lunedì, maggio 12, 2008

Rodrigo Buchago: un caso letterario molto curioso

Pubblico questa intervista a Rodrigo Buchago molto volentieri. In primo luogo perché le sue poesie compaiono in diversi post di questo blog. E poi perché Buchago, visto l'ostracismo e la censura che lo ha colpito da anni (anche ritrovare questo articolo non è stato facile), rappresenta un caso letterario molto curioso, come riporta il Corriere in un articolo di qualche mese fa (Nell'inserto culturale dell'edizione del 8 febbraio 2008).

Intervista a Rodrigo Buchago ("Marcia" numero 12, novembre 2007), traduzione di Mario Selaschetti

Rodrigo Buchago nasce il 9 ottobre del 1970 a Maldonado, città situata a 95 km da Montevideo e famosa per il suo porto, dove ogni giorno arrivano e salpano le navi che tengono vive le sue industrie tessili e alimentari (in particolare l' esportazione verso il nord America della preziosa Aringa salmistrata del mar de la plata), e per il suo museo di Arte Americana (dove sono esposte, tra le altre,  le opere del grande Joaquin Torres Garcia e le installazioni di Ramiro Esteban Barfonzi). Scrive poesie da quando ha 6 anni e ormai dalla pubblicazione della sua prima opera, il fortunatissimo  "Manuale di disegno per pensieri a mano libera" (1988) è considerato tra I più importanti poeti viventi uruguaiani.

..e pensare che il suo eteronimo è un impiegato italiano (Alessio Marchetti N.d.r.), ci racconta com'è nata questa cosa?

RB: Dia un'occhiata in giro, questa è la mia casa. Io e lei siamo seduti nel salone e di fronte a noi, dietro questa grande vetrata c'è l'Oceano. Se solo l'aprissi sentirebbe il profumo di sale arrivarle sino ai calzini. Si sta divinamente qui, non le pare? (Effettivamente la casa di Rodrigo Buchago è una vera oasi di tranquillità, con la sua pineta, appoggiata su una collinetta che degrada dolcemente verso il mare, con tanto di piccola spiaggia privata NdR).

Ma la vita è un'altra cosa. Io qui, al riparo da tutto e da tutti ho così tanto tempo per pensarla…per crearla (mi fissa  intensamente e I suoi due occhi azzurri diventano quasi due punte di spillo, poi ride Ndr). Mi sono detto cosa c'è di più impastoiato nella vita moderna di un impiegato pendolare in una bella città caotica?

Ma Montevideo non poteva essere più adatta di Milano?

RB: Forse. Ma Montevideo così come l'Uruguay non esiste, è un'invenzione di qualche geografo impazzito. La gente conosce l'Argentina e Buenos Aires, il Brasile e Rio de Janeiro, ma l'Uruguay e Montevideo no. Per questo mi son detto: "il tuo amico deve vivere in una città grande e famosa, ma non troppo come Parigi, New York o Londra ad esempio, con il rischio di rendere il personaggio, in confronto a loro, già un non protagonista. Milano è perfetta, con gli italiani per loro natura dei casinisti e un tocco d'internazionalità..la moda, il Da Vinci, la mafia…e poi il Milan, la squadra dove hanno giocato Schiaffino e Ghiggia"

(Continua)

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