mercoledì, agosto 26, 2009

Korniglia tarocco

Maledetti cinesi!

Ancora un caso di pirateria cinese e questa volta perdonatemi se perdo le staffe,ma la cosa mi riguarda da vicino.

Hanno taroccato pure “Korniglia” il nuovo romanzo del mio amico Selaschetti, pubblicato a puntate su questo blog. Non basta a questi arroganti neocapitalisti di farsi beffa dei poveri Vuitton Luis e Chanel Numero 5, a colpi di scorrettezze, adesso si mettono a copiare anche gli instant book di poveri manovali della scrittura.

Ho trovato questo indecente tarocco in un’edicola della stazione di Cuneo, nella vetrinetta posteriore, tra una copia di “Armi e Giocattoli” e “Rumeno per tutti”.

Almeno il titolo lo hanno cambiato, ma il riferimento è assolutamente preciso: “Kiavari, Kamogli e Arma di Takkia”.

Ho dato un’occhiata di sfuggita alla fine per capire il tipo di lavoro che c’è dietro. Inutile dire che si tratta di un lavoro da 4 soldi (2 Euri e 75 per la precisione), eccovene l'esempio:

Billy guarda il mare dalla grande terrazza sospesa. Sono soli lì, lui e il suo grande amico Agostino, i cui capelli rossi crespi sono in balia del vento e di un attacco feroce di alopecia areata.

Billi guarda Antonio e gli dice “Agostino ma che schifo di capelli c’hai oggi?”

“Saranno belli i tuoi in Moplen!” risponde Emilio.

Billy sorride della reazione del suo amico. Una folata di vento porta lontano il suo tupè. Billy fa solo in tempo a vederlo cadere nel lago.

La prima neve cade sui due pelati.

“Abbracciami Eustorgio” dice Agostino.

Billy s’irrigidisce per un istante, poi gli fa “Aspetta, aspetta…tirami il pollice dai!”

Angostiro risponde “non vorrai mica farmi quel vecchio scherzetto da militare eh?!”

“No te lo giuro!” fa Billy e poi aggiunge “tira, tira!”

Agostino esegue e un rumore come di trombetta, assieme a un certo odore di stallatico invade la scena.

“E adesso dove vai?” fa Agoscino a Belli Capelli.

“Vado a casa…non seguirmi..” risponde quasi balbettando il detupeato.

Agostino osserva Billi, il suo grande amico Billi, allontanarsi con una strana andatura.

Tiene le gambe molto strette.

Troppo.

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