giovedì, luglio 23, 2009

Korniglia

Come al solito viene l’estate e mi butto a capofitto s’un progetto di romanzo che poi non porterò mai a termine.

Questo progetto è diverso dagli altri perché, questa volta, gli ho affidato lo scopo di portarmi via da questa vita da impiegato.

Lo pubblico sul blog a puntate così potrete sputtanarmi quando smetterò di andare avanti.

“Korniglia”

“Vuoi fumartela tutta da solo?”

Billi aspira forte e gli occhi gli diventano ancor più rossi.

Poi si sporge dal parapetto di pietre con la testa sopra al grande strapiombo grigio verde del mare.

Tiene la canna dietro la sua schiena, per proteggerla dalle folate del vento.

E’ ancora accesa e manda in giro il suo profumo di arrosto esotico.

Sta arrivando la tempesta, sale forte dal mare.

“Tieni, ma lasciamene un tiro” Billi porge la canna ad Agostino, stando attento a non farne cadere nemmeno una caccola.

E’ rossa incandescente al passaggio di quel vento che sa di mare e di freddo. Ti fa diventare il naso pieno di liquido.

“Minchia che freddo!” gli dice Agostino, un tipo grosso come un armadio con la testa piena di riccioli rossi. Poi aspira profondamente, tanto che gli scappa un colpo di tosse.

“eh! Allora?” gli dice Billi battendogli sulla spalla quadrata.

“Che c’è?” gli fa Agostino.

“Cosa ne pensi di quello arrivato ieri?”

“Boh? Che vuoi che ti dica?”

“Secondo te possiamo fidarci?”

Billi lo guarda per un attimo, poi aggiunge “sembra arrivato dal niente…se non c’eri tu ieri a pescare giù alla Marina..a quest’ora era in fondo al mare a dar da mangiare ai pagari”

Agostino tossisce poi gli ripassa quel che resta del tizzone. Si stringe al bavero del giubbotto jeans che indossa e guarda un gabbiano restare alto senza fare un movimento.

“Non lo so, ma aspetterei a mostrargli i segreti di questo posto.”

“Dovremmo torturarlo?” Billi aspira l’ultima brace. Poi con un colpo di indice e pollice manda il filtrino rimasto oltre il muretto di pietre a secco giù nella scarpata, verso il mare incazzato.

Salta un paio di agavi e un paio di piante di fichi d’india prima di venire dissolto dalla schiuma delle onde.

“Sì, hai ragione, facciamogli vedere per una giornata intera qualche film polacco dei tuoi”

“Sei proprio un bifolco, la prossima volta che mi chiedi una videocassetta per passare il tempo ti fotti..”

Ridono, mentre dal mare arriva una folata di vento carico di sale.

“Mi raccomando non diciamogli dove può trovare le acciughe vere e non quelle per turista che comprano al supermercato a Spezia….”

“Sì e nemmeno chi tiene le scorte di maria per tutto l’inverno.” Risponde Billi.

“E dove si beccano le orate scappate dai vivai del Ferale che s’imbastardiscono con quelle naturali..”

“E che lo sciacchetrà che vende Matteo è un passito toscano da quattro soldi..”

“Come vuoi dirmi che non è originale? Questa non la sapevo nemmeno io…”

“Adesso devo ammazzarti Billi!” Agostino non finisce la frase che si mette a ridere di gusto.

Billi sembra deluso, un pensiero sembra contrariarlo, poi stringendo la testa tra le spalle dice “va bè, vatti a fidare degli amici..stasera mi faccio un mojito piuttosto del suo vino taroccato..”

“Avvisi il maresciallo del nuovo arrivo?” Agostino fissa Billi negli occhi.

“Sei pazzo. E’ vero che non sappiamo nulla di lui e che non ha documenti addosso, ma ti ricordo che se avessi fatto così nessuno di voi adesso vivrebbe qui tranquillo e beato, in questo paese che d’inverno vanta ben 250 anime che si fanno gli affari propri..”

“..e che custodiscono il segreto del mondo!”fa Agostino sorridendo.

“Sì, come dice Agostino..Bere mangiare drogarsi e fare casino…!” dice Billi con un crescendo di voce.

“Già hai ragione, non serve chiamare il Maresciallo, se il tipo non muore, però..” Agostino mette una mano sulla spalla di Billi.

“Non muore, non muore sta tranquillo…non appena si riprende gli diamo un po’ di Schiacchetrà di Matteo..” Billi sorride poi fa “A che ora lavori stasera?”

Agostino mette sul volto un’espressione dubbiosa “lavorare è una parola grossa, sai che a gennaio non c’è nessuno..apro l’Osteria solo per dovere..mi metterò a fare due conserve.”

“Che pesci hai?” gli chiede Billi

“Poco, mi son rimasti due suetti e un paio di polpi del Mesco.Li faccio andare sulla brace”

“Allora passo a trovarti, porto del vino e qualche disco di sottofondo..che dici?”

Agostino annuisce “ok, ho anche del pesto messo da parte e un mezzo chilo di linguine..dillo ad Andrea se vuoi..poi finiamo in veranda..”

Billi ci sta pensando su quando un bambino vestito con una maglietta a righe e il cappello da marinaio in testa esce dal carrugio e piomba sulla terrazza panoramica.

“S’è svegliato! Quel tipo s’è svegliato!”

Billi si avvicina al ragazzo e gli dice “Ok, vengo..”

“ha detto qualcosa?” gli chiede Agostino.

Il ragazzo annuisce e poi continua “si, ha detto che vuole parlare con il Fante di Cuori”

Un’espressione di terrore compare sul volto di Agostino, mentre Billi sembra essere colpito da un pugno allo stomaco.

“Andiamo, Cristo!” esclama Billi, tornando dal profondo del suo ultimo pensiero.

Poi corrono tutti a infilarsi nel budello di case, lasciando la tempesta a tentare di entrare nel cuore del piccolo paese arroccato sulla collina.

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