giovedì, luglio 30, 2009

Mar Esciallo

Continua, non so ancora per quanto, ma continua l'entusiasmante romanzo a puntate dell'Estate: Korniglia.

Se vi siete persi la prima puntata cliccate qui

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“Volo” dice Matteo, gettando l’ultima carta sul tavolo

Il suo compagno, come ubbidendo a un patto segreto butta giù un asso di cuori.

Poi sorride.

“Cazzo non mi ricordavo che c’era ancora l’asso in giro” dice Alessandro, un ragazzo con le lentiggini seduto a sinistra di Matteo.

Suona il cellulare. Matteo si alza e fa un cenno a un vecchio in piedi che stava seguendo la partita.

“Aristide prendi il mio posto che mi chiamano..”

Il vecchio si siede e inizia a guardare il suo mazzo di carte. Si gratta le balle con la mano libera, poi guarda il suo compagno, uno più o meno della sua età con una bella ciste carnosa sulla tempia destra, come per capire dalla sua espressione cosa deve giocare.

“Pronto?”

Matteo s’incupisce per un attimo poi risponde “ma no ti ho già detto che ho finito le birre, se non me ne porti almeno 4 casse è inutile…”

Alessandro deve scartare il tre di denari e si prepara a subire un’altra mano lunga: Aristide ha capito subito cosa fare. Alessandro e il suo compagno di gioco capiscono che sino alla fine delle carte non potranno far altro che rispondere senza possibilità di riprendere il bandolo del gioco.

“Va bè fa un po’ come vuoi..vorrà dire che la prossima volta vado alla Metro a fare l’ordine..” Matteo chiude la conversazione e si riavvicina ai giocatori. Gli scappa un “ma va a cagare…stronzo”.

Alessandro guarda Matteo con un’espressione interrogativa.

“Ragazzi, niente birre sino a giovedì, il corriere ha fatto casino..però se volete bere della Spuma bionda quella ne abbiamo in abbondanza..”

Alessandro butta l’ultima carta sul tavolo “mi sono rotto, basta! Avanti vi pago da bere e siamo a posto..cosa prendi Aristide?”

“Un goto de rosso” fa Aristide

“Uno anche per me” dice il vecchio compagno di Aristide.

“Ok, Matteo facciamone tre visto che a birra sei messo male…” dice Alessandro.

Poi si avvicina a Matteo. “Come sta?” gli dice schiacciandogli l’occhio.

Aristide li osserva e si mette a ridere.

“Non lo so, secondo me muore”

“Che ne dici se vado a dare un’occhiata?”

Matteo si guarda un attimo in giro e poi fa un cenno di assenso.

Aspetta già che ci sei porta giù questo. Fai il giro lungo, tra qualche minuto entra il nostro amico e ci romperà il cazzo come al solito.

Matteo prende da sotto il banco una busta con dentro dell’erba.

“Rosmarino?” dice Alessandro

“Si, di quello buono però..” Matteo sorride

“Saranno almeno 4 chili..li mortè!?”

“La scorta per l’inverno..portala a Billi”

Aristide sorride a due denti e si porta due dita verso la bocca mimando un tiro di sigaretta.

Alessandro dice “vado”, apre una porta con scritto “telefono” e s’infila in una piccola cabina dove s’un tavolino sghembo è sistemato un telefono e a fianco una seggiolina da picnic.

In basso, adagiato per terra, un vecchio elenco telefonico della Provincia di Spezia.

Richiude la porta.

Matteo guarda l’orologio e conta sino a dieci.

Arrivato a dieci si volta e vede entrare un carabiniere.

Un Maresciallo dei Carabinieri.

“Maresciallo che piacere…è venuto a prendere un caffè?”

Il Maresciallo si avvicina al banco e con l’indice punta Matteo.

“Tu sei uno stronzo! E prima o poi gli stronzi come te li porto a Villa Andreini, magari mi ci vuole un po’ ma poi vi ci porto tutti..”

Aristide e gli altri anziani sembrano essere diventati sordi di colpo.

“..e sai cosa mi piace di quando vi porto lì dentro..?”

Il Maresciallo prende uno stuzzicadenti dal bancone, vicino a una coppetta con delle olive taggiasche di qualche tempo fa. Matteo pensa “Sembra quasi una caricatura di un Maresciallo dei Carabinieri in qualche film anni ‘70”

“..quando si mettono a piangere come dei vitelli..dei vitelli verso il macello”

Il Maresciallo fissa Matteo negli occhi.

