giovedì, agosto 27, 2009

Era meglio il tarocco...(Korniglia dopo le ferie)


Continua la teleblogela più appassionante degli ultimi 15 secoli.

La puntata precedente la trovate qui.

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“Allora s’è svegliato?”

Alessandro va incontro a Billi e Agostino, poco fuori dal canile.

Esce dal buio del sentiero che scende dal cimitero verso il borgo. C’è un solo piccolo lampione che oscilla sotto i colpi del vento e lo rende più o meno visibile.

“Macchè!” Agostino risponde deluso, dopo aver riconosciuto Alessandro.

“Ce ne stiamo andando, qui non c’è niente da vedere a parte il bell’addormentato..” dice Billi.

“Te l’ha detto Nino che s’è svegliato, eh?” Agostino pensa ancora che Nino abbia raccontato una balla.

“No, non ho visto Nino, ero da Matteo e poi sono arrivato qui passando dal Sotto..c’era il Maresciallo in visita”

“No, ancora quello scassa palle..ci avrà pensato Matteo a sopportarlo, povero Matteo!” Billi sorride.

“Avete già preso la medicina?” Alessandro guarda Agostino, il quale annuisce poi aggiunge “Non è che posso approfittarne anch’io?”

“Certo, tieni..” Billi si fruga nelle tasche e gli tira un piccolo sacchettino.

Alessandro lo prende al volo con la mano libera, poi gli fa “grazie, ma non avevo bisogno del materiale, guarda qui cosa mi ha dato Matteo per te..”. Alessandro passa il grande pacchetto a Billi.

“..avrei solo bisogno che qualcuno me la rollasse..”

“Hai capito il signorino!” dice Agostino

Billi fissa il pacchetto con interesse, poi fa “bene dovremmo riuscire a passare l’inverno”

“Dovresti imparare da solo” dice Agostino “ormai avrai un milione di anni e non sai ancora come si fa una canna?”

“Sono pigro..è vero e poi mi dà un fastidio cane leccare la cartina..” Alessandro si gratta la testa. Sembra un gesto d’imbarazzo.

“Non ti sei ancora abituato a qui, eh?” dice Billi.

Alessandro scuote la testa.

“Tranquillo passerà, com’è passato a tutti noi..” fa Billi.

“Lo spero, anche se vedo che continuate a prendere la medicina..”

“Sì, ma non per curare..è che ci abbiamo preso gusto..a proposito, il ronzio nelle orecchie, almeno quello è andato via, vero?” Billi mette una mano sulla tempia di Alessandro.

“Sì, quello è passato…” Alessandro si lascia controllare.

“..e le visioni? Sembrano ancora reali?”

Alessandro annuisce.

“Stiamo andando da Agostino vieni che ne parliamo lì” Billi prende un iPhone dalla tasca.

Apre un applicazione con degl’indicatori tutti color verde. Tocca lo schermo e una serie di video appaiono in rapida sequenza. Sono le immagini che provengono da una serie incredibile di telecamere sparse nel paese.

“Nessuna traccia di Caramba, sto diventando paranoico” Billi spegne l’iPhone e lo rimette in tasca. L’ultima diavoleria di Riccardo fa il suo dovere, pensa.

“Notizie da Riccardo?” Billi chiede ad Agostino

“No e la cosa mi preoccupa, magari proviamo a chiamarlo stasera che dici?”

Billi annuisce.

“Andiamo allora” Agostino si avvia verso il paese. Il viottolo, un misto di pietre e terra con qualche arbusto selvatico, scende dal cimitero e poco dopo il canile, fa una curva stretta e di colpo viene incorniciato da due muretti a secco abbastanza alti da non far vedere i campi incolti e le vigne abbandonate che ci stanno dietro. Poi, dopo aver superato una volta in alabastro grigio che unisce due case, si entra nel carrugio principale del paese. Lo stesso dove, un centinaio di metri più avanti, si trova il bar di Matteo.

Il vento freddo intima alla compagnia di accelerare il passo.

Al terzo portone sulla sinistra, risalendo verso la piazza, Agostino si ferma e spinge la porta.

S’infila dentro seguito da Billi e Alessandro. Proprio quando stanno per salire quelle scale ripide da tipica casa ligure, sentono chiamare “Billi” dal carrugio. Qualche secondo dopo appaiono le teste di Matteo e Jean Pierre.

