venerdì, settembre 11, 2009

Korniglia brucia...

Se siete nuovi da queste parti, cliccate qui per le puntate precedenti (a ritroso).

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“..so cosa state cercando e io so dove farlo, adesso però slegatemi..”.

Un tizio grosso come uno stadio è in piedi di fronte all’uomo dal viso coperto di sangue, che ha appena finito di parlare. Gli molla un colpo nella schiena che avrebbe ucciso un mulo, ma il tipo seduto (e legato) non è proprio una silfide e mostra anche lui una discreta collezione di muscoli. Il colpo gli fa vibrare l’enorme collo taurino ed emettere un rumore simile a una cornamusa che si sgonfia.

Il tipo legato ha un fante di cuori tatuato alla base del collo.

“ah sì?! allora io voglio una Ferrari GT del ’96 e dieci milioni di Euro in banca…” dice il tizio grosso come uno stadio, iniziando una risata sguaiata. In fondo alla stanzone senza finestre, un altro uomo piuttosto grosso, scoppia anche lui a ridere, ha in mano una banconota arrotolata. Alza la testa per un attimo, e i suoi pochi capelli ma lunghi, da un tavolino imbandito con polvere bianca.

“Tra un po’me la fai andare tutta di traverso..bella battuta questa..!” gli fa. Poi ributta il capoccione giù per far sparire due righe bianche sul tavolino.

Quando rialza la testa ha una vena rossa che gli percorre tutta la fronte. Sembra un serpente che pulsa sotto pelle. Si alza di scatto e va verso l’uomo legato. Deve percorrere almeno una decina di metri. La stanza sembra grande, immersa in una semioscurità disturbata da un neon da obitorio che ogni tanto mostra i primi segnali di esaurimento. In basso ci sono diverse scatole di legno semiaperte. L’uomo legato è riuscito a scorgervi dentro una serie di articoli tra cui del caviale beluga, dom perignon e dei sacchetti pieni di farina da naso.

“..dite al vostro capo che so cosa sta cercando..”

Il tipo carico, che ha appena pippato, accelera il passo e arrivato di fronte al prigioniero gli scarica una serie di colpi in volto. Uno schizzo di sangue gli arriva sulla camicia bianca.

“porcoddue, guarda cosa cazzo hai fatto…” dice mollandogli un colpo allo stomaco, poi si mette a controllare tutta la camicia. La catena d’oro con un grande crocefisso all’estremità che ha al collo si mette a dondolare in avanti, uscendogli dalla camicia. Ha pure un orecchino d’oro con un brillante grande come una cipolla. Probabilmente, diventando vecchio, il lobo gli si allungherà sempre di più. Come le tette di un’anziana che da giovane le aveva grosse.

“Cosa cazzo vuoi che gl’interessi al mio capo di quella cosa che vuoi dirgli eh?!” il tipo con la camicia sporca di sangue tira fuori una Beretta calibro nove da dietro, sotto la camicia.

Il tipo grande come uno stadio resta un attimo a pensare, poi va al tavolino a servirsi a sua volta di polvere bianca. Nel tragitto ha tempo per dire “forse dovremmo chiamarlo..com’è che si chiama quella roba che dovrebbe interessargli?”

Il tipo seduto alza la testa per un istante, giusto il tempo di pronunciare “il Marcatore di Histebano”.

Il tipo arrivato al tavolinetto ripete “..il Marcatore di stofaro, bene..chiamiamo il capo e diciamogli di sta roba..che ne dici?” poi si fa una riga abbastanza grossa, forse con troppa precipitazione. Resta un attimo con le dita a tenaglia sul suo naso e scuote la testa due o tre volte.

“Ehi vacci piano..che le chianghe ti spaccano il cervello se non stai attento..” gli urla il tipo con il catenone e il crocefisso d’oro, “comunque se vuoi chiamarlo fallo tu, ha detto di non disturbarlo che sta selezionando il carico per lui..”

Poi, come per passare il tempo, si avvicina al tipo seduto, che nel frattempo ha ripreso fiato, e gli molla un pugno sui reni. “Ti stavi rilassando eh?!” dice toccandosi il crocefisso che ha al collo, fermandosi a guardare la sua opera come per valutare il grado di dolore apportato.

L’uomo seduto ha i polsi ammanettati e le caviglie tenute assieme da del nastro da pacchi color argento. Esteticamente l’argento s’intona molto bene con le converse rosse che hai piedi.

Recuperando l’aria anche dai pori della pelle e sforzandosi di non sentire quel fuoco che gli brucia le costole ad ogni respiro, trova la forza di dire “se mi tocchi un’altra volta ti ammazzo..”