“Maresciallo ma perché mi dice così, sono solo un barista di un piccolo paesino delle 5 terre.”

“Finiscila! Lo sai bene che prima o poi tu e i tuoi amici vi becchiamo con le mani nella pasta..”

Matteo vorrebbe invitarlo a una spaghettata, ma teme che l’umorismo non sia apprezzato in questo momento.

“Guardi Maresciallo non so di cosa stia parlando..”

“Parlo di quel pacco enorme di mariuana che ha il tuo amico ricchione qui dentro. Perché è qui che sta adesso non è vero..?”

Matteo diventa scuro in volto.

Pensa a microspie ma poi si rassicura. Riccardo non lascerebbe mai che un aggeggio del genere s’infilasse in paese.

Il silenzio è assoluto. Aristide sembra annusare l’aria come una talpa.

Due Carabinieri con il mitra si piazzano davanti all’ingresso.

“Come vedi ormai non c’è più niente da fare..”

Il Maresciallo avanza verso la porta del bagno, un’altra coppia di Carabinieri si piazza davanti all’altra uscita.

“Senti, facciamola finita, se mi dici chi c’è dentro..tutti i nomi, ti prometto che ti faccio trattare bene dal procuratore..” il Maresciallo indugia con un’espressione compiaciuta.

Matteo pensa a quei film americani in cui la polizia dice al colpevole, confessa che ti sentirai meglio. Ma la cosa non l’ha mai convinto del tutto dal punto di vista logico.

Il Maresciallo si mette ad urlare “ti avverto stavolta sei fregato!” e con uno scatto apre la porta del bagno con gli occhi pieni di ansia del bambino che gioca a nascondino.

Il bagno è vuoto se si esclude un secchio con una ramazza e una pila di giornali vecchi.

Deluso, il Maresciallo torna a guardare Matteo mentre con la coda dell’occhio, compiaciuto, controlla la porta con scritto “Telefono”.

“Te lo chiedo per l’ultima volta…”

Matteo fissa il Maresciallo con un sguardo preoccupato. Un anziano fa per alzarsi, uno dei Carabinieri all’ingresso gli si fa incontro. Il Maresciallo gli fa un cenno e questo lo lascia passare.

Il vecchio esce dal bar e sputa per terra non appena fuori.

“E va bene, peggio per te…”

Il Maresciallo fa un cenno ai due carabinieri all’ingresso del bar, che rispondendo all’ordine si mettono davanti a lui con i mitra spianati. Tutto sembra pronto.

Poi uno dei due apre di scatto la porta con su scritto “Telefono”.

Al Maresciallo scappa un “macheccazzo!”

Dentro la cabina c’è solo un tavolino sghembo dove è sistemato un telefono e a fianco una seggiolina da picnic. L’elenco del telefono è ancora per terra.

Matteo dice “per le chiamate all’estero deve fare lo 00 prima..”

Aristide apre la sua bocca in un sorriso a due denti (larghi).

Il Maresciallo da un pugno sul bancone mandando in frantumi il contenitore dello zucchero. Il lungo cucchiaio che c’è dentro viene sbalzato a due o tre metri di distanza.

“Non so cosa cazzo sia successo, ma ti avverto prima o poi ti vedrò piangere mentre ti porto in galera…”. Poi il Maresciallo richiama i suoi uomini e se ne esce dal bar.

Un ragazzo vestito con una maglietta a righe e un cappello da marinaio entra nel bar.

Matteo che stava per pulire lo zucchero sparso ai 4 venti lo guarda e gli fa “senti un po’ Nino, ma non dovevi essere di vedetta tu oggi?”

Il ragazzo si siede a un tavolo e inizia a sfogliare la Gazzetta.

“Sì, fino a 5 minuti fa…” risponde il ragazzo

“Nino, il Maresciallo e i suoi gendarmi sono appena arrivati qui belli indisturbati e tu dov’eri?”

“Ero ad avvisare Billi ed Agostino che quel tipo si è svegliato..”

Matteo si fa scuro in volto poi portandosi l’indice verso il naso fa “shhh!”

Il ragazzo abbassando la testa si rimette a leggere il giornale.

Matteo pensa al ragazzo ritrovato alla Marina ,all’inverno che picchia e al fatto che, forse, tutto quanto sta per iniziare davvero.

Gli sembra di avere aspettato questo momento per secoli e secoli.

Poi si ricorda che forse è passato qualcosina meno.

Sarà pronto per tutto questo?

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