“Hai chiuso il bar?” dice Billi guardando i due dall’alto dei primi 4 scalini che ha già percorso.

“No, ho lasciato Aristide a dare da bere a chiunque. Tanto stasera con il freddo che fa se ne stanno tutti a nanna i cinque vecchietti del paese ancora in grado di deambulare”

“Ti scolerà tutto l’Averna ” fa Agostino.

“Lo so, e vabbe’, tanto se lo beve solo lui qui” Matteo comincia a salire le scale.

L’ultimo, Jean Pierre, chiude il portone gridando “Che se magna?”.

Nell’appartamento, una grande sala dalle pareti in pietra con due divani enormi in pelle, un tv LCD di almeno 45 pollici e un bel biliardo un po’ decentrato sulla destra, accoglie i quattro, alla fine di 4 piani impegnativi.

Una vetrata molto grande porta dalla sala a un terrazzo a due livelli, una sorta di giardino pensile, con una mostra di piante diverse tra cui ulivi, agavi e Booganville.

“Visto che poi ci butteremo fuori a ruttare sino alle 4 di notte, qualcuno può accendere il fuoco?” dice Agostino.

“Quello centrale o anche quello per la brace?” dice Jean Pierre con espressione speranzosa.

“Tutti e due Jean, stasera ho un po’ di cose interessanti da fare sulla griglia”.

Jean Pierre sorride contento, conosce la bravura di Agostino e la sua capacità di rendere anche dei pezzi di carne o di pesce poco pregiati, dei piatti eccezionali. Soprattutto sulla brace.

Si tira indietro i lunghi capelli bianchi e li lega con un elastico: vuole essere comodo durante la preparazione dei due fuochi.

La cucina di Agostino farebbe invidia alla sua Osteria, che occupa il piano terra dell’edificio, proprio a fianco del portone d’ingresso della sua casa. Una serie di forni e piani cottura professionali, come le padelle e le casseruole dal fondo in rame e acciaio presenti nell’armadio a vista, fa bella vista nell’ampio locale.

Apre uno dei frighi e poi esclama “..ma mìa che bèla roba a ghe chi” tirando fuori un cestello con dentro dei pesci, un suetto, due mormore e un paio di orate e 4 o 5 polpi di medie dimensioni.”

Billi finisce di preparare una canna, osservato da Alessandro poi dice “Vedi il filtrino?”.

Alessandro annuisce mentre Billi continua “se lo vedi di profilo sembra una doppia s in un cerchio..poi lo metti qui e lo brilli..devi premere bene e poi..” Billi lecca la cartina. Alessandro contrae l’espressione del volto rispondendo automaticamente a una sensazione di disagio.

“Tieni accenditela..” Billi gli passa il piccolo manufatto.

Più tardi, quando la campana di San Martino batte la mezzanotte, Alessandro sta mettendo i piatti nelle lavastoviglie e tutti gli altri sono seduti fuori, davanti al grande fuoco acceso nel braciere al centro del terrazzo. I riflessi delle fiamme sui loro volti li fanno sembrare tanti piccoli bambini al campeggio che passano il tempo a raccontarsi storie spaventose con la torcia elettrica sotto il mento.

“..e allora gli ho detto per le chiamate per l’estero deve fare lo 00!” dice Matteo e tutti quanti scoppiano a ridere. Quando il rumore delle risate finisce, tutti tornano a fissare il fuoco e a seguire la deriva dei propri pensieri.

Poi Alessandro di colpo fa “secondo voi è lui il fante di cuori?”

Billi si aspettava di dover rispondere a questo quesito, ma nonostante ciò, avverte una forma di disagio e per qualche secondo se ne resta a guardare le fiamme, quasi potessero dargli ispirazione.

“E perché dovrebbe esserlo? Mi sembra che abbia chiesto del fante di cuori..?” Billi butta giù tutto il contenuto del bicchiere.

Alessandro resta per un attimo ad aspettare che lui continui, ma Billi sembra non aver intenzione di proseguire.

“..allora, è il fante di cuori si o no?” Alessandro alza il tono della voce, destando dal torpore Matteo che per riprendersi scuote la testa e si mette a fissare lo spazio tra Billi e Alessandro. Sullo sfondo vede baluginare, sulla cima della collina, le luci di San Bernardino.

