle dipendenze come alcol, droghe, sport, cinema, animali da compagnia o gli idealismi vari.
E quella domanda resta sospesa, quasi un fastidio che riaffiora nella testa come la sensazione di aver dimenticato il gas acceso: alla fine ci si convince che una risposta vera a questo quesito non esista.

Eppure la risposta esiste ed è solo nascosta nel luogo più difficile da trovare possibile.
Quale?
Questo posto ce lo dice Edgar Allan Poe nel suo racconto "La lettera rubata". In questo racconto il "suo" investigatore Auguste Dupin (il primo investigatore della storia, per altro) deve ritrovare una importantissima lettera caduta nelle mani di una persona senza scrupoli che vuole utilizzarla per ricattare una persona importante. Alla fine del racconto (ATTENZIONE QUESTO E' UNO SPOIL) Dupin ritrova la lettera proprio sulla scrivania del malvagio personaggio. Nel punto più evidente e visibile di tutti e, proprio per questo, l'ultimo punto in cui andrebbe a cercare una cosa che è stata nascosta.

La stessa cosa vale per il segreto della vita, conosciuto da tutti i mistici di qualsiasi tradizione e religione, dai poeti laici (solo i migliori, eh) e dalle persone sull'orlo di un esaurimento o di un illuminazione, che forse è la stessa cosa. Infatti questo segreto è "nascosto" davanti agli occhi di tutti, la famosa "porta senza porta" di Mumon, il non subordinarsi a niente di Pessoa ("(...) Diventato una pura attenzione dei sensi, fluttuo senza pensieri e senza emozioni. (...) Come vorrei, lo sento in questo momento, essere una persona capace di vedere tutto questo come se non avesse con esso altro rapporto se non vederlo (...). Non aver imparato fin dalla nascita ad attribuire significati usati a tutte queste cose; poter separare l'immagine che le cose hanno in sé dall'immagine che è stata loro imposta. (...) Smarrisco l'immagine che vedevo. Sono diventato un cieco che vede. (...) Tutto questo non è più la Realtà: è semplicemente la Vita.") oppure i momenti in cui vi fermate a guardare qualcosa in pace e senza alcun desiderio perché è tutto lì quel che basta.

Il segreto della vita è quello che è in ogni secondo della nostra vita, non c'è altro. Ma questa cosa va compresa a fondo, va sentita vera dentro il cuore, senza alcun ragionamento o sillogismo: è un fatto di istinto non di ragione. Non basta ripeterlo o postarlo su fb, bisogna che nella tua mente questa cosa diventi vera e percepita come tale con tutti i pori della tua pelle. Ci vorrebbe un po' di sana meditazione quotidiana per farla emergere, ma questa è un'altra storia.

Eppure i segnali per trovare questa verità sono sparsi ovunque nella nostra vita e a mio avviso la questione "desiderio" è uno dei più evidenti. Che valore dare al fenomeno che il desiderio mette in mostra nella nostra mente e cioè quel vedere nell'oggetto desiderato l'unica ragione di vita e poi, una volta ottenuto, perdere qualsiasi forma di interesse?

Provare a rispondere a questa domanda così presente ed evidente nella nostra vita, come la lettera scovata da Dupin, non è facile ma fondamentale per svelare quel segreto.

Auguri a tutti i cercatori.

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