Il tizio dalla camicia bianca sporca di sangue si allontana per un attimo dalla sua vittima. Sul suo volto compare un’espressione di stupore che si trasforma rapidamente in una risata sguaiata “hai sentito Nichi! Se lo tocco ancora mi ammazza..” Si piega in due con la pistola appoggiata sul ginocchio. Nichi il suo compare, non lo ascolta più di tanto, ha appena schiacciato sul cellulare il tasto invio ed è in attesa di sentire un pronto dall’altra parte.

“Bè, Bruce Willis dei cazzo, l’ho visto anch’io quel film e non commetterò l’errore di avvicinarmi perché ti ammazzo subito..understand?” poi il tipo dalla camicia sporca di sangue punta la pistola verso il tizio legato.

“Giova, aspetta!” il compare al telefono gli urla di nuovo “aspetta! Il capo lo vuole ascoltare..!”

Giova si volta verso il compare e vede il suo volto passare da un’espressione tranquilla a una eccessivamente preoccupata. Nella sua mente si forma un pensiero di estrema curiosità per quell’espressione che ha visto comparire così all’improvviso.

E’ il suo ultimo pensiero prima di morire.

Il tizio seduto si è messo in piedi, a gambe unite, e muovendo velocemente le sue mani legate ha spostato la testa di “Giova” di pochissimo oltre il limite fisico sostenibile dal suo collo.

Così inattesa, la lieve pressione è bastata a condurre la vita di quell’uomo sino al piccolo crack della sua fine definitiva.

Nichi sorpreso dalla scena reagisce estraendo la pistola a sua volta.

Un colpo gli parte verso l’alto, troppo in alto per pensare di colpire il suo bersaglio, che nel frattempo ha levato la pistola dalla mano del fantoccio inanimato che un tempo si chiamava Giovanni, “Giova” per gli amici”, ormai steso per terra cadavere. Il suo secondo colpo centra proprio Giova in pieno stomaco. La sua camicia è completamente rossa, ma non gl’importa più adesso.

Il terzo colpo non parte perché il tizio che fino a qualche istante prima pareva inerme e legato gli ha sparato a sua volta centrandolo al fegato.

Strano, non sente dolore, ma non riesce più a muoversi. Una volta aveva visto un film in cui una persona si prendeva una pallottola al fegato e l’uomo che l’aveva colpito gli diceva “sei morto, non c’è più niente da fare”. Ricorda di aver trovato quella scena tremendamente crudele, vedere il tuo assassino dirti che stai morendo e che non c’è niente da fare.

L’uomo che gli ha sparato, si strappa via il nastro che gli teneva bloccate le caviglie, poi gli si avvicina e con un calcio allontana la pistola che prima teneva in mano. Poi prende il cellulare che è rimasto acceso con la chiamata forse ancora attiva.

“Allora sei tu quello che vuole il Marcatore di Histebano o no!?” il tipo posa la pistola sul tavolino e si massaggia il collo, proprio sopra al fante di cuori tatuato. Mette il vivavoce al telefono e lo posa sul tavolino in mezzo ai resti di cocaina, poi effettua due o tre movimenti laterali del collo per scioglierlo.

“Ne possiamo parlare” dice una voce metallica proveniente dal telefono.

“Ti ci vorranno almeno 20 milioni di Euro..” dice il tizio dalle converse rosse, toccandosi la parte bassa della schiena con un’espressione di dolore sul suo volto.

“Ne possiamo parlare” ripete la voce metallica.

“Hai tempo sino a domenica prossima, se non ti fai sentire sparisco e non mi faccio più trovare..”

Dopo qualche secondo di silenzio la voce metallica fa “come faccio a trovarti?”

“Non c’è bisogno ti trovo io..devi soltanto mettere un annuncio su L’Occasione di domenica..”

“Cosa devo scrivere nell’annuncio?” gracchia la voce metallica del vivavoce.

“Scrivici..Vogliamo parlare con il Fante di Cuori”.

Nichi vede il tipo chiudere la conversazione e mettersi il cellulare in tasca. Prima però lo spegne.

Prova un freddo ultraterreno e un’incredibile voglia di addormentarsi.

Gli ultimi suoni che sente sono alcune frasi dette dal tizio che lo ha appena ucciso prima di uscire.

“Yippikayei bastardo, yippikayei..”

1 commento:

Anonimo ha detto...

Era sempre Bruce Willis, l'assassino che disse quella frase a una donna dopo averle sparato al fegato..mi pare fosse the jackal il nome del film..coincidenza?