Poi tutto a un tratto Billi torna a parlare “ti ricordi Alessandro quando sei arrivato qui? Quant’è ormai, sei mesi? Qualcosina di più..vero? Ok, ti ricordi cosa provavi quando sei arrivato qui?” Billi fissa Alessandro, il quale dopo aver sostenuto lo sguardo per qualche secondo gli fa “Sì, lo ricordo, avevo una sete bestiale e non riuscivo più a dormire da una settimana, tanto che la gente mi scambiava per un tossico, avevo gli occhi rossi come un talpone..e nei miei sogni c’era sempre quella cosa dalla forma indecifrabile di color viola..”

Billi lo interrompe “..ecco, diciamo che i segni della maledizione sono abbastanza evidenti, quindi non ci resta che aspettare che si svegli..per capirlo” poi come anticipando la domanda di Alessandro riprende “..e il fatto che si sia già svegliato e abbia detto qualcosa sul fante di cuori non vuol dire necessariamente che sia un maledetto..l’associazione delle visioni alle carte è solo un giochetto che facciamo noi..qui”.

Alessandro per un attimo ricorda come sia stato Billi a suggerire la carta del Fante di Fiori come risposta alle sue visioni e a come effettivamente quel simbolo avesse trasformato una cosa non definita e non compresa dalla sua testa in un’immagine precisa e conosciuta. Un po’ come quegli strani poster dove si vedono solo delle macchie di colore incomprensibili e poi dopo, se riesci a mettere lo sguardo in un certo modo, saltano fuori degli oggetti ben riconoscibili e in tre dimensioni. Ancora oggi si chiede se effettivamente le sue visioni abbiano in qualche modo rappresentato la carta di fiori o se non si sia trattato di una suggestione da parte di Billi.

Jean Pierre mette la sua mano nervosa e nodosa, segnata dalle prime macchie della vecchiaia, sopra la spalla di Agostino “quel polpo alla griglia era incredibile..davvero, non ho mai mangiato una cosa del genere, cosa ci hai messo dentro eh?”

Agostino sorride senza rispondere, la sua mente è interessata dal dialogo iniziato da Alessandro.

“Comunque per tagliare la testa al toro gli ho fatto il test, se tutto va bene tra poco sapremo se dobbiamo aggiungere un posto a tavola..” poi Billi facendo una voce profonda aggiunge “fratelli allungare il brodo e dividere il pane..” e si mette a ridere. Da solo.

Agostino si alza e rientra in casa.

Matteo, che ha seguito il dialogo con attenzione, fissa Billi e poi gli fa “se lui è davvero l’ultimo dei fantastici 7, ci devi la famosa spiegazione, vero?”

Billi si alza e va verso la ringhiera. Guarda in alto dove son tornate le stelle, grazie al vento.

Alessandro, sentita la domanda di Matteo, sembra percorso da eccitazione liquida. Anche Jean Pierre per un attimo trattiene il respiro.

“Cosa vuol dire l’ultimo dei sette?”

Matteo si dà uno schiaffo sulla fronte “cazzo, che stupido non glielo hai ancora detto dei 7? Non mi ricordo mai che hai sempre aspettato un po’ prima di svelare ‘sta roba..”

Billi si metta a ridere “sei proprio un cazzone Matteo..un cazzone ubriaco..”

Alessandro si accende di rabbia e si mette a gridare “smettetela di fare questi giochetti da stronzi..non potete trattarmi da ragazzino..capito!”

“Calma, ohi, vedi un po’ di calmarti adesso..” dice Matteo, mentre si copre con un plaid sino al collo.

Billi si volta, restando con le braccia appoggiato alla ringhiera. Il vento non muove nemmeno uno dei suoi capelli scuri, tagliati a spazzola e tirati su con quintali di gel. Sembra il cantante di un gruppo pop anni ’80.

“Va bene, questa sera zio Billi ti racconta un altro dei grandi segreti del mondo..ma vorrei che tu comprendessi una cosa, cosa ti ho detto un po’ di tempo fa? Ricordi?”

Alessandro lo guarda con aria imbronciata “..ne hai dette tante, non ricordo..”

“Ti ho detto che la maledizione che portiamo dentro, non è una roba tranquilla. Non la chiameremmo maledizione se fosse come essere iscritti al Rothary..non credi? E soprattutto ti ho detto che noi abbiamo dei nemici..ricordi, dei nemici..quindi se non ti dico tutto è perché penso che sia meglio per te..”

“Perché non ti fidi di me, di’ la verità?” Alessandro sembra in preda a una forma di complesso di persecuzione dovuto a qualche bicchiere di troppo.

“Mi fido, mi fido..questione di sangue..ma non sei ancora pronto a fingere e non sai ancora bene come vivere la tua nuova condizione..se cadessi in mano nemiche..saresti l’anello debole della compagnia..”

Alessandro non sembra convinto e sta per fare altra polemica, ma Billi lo blocca anticipandolo “allora ti interessa sapere ‘sta cosa oppure vuoi rompere i coglioni sino a domattina? Eh!?”

Il tono della voce di Billi sembra placare le ansie di Alessandro, il quale si rituffa nella poltrona.

“Dobbiamo essere in sette, sette maledetti per fare una bella festa…”

Il suono di queste parole produce uno strano eco che, una volta terminato, rende ancor più pesante il silenzio rimasto.

Matteo batte sulla spalla di Alessandro e si alza “ragazzi, vado a dormire con le mie gambe finchè ci riesco.”

Anche Jean Pierre si alza, con una lieve sbandata e s’infila dentro.

Alessandro sta pensando, le parole di Billi hanno fatto partire il primo mattoncino del Big Domino Rally. Poi sbotta “festa, che festa?”

Billi sorride “per oggi ho finito con i segreti..fattelo bastare”

Matteo prende le braccia di Alessandro e fa per tirarlo su dalla poltrona.

Alessandro si lascia mettere in piedi mal volentieri e poi Matteo gli dice “guarda che nemmeno noi conosciamo ‘sta cosa, la sa solo Billi..”

“E non siete curiosi?” reagisce Alessandro

“Sì. No, boh..” Matteo sembra indeciso poi continua “..certe cose hanno una doppia natura..saresti curioso di conoscere il giorno preciso della tua morte, ad esempio?”

Alessandro sembra annuire.

Matteo gli dà una lieve spinta, facendolo ricadere sul divano e poi gli fa “ma va…! Ragazzi abbiamo trovato un altro fante di cuori..” poi accorgendosi di aver detto una cosa di troppo rientra subito in casa, quasi scontrando Agostino che invece esce sul terrazzo “se volete stare a dormire qui fa pure, le coperte sono la sotto..”.

Billi rientra in casa, Alessandro si è addormentato.

Agostino lo copre con il plaid “eh, ‘sti ragazzi non reggono più l’alcool..”

Jean Pierre, non senza qualche difficoltà, riesce a scendere le scale e a riguadagnare il carrugio. Mette le mani in tasca per prendere le chiavi di casa e così tocca qualcosa che non pensava di trovare.

Lo tira fuori.

E’ un biglietto di carta piegato tante volte. Per curiosità spiega il biglietto scritto a mano con una calligrafia piacevole e ordinata.

Si mette a leggerlo.

Polpo alla brace alla Agostino (con polenta), ingredienti per due persone:

-1 polpo di medie dimensioni o 2 piccoli

- 1 lime

- Miele d’Acacia

- Zucchero di canna

- Un mazzetto di prezzemolo

- Olio di semi, sale e pepe quanto serve

- Della polenta già cotta, ma fredda.

Metti il polpo, che devi aver pulito precedentemente in una terrina con olio di semi un cucchiaio di miele e un cucchiaino di zucchero di canna. Strizzaci dentro il lime, aggiungi sale e pepe e il prezzemolo tritato. Se non ti fa schifo, con le mani fai amalgamare bene la marinatura e lascia il polpo così in ammollo, per un paio di ore (in frigo).

Tiralo fuori dal frigo e fallo andare sulla brace, assieme alla polenta tagliata a strisce stile monolite di 2001 Odissea nello spazio.

Se non ti piace è perché hai sbagliato le dosi…se poi vuoi metterci a marinare anche del pollo e dei gamberetti, io non mi offendo..

Agostino il Re di quadri ;-D "

Jean Pierre sorride, apre il portone di casa e una bastonata lo stende poco dopo la soglia.

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